La posizione dei proprietari: chiara e semplice: tagliare gli ingaggi! Il problema è che i capi delle squadre si sono impuntati sul fatto di abbassarli per un totale di circa 700-800 milioni di dollari adducendo come motivazione la diminuzione degli introiti a causa della crisi economica, tutt’ora ancora viva negli States, e per farlo si abbasserebbero tutti i massimi delle fasce d’età e si limiterebbero i contratti garantiti; oltre a questo, che già di per sè non è poca cosa, i proprietari chiedono anche un salary cap più rigido, limitando quindi eccezioni e aggiramenti del tetto salariale.
David Stern che capeggia questa fazione cerca ovviamente di fare il suo gioco ovvero di accontentare i padroni delle franchigie, che sono il motore di tutto il circo messo in piedi in modo straordinario dall’avvocato newyorkese in questi anni.
La posizione dei giocatori: qui è un bel po’ diversa la situazione perchè Billy Hunter, il direttore esecutivo dell’associazione dei giocatori ha formulato le sue richieste, che però sono tante e anche parecchio pesanti. Innanzitutto niente taglio degli stipendi, anzi, poi si vuole una maggiore flessibilità salariale negli scambi (attualmente si può ottenere un giocatore con un contratto superiore solo per il 125% rispetto al giocatore ceduto, mentre la richiesta è di passare al 250%), l’eliminazione della “Base Year Compensation“, una regola che blocca il valore sul mercato di un giocatore rifirmato da una squadra che era già sopra il cap; e ancora, l’aumento delle qualifying offer per un giocatore che è restricted free agent e la diminuzione del tempo a disposizione della squadra a cui questo giocatore apparteneva per pareggiare la nuova offerta; sostituire l’eccezione biannuale (che permette di mettere sotto contratto dei giocatori indipendentemente dal salary) con una seconda mid-level exception che porterebbe più soldi nelle tasche dei giocatori. E infine c’è anche la richiesta di tornare a liberalizzare il passaggio dei giocatori direttamente dalla high-school alla NBA togliendo il blocco inserito da Stern per i 18enni.
Dall’altra parte Hunter solo pochi giorni fa aveva detto:
“Penso che il lockout sia altamente probabile, ed è quello per cui mi sto preparando perché non vedo alternative al momento.“
Squadre e giocatori oltre a giocare questa stagione quindi stanno anche pensando alla prossima e non sono pochi quelli che hanno già espresso il loro desiderio di venire a provare l’avventura europea in caso di serrata da parte dei proprietari: nel frattempo però c’è un campionato da giocare e quindi speriamo che queste discussioni non interferiscano troppo con il campo. Le due parti stanno intensificando gli incontri, chissà che il tutto non possa dissolversi in una bolla di sapone visto che qualcuno negli Stati Uniti ha anche insinuato che l’accordo sarebbe già stato trovato e l’attesa sarebbe solamente per aumentare la pubblicità.
Staremo a vedere…