Perché fare una recensione di un concerto che ho visto solo parzialmente?! Beh…primo perché me l’ha chiesto Paco e a lui sarò sempre riconoscente per il tour report che ci aveva fatto per Poison Heart ‘zine #1 e in secondo luogo perché posso bullarmi con il mio amico Carletto del fatto che ho presenziato ad una data dei Radio Days che lo vedeva inspiegabilmente assente. Punti scena a picco e partono i buuuuuu intimidatori e forse anche un po’ razzisti dalla curva, delusione totale, ma sinceri in bocca al lupo per la tua tesi del menga. A parte gli scherzi la serata è di quelle da ricordare, avvicinarsi verso piazza della Vittoria e sentire London Calling a mille seguita dai Trashmen e dagli Who non ha decisamente prezzo. Per il resto il centro di Pavia è rimasto esattamente a come lo descriveva Max, storico cantore della vita ticinese, un casino di ragazzine vestite da modelle con tacchi a spillo e sguardo da star, ma anche se con un deca non si può andar via io penso al mio amico Loris di Trento e vorrei tanto fosse li di fianco a me a cantarmi nell’orecchio “dopo i due di picche in discotecal'abbiam preso anche dalla cassieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeera”. Ma basta divagazioni, dicevamo…gran serata nella piazza principale di Ticinum Papiae organizzata da Pavia Mod e Vespa Club Pavia nell’ambito della festa del Ticino. Mezzo concerto me lo perdo perché ci sediamo a prender qualcosa giusto cinque minuti prima che i Radio Days inizino e ovviamente ci mettono un’ora a servirci, ma poco male…l’audio è ottimale e anche dall’altra parte della piazza mi godo il concerto anche se attorniato da individui che mi fanno ricordare immediatamente perché non esco mai da queste parti. Giuro che ho visto con i miei occhi uno pseudo Fabrizio Corona andato ammale fare air guitar su Elizabeth tenendo però le mani come se stesse impugnando una cetra e accompagnando il tutto con suoni gutturali manco fosse un pezzo dei Municipal Waste. Alla fine appena riesco a staccargli gli occhi di dosso e a finire il cocktail ci dirigiamo verso il palco e da li seguo la seconda parte del concerto. Come al solito i “quattro talenti powerpop” (cit. Provincia Pavese) suonano da paura e rispetto alle ultime volte che li ho visti fanno diverse cover di classici della canzone neomelodica napoletana (oltre a Rock’n’roll girl e a Lost in The Supermarket sul finire, con Asso alla voce, eseguono pure Pump It Up e Is She Really Going Out With Him?) che i presenti apprezzano alla grande. Chiudono con Dirty Tricks e riparte un dj-set fighissimo. In conclusione, gran concerto e bella serata. Sarebbe il massimo se eventi come questi fossero la regola e non una inaspettata eccezione, ma ora scusatemi, devo andare alla riunione per discutere del vandalismo giovanile.
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Perché fare una recensione di un concerto che ho visto solo parzialmente?! Beh…primo perché me l’ha chiesto Paco e a lui sarò sempre riconoscente per il tour report che ci aveva fatto per Poison Heart ‘zine #1 e in secondo luogo perché posso bullarmi con il mio amico Carletto del fatto che ho presenziato ad una data dei Radio Days che lo vedeva inspiegabilmente assente. Punti scena a picco e partono i buuuuuu intimidatori e forse anche un po’ razzisti dalla curva, delusione totale, ma sinceri in bocca al lupo per la tua tesi del menga. A parte gli scherzi la serata è di quelle da ricordare, avvicinarsi verso piazza della Vittoria e sentire London Calling a mille seguita dai Trashmen e dagli Who non ha decisamente prezzo. Per il resto il centro di Pavia è rimasto esattamente a come lo descriveva Max, storico cantore della vita ticinese, un casino di ragazzine vestite da modelle con tacchi a spillo e sguardo da star, ma anche se con un deca non si può andar via io penso al mio amico Loris di Trento e vorrei tanto fosse li di fianco a me a cantarmi nell’orecchio “dopo i due di picche in discotecal'abbiam preso anche dalla cassieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeera”. Ma basta divagazioni, dicevamo…gran serata nella piazza principale di Ticinum Papiae organizzata da Pavia Mod e Vespa Club Pavia nell’ambito della festa del Ticino. Mezzo concerto me lo perdo perché ci sediamo a prender qualcosa giusto cinque minuti prima che i Radio Days inizino e ovviamente ci mettono un’ora a servirci, ma poco male…l’audio è ottimale e anche dall’altra parte della piazza mi godo il concerto anche se attorniato da individui che mi fanno ricordare immediatamente perché non esco mai da queste parti. Giuro che ho visto con i miei occhi uno pseudo Fabrizio Corona andato ammale fare air guitar su Elizabeth tenendo però le mani come se stesse impugnando una cetra e accompagnando il tutto con suoni gutturali manco fosse un pezzo dei Municipal Waste. Alla fine appena riesco a staccargli gli occhi di dosso e a finire il cocktail ci dirigiamo verso il palco e da li seguo la seconda parte del concerto. Come al solito i “quattro talenti powerpop” (cit. Provincia Pavese) suonano da paura e rispetto alle ultime volte che li ho visti fanno diverse cover di classici della canzone neomelodica napoletana (oltre a Rock’n’roll girl e a Lost in The Supermarket sul finire, con Asso alla voce, eseguono pure Pump It Up e Is She Really Going Out With Him?) che i presenti apprezzano alla grande. Chiudono con Dirty Tricks e riparte un dj-set fighissimo. In conclusione, gran concerto e bella serata. Sarebbe il massimo se eventi come questi fossero la regola e non una inaspettata eccezione, ma ora scusatemi, devo andare alla riunione per discutere del vandalismo giovanile.
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