Il postino suona sempre due volte e La morte paga doppio sono i suoi libri più noti (anche grazie alle belle pellicole che questi due splendidi romanzi hanno ispirato) e James M. Cain può essere considerato a tutti gli effetti il padre del genere noir (assieme a Hammett e Chandler, obviously!). Aprire le pagine di una qualsiasi delle sue opere equivale a catapultarsi in un'epoca costellata di scarpe laccate, doppiopetti a righini, mitra spianati e fatalone assassine che accendono passioni insane al ritmo d'un pezzo swing: Cain, «beone naif e petulante» secondo il grande regista Billy Wilder - che pur odiandolo ne era ammiratissimo - ha saputo trasformare queste coordinate in uno stile senza tempo, contribuendo ad incastonarlo nell'immaginario collettivo. Serenata è sicuramente il suo lavoro meno celebrato, anche perché Hollywood non potè impadronirsene (a causa dell’argomento troppo scabroso per gli anni della pubblicazione), eppure siamo dinanzi ad un noir decisamente efficace, strutturato come una opera lirica che trascina il lettore sino all’inevitabile, tragico epilogo. La trama, scabra ed essenziale, è calibrata in un crescendo di emozioni: la storia di un giovane e promettente baritono che dopo aver lambito il successo negli USA, perde la voce ritrovandosi solo, al verde e disperato in Messico; sulla soglia del baratro, costui incontra - uno di quegli incontri che ti cambiano la vita! - una bellissima prostituta di sangue indio. Grazie a lei e a un colpo di fortuna riprende avventurosamente la via degli States, dove la scalata verso il successo ricomincia miracolosamente. La voce è nuovamente al top, il successo è arrivato e la vita di nuovo gli sorride, ma il destino si ripresenta implacabile a perseguitarlo: un segreto custodito sino allora gelosamente raffiora a scompaginare il nuovo ordine esistenziale. Il passato torna nella persona d'un torbido direttore d'orchestra multimilionario e la situazione precipita quindi - in un amen - in quel dramma che il lettore aveva presagito sin dalle prime righe del libro. Esemplare la capacità dell'autore di creare attorno alla vicenda una allure di pathos scoppiettante, in cui erotismo e violenza aleggiano pulsando sino a manifestarsi in maniera deflagrante - peraltro con l'utilizzo di ben poche descrizioni e di dialoghi scarni e serratissimi. Ad un romanzo siffatto si perdona quindi volentieri la forse eccessiva pedanteria nel documentare ciò che ruota attorno alla scena musicale dell'epoca, la guerra tra star del teatro lirico, il cinema e la radio, tutte cose ormai ben distanti dal mondo contemporaneo e che pure sono una componente non prescindibile del fascino di questo libro immortale. Prezioso e immarcescibile.
Serenata - James Cain (Ed. Adelphi)
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