E' stato appena pubblicato su Il Paradiso degli Orchi un mio racconto non recentissimo e che sicuramente non rientra nella corrente che ho deciso di seguire, ma che può offrire spunti di riflessione sul labile confine che esiste tra natura (intesa come quel substrato inalianabile sopra il quale l'uomo poggia i suoi incerti piedi) e bigotteria.
Riporto in questa sede l'incipit, che ritengo superfluo, ma che potrebbe essere utile per evitare a coscienze troppo "sensibili" di vedere i tratti infuocati del maligno in un momento della giornata in cui risulterebbero decisamente indigesti:
Prima di iniziare è giusto premettere che questo racconto presenta elementi scabrosi e non velati da alcun artificio linguistico. Pertanto, coloro che hanno testa, bocca e orecchie completamente aperti e privi di filtri, possono continuare. Gli altri è meglio che abbandonino la lettura e riprovino magari con un altro racconto o in un diverso momento della loro vita.
Il link al racconto è il seguente: http://www.paradisodegliorchi.com/Lo-svezzamento.27+M58803b1fde6.0.html








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