Il calcio in Inghilterra è nell’immaginario collettivo un’esperienza a parte, qualcosa che esula dalla normale concezione di “esperienza calcistica”, vuoi perché il calcio l’hanno inventato loro, vuoi perché ancora sanno come organizzarlo meglio di altri, vuoi perché di generazione in generazione viene tramandato e insignito di un alone di fascino che non si stacca più. Ma a discapito delle storie di un’epoca passata, dei libri su quello che il football era alla sua nascita, degli aneddoti su quello che ha rappresentato fino all’avvento delle televisioni, cosa vuol dire oggi vivere il calcio in questo paese? Lungi dal voler dare una risposta definitiva, perché in fondo ciò che rende unica ogni esperienza è la percezione individuale di ciò che accade, siamo andati a Londra, la città del football, per spiegarvi pragmaticamente cosa significa questo splendido sport. Senza troppa retorica, senza viaggi nel passato, senza esasperati accenti sulle emozioni che questo suscita, semplicemente una ricostruzione, passo passo, di quello che consta l’esperienza-partita con un continuo accento su quelle che sono le principali differenze col sistema italiano. Un breve racconto, senza alcuna pretesa, di quello che significa assistere a un incontro in Inghilterra, nella fattispecie a Londra che con le sue tredici squadre nelle prime quattro serie nazionali rappresenta un unicuum eccezionale. Iniziamo con le operazioni di acquisto dei biglietti. Gli alti indici di presenze negli stadi inglesi necessitano un ampio anticipo sui tempi di acquisto, ridursi all’ultima settimana per comprare il tagliando significa quasi sicuramente dover rinunciarvi.
L’unica nota negativa è sicuramente il costo dei biglietti. Per farsi un’idea l’abbonamento più economico dell’intera Premier League non costa meno di 300 sterline, vale a dire circa 380 euro, e se vogliamo scomodare ad esempio l’Arsenal non troverete niente al di sotto delle 1000 sterline, mentre il più costoso verrà più del doppio. E guai a pensare che l’impianto dei gunners possa lasciare seggiolini vuoti, l’impianto più grande e moderno del Regno Unito,
dopo Wembley ovviamente, ha la capienza effettiva più alta dell’isola con una media superiore al 96% e ci sono circa 45mila tifosi in lista d’attesa per poter comprare un tagliando annuale, ne vengono accontentati circa 7mila ogni dodici mesi. Per farvi un’idea, nel caso in cui vi trasferiate a Londra e decideste di acquistare un abbonamento per le gare dell’Arsenal, la vostra richiesta dovrebbe esser soddisfatta nel giro di 6-7 anni. Quindi, perché mai abbassare i prezzi? Se volete recarvi a Stamford Bridge il biglietto più economico costa 50 sterline, quasi 65 euro, mentre per il neo-promosso Burnley si può partire dai 35 in su. Come tutto ci sono eccezioni, ad esempio il Newcastle parte da 15 sterline, ma se le londinesi hanno spesso molti turisti sui propri spalti, la società del Tyneside al confine con la Scozia, difficilmente può contare su molti clienti esclusi i tifosi locali. Com’è anche normale che sia, prezzi alti corrispondono a servizi ottimi, con buona pace di chi ancora si lamenta delle curve a 20 euro. Ma diamo tempo al tempo. Il nostro viaggio nella Londra calcistica è appena cominciato, nei prossimi due appuntamenti scopriremo più da vicino la realtà del matchday. Tags:1