Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione appartenente al gruppo aziendale Benetton, si è sempre distinto per l’avanguardia nelle tecnologie pubblicitarie e nel cercare sempre nuovi progetti sociali (per quanto, poi, la realtà abbia dimostrato come Fabrica e United Color viaggino in binari separati). Dalle pubblicità progresso shockanti di Oliviero Toscani – fondatore del gruppo insieme a Luciano Benetton – fino ad arrivare all’ultima campagna fotografica apparsa sul The Guardian contro la mutilazione dei genitali femminili, il gruppo Fabrica ha sempre cercato di creare opere innovative e d’impatto.
L’ultima, cronologicamente parlando, è il progetto fotografico Lok Sabha, una storia narrata a partire dai ritratti di cittadini indiani che raccontano, da dentro, la storia della democrazia e del voto. Tutto parte dall’assunto per cui gli europei sono abituati a sentire le storie delle realtà altre – americana, mediorientale, asiatica, africana – sempre dal punto di vista dell’uomo bianco, borghese, giovane e colto. È stato così anche per la storia della colonizzazione americana, fino a quando nella seconda metà dell’Ottocento Harriet Stowe pubblicò “La capanna dello zio Tom”. E così continua ad essere per le situazioni del Medio Oriente e anche per l’India, dove i fotoreporter sono inviati europei che raccontano con l’occhio occidentale una cultura e una realtà che in fondo non possono comprendere appieno.
Lok Sabha è un progetto in cui i dieci fotografi sono cittadini indiani tra i 24 e i 31 anni che raccontano la storia di persone indiane, è un mettersi in gioco del fotografo tramite uno sguardo che dà una panoramica diversa; “è il più grande esercizio mondiale di democrazia”.
Dato che raccontare la storia di ognuno dei 814 milioni di votanti dell’India è un progetto impossibile, i cittadini sono stati campionati nelle sfaccettature più estensive: un’eremita custode di un tempio, i cacciatori notturni di gamberi e rane, la comunità trans di Calcutta e i venditori nei bazar. Ancora, i vari slogan della campagna elettorale, le sedi dei partiti. Dal micro al macro, in un insieme di immagini che hanno l’obiettivo di raccontare la vita dell’India contemporanea. La vita tutta, non solo quella delle grandi città ma anche quella delle realtà più piccole. Tutto insieme, così come è insieme nel paese.
Il fotogiornalismo sta cambiando, è in evoluzione, così come il ruolo del giornalista e dello storyteller: ognuno a suo modo può raccontare la propria realtà, ed è chiamato a farlo perché le storie che si raccontano plasmano noi stessi e la società in cui si vive.