Ingresso Zoo di Napoli
Quella dello zoo di Napoli è sempre stata una situazione delicata e la struttura ha sempre vissuto una situazione di incertezza fra degrado e fallimenti. Sembra, però, che la nuova gestione, che ha acquistato lo zoo nel 2013, stia facendo tutto il possibile per portare il parco a raggiungere gli standard europei e renderlo, così, competitivo e salubre per i suoi ospiti animali. Dopo il rettilario e la “piccola fattoria” per i bambini, aggiunte tanto effimere quanto minime, la struttura si è arricchita di altre nuove specie come i samiango, i lemuri, alcuni rapaci, i canguri e i binturong.
Zona della “Piccola Fattoria”, Zoo di Napoli
In queste settimane sono nati anche molti cuccioli di caprette di angora e tibetane, conigli nani, lepri, marsupiali, arieti giganti e cervi pomellati, e i visitatori che hanno visitato il parco durante le vacanze pasquali hanno potuto osservare e giocare con i nuovi arrivati. “Questa è la cosa che più ci inorgoglisce – spiegano i responsabili dello zoo – dato che per la procreazione c’è bisogno di un habitat adeguato“.
Laghetto dei cigni, Zoo di Napoli
Parole fin troppo ottimiste visto la situazione di molti ambienti dello zoo che andrebbero ancora bonificati ed, in alcuni casi, eliminati e di cui già ci siamo occupati. Speriamo, quindi, che oltre a fare arrivare nuovi animali e introdurre nuovi ambienti, i responsabili si preoccupino anche di restaurare e rendere vivibili le vecchie gabbie piccole, sporche e dannose per i loro “ospiti”.
Intanto, lo zoo di Napoli ha partecipato alla 19esima edizione della Borsa Mediterranea del Turismo, per aprirsi anche ai turisti che che vengono in città e diventare competitivo anche a livello internazionale.