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Per Gli ultimi giorni di Midgard, Jason Aaron sembra ispirarsi all' Ultimate Thor di Mark Millar, il Dio del Tuono ecologista, in prima linea contro le multinazionali con poco rispetto dell'ambiente e della terra.
In casa Marvel, il nemico più idoneo da mettere di fronte all'asgardiano, in un contesto del genere è ovviamente la neo-rinata Roxxon. Da sempre polo industriale dalle discutibili iniziative, con le mani in pasta in molti affari non proprio legali.
Per quanto epico sia il buon Ribic, nell'illustrare il dio del tuono, la serie sulla quale nutrive enormi aspettative, tanto che ero quasi deciso a recuperarla con la serie di cartonati previsti da dicembre, non mi esalta più di tanto.
Premetto che sono a digiuno di Marvel (Now) da ormai parecchio tempo, ed il numero 17 di Thor Dio del
Tuono, ha suscitato la mia curiosità solo per via del disegnatore. Eppure l'impostazione della storia non mi ha colpito come speravo, nel chiudere l'albo, da buon complottista, mi sono reso conto di ricordare solo le cose sgradevoli, e di non avere per nulla assimilato niente della trama.
Nemmeno due pagine e mi imbatto nel character di Phil Coulson, personaggio nato in seno all'universo cinematografico Marvel-Disney, e trascinato a forza nella continuity della Marvel a fumetti, senza dimenticare i ruoli nel piccolo schermo, come la miniserie dedicata allo Shield, o i cartoni di Spiderman.
E' decisamente presto per dare un voto a questo nuovo arc, che mi par di capire, come quello iniziale (abbandonato al numero due per via dei comprimari), si dipani su due diversi piani temporali, il presente, ed un futuro molto remoto in cui Thor è il Re di un mondo arido. Al di là delle tavole di Ribic, incantevoli come sempre, l'unica cosa stuzzicante dell'albo è la svolta ecologista delle gesta del tonante, una "novità" credo portata sul mercato, come detto, già da Mark Millar nei suoi indimenticabilti The Ultimates illustrati da B. Hitch. Se la disney si percepisce nella storia di Thor, in Loki Agent of Asgard, vi prende letteralmente a pizze in faccia.
Il giovane Loki apparentemente redento di questa miniserie è un chiaro omaggio al personaggio cinematografico, mentre corre lungo la parete del palazzo dei vendicatori, il dio dell'inganno scompare quasi per intero, con l'esclusione del suo sorriso, un chiaro rimando a Tom Hiddleston, l'attore che presta il suo appariscente sorriso al personaggio di Loki in Avengers e le pellicole di Thor. Fosse solo quello, anche l'unica battuta di Hulk è presa dalla pellicola di Whedon.
Insomma l'intero primo numero di questo audace nuova serie è decisamente deludente, salvando alcune didascalie, l'impostazione dei dialoghi di Al Ewing, ha un non so chè di estremamente irritante, che ti fa sentire semplicemente fuori luogo con un fumetto del genere in mano.
Il target di queste letture è palesemente spostato verso menti più giovani.
I disegni di Garbett non meritano ne infamie ma nemmeno lodi, le tavole sono quelle che ti aspetteresti per un blockbuster, qualcosa che ti occupa dieci minuti della tuo tempo e che dimentichi per il resto della giornata, e per amor di dio, non mi parlate di sperimentazioni, perchè qui non si sperimenta un bel niente.
Morale, l'entusiamo per questo albo, ed il relativo recupero delle vecchie storie in cartonati, si è sciolto come
neve al sole, esattamente dopo 15 minuti aver comprato lo spillato panini, il tempo ch eci ho messo a leggerlo al bar seduto al tavolino sorseggiando un the al limone.
Invidio davvero tanto chi ancora riesce a godersi queste letture.
Escludendo Ribic, ho detestato praticamente tutto di questo mio ultimo acquisto, dalle storie alle pubblicità, presenti nella testata panini....davvero tra voi c'è chi compra animal variant o pelouche variant?
Non ci siamo proprio gente.
Scusa per i refusi, scappo al lavoro.
Baci ai pupi.
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