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Lockout!

Da Mriitan @MassiRiitano

Lockout!Continua,con profondo rammarico,il lockout NBA.

La stagione non inizia,e gli incontri tra il Commisioner David Stern e una delegazione di giocatori,capitanati da Derek Fisher,non portano a nulla,se non a limare dettagli secondari,su cui tra poco torneremo.

L’elefante nella stanza è sempre lo stesso: il BRI ,ossia “basketball related income”,che in italiano è l’ indotto che genera tutto ciò che gravita attorno alla NBA,si va dal merchandising,alle pubblicità,agli incassi delle arene e molte altre cose.Il contratto che avevano stipulato, che ora è scaduto, suddivideva questa cifra in questo modo: 57% ai giocatori e 43% ai proprietari. Quel contratto è scaduto quest’estate,e i proprietari vorrebbero spostare l’ago verso una suddivisione a detta loro più equa,e qui c’è lo scontro.

Gli owners dichiarano d’essere in perdita,ma , credo io ingiustamente, tra le perdite mettono anche i  contratti e gli interessi stipulati con le banche per acquistare le franchigie e costruire i palazzetti,inoltre soltanto l’ultimo anno sono state vendute 4 franchigie a prezzi tutt’altro che di saldi. I derilitti Golden State Warriors sono stati venduti per 450 milioni di dollari.Secondo Forbes ,inoltre, il vaolore delle franchigie continua a salire da anni..

Altra cosa che vorrebbero i proprietari è limitare i modi per aggirare il salary cap, e limitare la fuga delle stelle dai mercati piccoli a quelli grandi, garantendo così una maggiore rotazione ai vertici della lega. Cosa succede spesso: arriva il rookie fenomeno nella squadra che aveva una scelta alta, il rookie , col contratto fisso avuto dal draft , gioca 3+1 anni nella squadretta di provincia. L’ultimo anno il giocatore, ormai una stella in divenire, mugugna che vuole andare via, e la squadra è costretta a cederlo per non finire come i Cavs e i Raptors di quest’anno, ma anche i Magic che persero Shaq, e perdere il giocatore per niente. Il giocatore a questo punto può ricattare tutti: ricattare la sua squadra pilotando lo scambio per andare solo in posti a lui graditi, come? dice: mi cedete, io non rifirmo per la squadra a cui mi avete ceduto, vado a scadenza e da free-agent firmo dove voglio. A questo punto il team che l’ha scelto è costretto a cederlo solo dove lui vuole, vedasi Carmelo Anthony , o scommette , fa andare il giocatore a scadenza e spera di rifirmarlo, dato che possedendo i “Bird Rights” può pagarlo una cifra superiore alle altre franchigie, senza stare dentro al salary cap.

Solo che ultimamente la scommessa di provare a rifirmare non paga, e squadre come i Cavs e i Raptors sono devastate dalla perdita di James e Bosh, mentre almeno I Nuggets, ma anche i T’Wolves di Garnett, sono riusciti a cedere le loro stelle ricevendo qualcosa in cambio.

Cosa sono i “Bird Rights” ? è la facoltà, che riceve ogni giocatore che milita per più di 3 anni nella stessa squadra, di essere rifirmati a cifre superiori al salary cap. Lo scandalo, per i proprietari, è che, in caso di scambio il giocatore mantiene i Bird Rights anche nella squadra a cui è stato ceduto. E il motivo per cui Carmelo Anthony potrà firmare alla cifra che vuole ( NY ha ereditato i suoi Bird Rights), e il motivo per cui tra 2 anni Lebron e Bosh potranno fare lo stesso.

I Proprietari vorrebero limitare o eliminare i Bird Rights,cosa su cui i giocatori sono anche disposti a discutere.

Ma la questione rimane sempre il BRI,e qui van fatte un paio di considerazioni.

La NBA sta diventando, purtroppo?, sempre più un Star-oriented game, dove le Stelle, appunto, hanno una incidenza pesantissima sulla possibilità di competere. Una regola non scritta dice che per competere per il titolo ci vogliono 2 stelle e mezzo,se non 3. Quanto vale tutto ciò? Pensiamo che l’ultimo anno a Chicago Michael Jordan prese,sempre aggirando il cap con i Bird Rights, 36 milioni di dollari, ed era il 1998.

Se non ci fosse il Salary Cap non credete che le cosìdette Stelle guadagnerebbero molto,ma molto di più dei 25milioni di dollaroni l’anno che prende il più pagato quest’anno,Kobe? (il secondo? Rashard Lewies,11 punti di media…sic).

Cosa vuol dire? che i giocatori guadagnano poco? non so,ma lo Show sono loro, e se il mercato, come avviene per il mondo reale, si regolamentasse da sè, sicuramente lo stipendio delle stelle sarebbe più alto.

La considerazione è che spesso vengono dati contrattoni da Star a giocatori che non lo sono, e questi contratti affossano le franchigie, occupandogli tanto salary cap, per anni, e qui si spiegano gli scambi che vengono fatti in cambio di scelte quando questi mega-contrattoni arrivano all’ultimo anno: in verità le squadre che comprano questi giocatori non sono interessati alle loro prestazioni, ma soltanto al loro salario, che a fine anno andrà a scadenza liberandogli spazio salariale per poter firmare chi vogliono.

Intanto il lockout va avanti: chi può permettersi di non giocare sono i proprietari, mentre i giocatori non solo perdono un sacco di soldi (il salario viene diviso per 82,il numero delle partite che dovrebbero giocare, e per ogni partita saltata i giocatori perdono 1/82esimo del salario), ma vanno proprio in difficoltà economiche. Infatti molti afro-americani, provenendo da famiglie disiagiate senza padre, cresciuti spesso dai nonni, non hanno nessun tipo di cultura dei soldi e hanno un tenore di vita che senza il salario mensile garantitogli dalla NBA li porta in pochissimo tempo in bancarotta. Gli esempi di Antoine Walker, ridotto a giocare in portorico dopo aver guadagnato più di 100 milioni di dollari in carriera,e ,recentissimo di Delonte West che ad oggi sta cercando lavoro in un negozio di hardware(il giudice dice che non può lasciare gli states e quindi non può venire in Europa a giocare) ,ma anche di Shawn Kemp che deve mantenere non so quanti figli in giro per l’America,sono esplicativi.

L’impressione è che si tirerà avanti finchè la corda non si spezzerà,e che verso gennaio i giocatori ,molti dei quali allo stremo,saranno molto più malleabili nel trovare un accordo.

Massimo America

Lockout!


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