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Altro disco degli eclettici Long Fin Killie e anche in questo caso ho trovato delle parole molto esaurienti, che possono sotituire le mie e sono ovviamente da sposare in pieno...(1996 Too Pure)
Chissà in quanti si ricordano ancora dei Long Fin Killie e di quel trittico di dischi curiosamente intitolati a icone prematuramente scomparse (l'illusionista Houdini, l'attore Rodolfo Valentino e l'aviatrice Amelia Earhart), tanto osannati dalla critica - il nostrano Blow Up incluse questo disco nella lista dei migliori del 1996 - quanto rapidamente dimenticati dopo la fine dei giochi, avvenuta nel 1998. Ed è un peccato, perchè questo Valentino, ad oltre dieci anni dall'uscita, regge ancora con vigore le stagioni passate.
Colin Greig (basso), David Turner (batteria), Philip Cameron (chitarra), e sopratutto Luke Sutherland (voce, chitarra, violino, sax e altra roba), sotto contratto con la Too Pure, proponevano un rock al tempo stesso potente e sofisticato, assolutamente non in linea con quanto andava per la maggiore in terra d'Albione in quegli anni. Poliritmie costruite su frenetiche percussioni e armonici di chitarra (Pele) nervosissime schitarrate accompagnate da cantato al tempo stesso lirico e distorto (il singolo "Hands and Lips", oppure lo psicodramma messo in scena in "Girlfriend"), giri di batteria che si ripetono fino a raggiungere un effetto straniantissimo, quasi ambient ("Coward"); è d'obbligo citare il brano che intitola il disco: una chitarra in delay, la pulsazione del basso a fornire un minimo di ritmo, e la chiusura affidata al sax.
Davvero il tempo non ha reso giustizia a questo gruppo e specialmente al talento di Sutherland, che abbandonato del tutto il mondo della musica (a parte un anonimo progetto di musica elettronica e qualche comparsata come polistrumentista ai concerti dei Mogwai) e si è definitivamente affermato come scrittore ed autore teatrale.
Se un buon disco deve essere in grado di risvegliare ossessioni che si credevano sopite o (se necessario) crearne di nuove, questo Valentino corrisponde all'identikit: si insinua nelle pieghe del cuore, per non uscirne (forse?) mai più.
Perchè anche questo vogliamo dalla musica: che diventi come il bisturi che usiamo per guardarci dentro. (Boredom - http://www.debaser.it/)
1 Godiva
2 Pele
3 Kitten Heels
4 A Thousand Wounded Astronauts
5 Hands And Lips
6 Valentino
7 Coward
8 Girlfriend
9 Matador
10 Cop
11 Cupid
LONG FIN KILLIE
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