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Londra, è ancora la Big-society?

Creato il 21 settembre 2011 da Cortese_m @cortese_m

Londra, è ancora la Big-society?Il 30 novembre a Londra si svolgerà la più grande mobilitazione nazionale dal 1926 contro le riforme del governo, un colossale sciopero generale!
La Gran Bretagna è decisa a scendere in piazza contro i tagli al pubblico impiego, la riforma delle pensioni, l’allungamento dell’età pensionabile, tutti argomenti anche a noi Italiani tristemente noti, facenti parte di quei “sacrifici” che un po’ tutti i Paesi occidentali stanno adottando con la speranza di evitare peggiori realtà nel futuro (vedere Irlanda, Grecia, ecc.), ma che qui e là sembrano peraltro essere sempre insufficienti.
Lo sciopero generale è già pronto, organizzato nei dettagli, scuole chiuse, raccolta rifiuti ferma, trasporti bloccati.
Il Segretario Generale dell’Unison l’ha illustrato la linea della protesta davanti a 300 delegati ottenendo una piena approvazione.
Anche l’Inghilterra quindi soffre la crisi economica, la crescita è 0,2%, l’inflazione è 4,5%, i disoccupati sono arrivati ad oltre 2,5 milioni e non dimentichiamoci che è l’unico Paese fondatore dell’Unione Europea che ha mantenuto la sua moneta, nella speranza che ciò fosse la panacea ad eventuali mali di cui oggi sembra soffrire al pari degli altri partner europei che invece scelsero con poca o tanta convinzione la moneta unica.
Un noto direttore di telegiornale direbbe “se Atene piange Sparta non ride!”, forse non tutti sanno di chi parlo ma non è importante…
E’ importante invece riflettere sul fatto, sulle ragioni, che anche nei Paesi considerati storicamente ricchi stia crescendo quel baco, di cui ho già parlato in precedenti mie riflessioni che potrebbe minare, anzi sta già minando, la tenuta della società civile occidentale creando pericolose frange di scontenti.
Probabilmente c’è ancora tempo per fermarne la crescita, ma bisogna rimboccarsi le maniche cambiando rotta…
nanni

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