Magazine Psicologia

Lo sviluppo del sé nei bambini maltrattati

Da Psychomer
by Tatiana Porcelli on ottobre 14, 2011

Numerose  ricerche hanno messo in luce come la qualità delle prime relazioni del bambino con i genitori e con le altre persone abbia forti ripercussioni sulla formazione e sullo sviluppo del concetto di sé. Ad esempio, i bambini che presentano un attaccamento sicuro (ovvero quelli con madri che sono sensibili ai loro segnali di sconforto e di disagio e che rispondono adeguatamente e prontamente alle loro richieste) tendono a sviluppare una consapevolezza di sé con una rapidità maggiore rispetto ai bambini che presentano un attaccamento insicuro (ovvero coloro che hanno madri che mostrano un rifiuto nei loro confronti anche in situazioni stressanti e che quindi, non hanno fiducia nella figura genitoriale).

A questo punto allora, ci si potrebbe chiedere quali conseguenze potrebbe avere su tale processo, dello sviluppo infantile, subire maltrattamenti.

Alcuni studi hanno dimostrato che i bambini maltrattati presentano una bassa autostima e mostrano notevoli difficoltà nelle relazioni con i loro coetanei. Tali ostacoli, nello stabilire contatti sociali soddisfacenti, hanno l’effetto di incrementare il senso di fallimento che provano e la mancanza di fiducia in loro stessi e nelle loro competenze.

Viene a crearsi quindi un circolo vizioso, che necessita di essere fermato, affinchè il bambino superi questi problemi e possa  percepire se stesso in maniera differente, rapportandosi meglio agli altri.

È emerso inoltre, che essi manifestano solitamente emozioni tipiche di bambini di età inferiore, hanno un’immagine negativa di sé e parlano meno di loro stessi e dei loro sentimenti. Quando vengono messi a confronto con la propria immagine allo specchio, mostrano reazioni emotive negative, manifestando una notevole riluttanza ad accettare se stessi in termini positivi.

Il rifiuto nei propri confronti, che essi percepiscono nel comportamento dei loro genitori, provoca disturbi nello sviluppo del sé. Il rapporto deviante sperimentato dai bambini trova quindi il suo equivalente nel modo in cui essi arrivano a pensare se stessi.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog