Locri, il cuore della Calabria
Nelle menti giovani e non solo, la città di Locri è protagonista di due storie, completamente differenti. Ciò avviene oggi, dove il giudizio è arte ignobile di ogni essere, tutto viene oscurato, le parole avvelenate pronunciate con sdegno verso una città ferità dal tempo e dalle conseguenze di una mentalità, sono come veli di seta nera che scivolano sulla bellezza di una terra virtuosa.
La storia del mito della di Locri è affascinante, avvenuta, si presuppone, dopo la fondazione di Kotron nel 709 a.C. da parte di coloni provenienti dalla regione greca Locride (divisa in tre sub-regioni Locride Ozolia, Locride Opunzia e Locride Epicnemide), situata nella Grecia Centrale.
L’antica colonia Locri Epizefiri prediligeva un’organizzazione tipica della madrepatria sulle basi di un’aristocrazia guerriera e conservatrice. I riferimenti al Legislatore Zaleuco, sono innumerevoli da parte di studiosi, storici e pensatori. Egli è difatti il primo redattore di un codice di leggi scritte del mondo occidentale, e la leggenda narra, che sia rimasto in vigore per oltre duecento anni.
Gli scontri con Kotron, Atene e Reggio, le alleanze con Siracusa e Sparta, la fine delle “polis”, il periodo di Pirro e il periodo romano, il ritorno del benessere, hanno il sapore della maestosità del mito greco come se fosse un’opera scritta da Omero.
Locri Epizefiri diede al mondo personaggi di spessore, appunto, oltre a Zaleuco troviamo la maggiore poetessa della Magna Grecia Nosside , gli atleti olimpici Agesidamo ed Eutimo, il poeta lirico Senoscrito, il filosofo Timeo e molti altri personaggi che hanno contribuito alla fioritura di questa cultura.
Gli scavi nell’aria di Locri Epizefiri hanno permesso di ricostruire in modo abbastanza completo la fisionomia della colonia. Vi è una strada che mantiene ancora oggi il nome greco di Dromo. A monte del Dromo sorge il teatro (detto casa di Marafioti) rifinito in epoca romana forse dedicato a Zeus. Resti di un secondo tempio si trovano in località Marasà. Il celebre santuario è quello dedicato alla Dea Persefone.
Grazie al Museo Nazionale di Locri Epizefiri, situato proprio nel Parco Archeologico di Locri, si possono ammirare le arti, di notevole fattura, che i coloni greci prediligevano con la creazione di statue, ceramiche dipinte, oggettistica bronzea rifinita, tele e strumenti indicati per il lavoro artigianale. Molte di queste e altre numerose meraviglie sono state rinvenute dalle Necropoli della colonia greca. La bellezza figurativa e storica della Locri antica è come un fiore che mantiene nel tempo il suo vigore e il suo profumo.
Oggi a Locri pare di vivere una favola amara, resti di quella storia superba intrisa di cultura e misteri, sembra abbandonata. La storia contemporanea che viene raccontata si limita alla descrizione della macchia mafiosa che ha avuto inizio subito dopo la parentesi del “brigantaggio” che distrugge, in un certo senso, il passato e compromette il futuro. Questo problema riguarda molti paesi del comprensorio, e ciò nonostante, la terra calabra, grazie a figure di un certo rango, che nell’umiltà svolgono un lavoro di valorizzazione e soprattutto di educazione giovanile, cerca di scrivere una nuova storia.
La nuova amministrazione politica, a Locri, sta lavorando al fine di superare problematiche interne, la cultura sembra crescere intensamente con la scoperta di nuovi giovani artisti quali pittori, scrittori musicisti ecc.Nell’Italia del nord e all’estero, artisti e professionisti locresi svolgono la loro attività portando alto il nome della città natale.
In questa favola la principessa è proprio Locri, rinchiusa in un castello di pregiudizi e ignoranza. Ella aspetta dei cavalieri patriottici pieni d’amore per essere salvata.
Dav.