Quella che vedete qui sopra è la locandina del film Shame di Steve McQueen, censurata in Ungheria. Un’immagine che non lascia spiragli a misunderstanding, di sicuro effetto (nei plurimi significati del termine), che è portatrice di shock e provocazione. Ma aldilà e prima dei soliti commenti “che schifo!”, “vergogna”, ecc., che comunque sia sono rispettabili, vorrei fare delle considerazioni a monte.
La prima è: se in Ungheria una casa di distribuzione fa una scelta così “spudorata”, è perché sono degli intrepidi solitari folli e in parte kamikaze o perché in Ungheria è lecito sperare che una locandina del genere possa vivamente essere accettata? In Italia sarebbe impensabile solo l’idea! Inoltre siamo così bravi da auto-censurarci preventivamente. E facciamo presto a stracciarci le vesti, basta considerare i polveroni intorno ai contenuti veri o presunti imputati ad ACAB di Sollima o Diaz di Vicari.
E una scelta del genere, sull’indole degli Ungheresi, ci fa dire: “Sono avanti!” oppure “Che perversi!”? E in questo contesto possiamo provare stima o ribrezzo per la (sconfinata e libera) creatività di un “illuminato” Art Director dell’est Europa? E noi italiani, nel giudicare negativamente questa locandina, siamo bigotti e puritani o “semplicemente nella norma” del buongusto?
Ok, questa locandina è stata censurata, quindi a perso la sua battaglia (ma ne siamo sicuri?). Ma se fosse un cavallo di Troia a tutela della creatività? Certo è che gli Ungheresi non temono davvero nulla…