Egregio dott. Feltri, ho letto con grande interesse la sua critica al collega Scalfari: “Quei comunisti travestiti da liberali”; e poiché la considero un professionista libero, e la leggo da sempre, mi auguro non le dispiaccia qualche obiezione. E’ verissimo, in Italia abbiamo i comunisti travestiti da liberali, per rifilarci ancora politica comunista; ma non ci mancano nemmeno i liberali mascherati da comunisti, (alla Berlusconi), che si illudono (raccogliendo voti di dipendenti, pensionati, casalinghe e disoccupati) di poter fare politica liberale, ma li costringono da venti anni a fare solo politica comunista diretta, o indiretta sostenendo governi comunisti.
Purtroppo, in democrazia, lo squilibrio demografico fra i percettori di reddito fisso da lavoro o pensione che sono 39 milioni (una schiacciante maggioranza), e di profitto d’impresa 2 milioni (risibile minoranza in caduta libera da sfruttare o accoppare), rende i comunisti inestirpabili come gramigna. E senza alcuna intenzione di mollare il potere, solo perché i liberali, del comunismo, ne hanno certificata stupidamente la morte da un quarto di secolo, ma del “morto” non smettono mai di parlarne essendo un incubo quotidiano diurno e notturno.
Quindi, secondo me, è stato un atto di miopia autolesionista dichiarare morto il comunismo; mentre i comunisti italiani vivi e vegeti, (prima, dopo e meglio del comunismo russo) continuavano e continuano a figliare e moltiplicarsi nel mondo della cultura, burocrazia, giustizia, politica, impresa e finanza. E di quelli che rubano con la pala meccanica meglio tacere.
Venticinque anni sono un tempo sufficiente a riesumare e trasferire in ossario i resti di qualunque defunto: ma me lo vuole spiegare lei caro Feltri, da liberale doc, come fa a sentire i liberali attaccati, danneggiati o usurpati dagli eredi del comunismo da lei dichiarato defunto da un quarto di secolo?
I morti saranno pure capaci di danneggiarsi fra loro spostandosi notte tempo nei loculi confinanti; ma l’unica possibilità che resta al comunismo morto di “fottere” il liberalismo vivo, è che il vivo sia passato a miglior vita prima del morto, o non sia mai nato e ne abbiano fintamente certificato la nascita.
Questo è il vero problema caro dott. Feltri. L’Italia è certamente impestata di fantasmi, ma a comparire e scomparite notte tempo, avvolti nel tipico lenzuolo bianco sono i liberali. I comunisti invece sono insediati e inamovibili in tutti i gangli vitali del potere italiano, europeo e forse mondiale, dalle sale parto ai posti tomba.
Al suo collega Eugenio Scalari lei suggerisce: “stia lontano dalla politica, non è pane per la sua dentiera”. Ma lei è proprio certo che ad essere sprovvisti di denti politici siano i comunisti con la dentiera e non i liberali con i denti da latte, anche se anneriti dal fumo?
Rifletta: siamo un popolo che si dice liberale in un Paese liberale. Ma se ai liberali è rimasto solo un ex Premier ai servizi sociali, e per evitargli la galera lo hanno obbligato ad “inciuciare” in fila indiana con tre governi comunisti non eletti dal popolo, ma benedetti da quella UE che lo ha combattuto e ridotto a pugile suonato, me lo dice lei dove diavolo vede in Italia sto liberalismo, se i liberali sono scappati tutti dalla nave berlusconiana in costante affondamento?
Il comunismo è morto, e il Muro di Berlino è crollato; ma invece di seppellire i comunisti, ha spiaccicato i liberali. Gente che la politica la mastica solo in pappina omogeneizzata, se si è ridotta a consegnare il governo di uno Stato liberale ai comunisti e a rassegnarsi ai servizi sociali.
L’Italia è un Paese culturalmente comunista. Certo quei 39 milioni di elettori a reddito fisso ballano politicamente fra destra e sinistra, ma cosa vuoi che pretendano dagli eletti se non politica comunista: salario o pensione esentasse e mai profitto tassabile? “Mica fessi loro!!!”. Un liberale che raccoglie voti in Italia raccoglie rogne, perché gli toccherà assassinare o istigare al suicidio, con politica comunista, quella risibile minoranza di ebrei da sterminare: gli “imprenditori”, anche se si chiamasse “padreterno” Berlusconi.
Caro dott. Feltri, con le parole voi giornalisti fate miracoli; ma i fatti ci raccontano un’altra storia. A masticare poco di politica, non sono i comunisti mascherati da liberali e con la dentiera alla Scalfari: quelli promettono e restituiscono comunismo a vagonate; ma i liberali come lei coi denti da latte, perché non vuole vedere che in Italia la libertà di parola sua, mia e di chiunque, non serve ai liberali, per liberare l’Italia, ma ai comunisti per occupare tutti i gangli vitali del potere e spacciare per democrazia quel naturale sbilanciamento demografico delle classi sociali (39 a 2) che ci condanna tutti, volenti, nolenti, consapevoli, inconsapevoli, rossi, neri alla dittatura comunista.
Quindi, sul groppone del popolo italiano, pesano troppi comunisti veri travestiti da liberali finti; ma anche troppi liberali ridotti e rassegnati a mascherare di finta democrazia liberale una vera dittatura comunista, così granitica, immodificabile e inossidabile da poter sequestrare e sfruttare il capo dei liberali limitandone la libertà fisica e persino la libertà di parola. Ora, se mai le riesce, provi ad immaginare cosa può fare il sistema Italia impestato di ladroni pubblici ad un qualunquissimo imprenditore onesto.
Caro dottore, se vuole il consiglio disinteressato di un ex agente di commercio massacrato dal fisco, (ma ancora ben provvisto di incisivi naturali), cerchi di capire di che marca è l’ottima dentiera di Scalfari e corra a farsi una copia, se proprio ci tiene a masticare politica italiana quanto quei gran filosofi dei suoi colleghi rossi.
Featured image, il senatore Joseph McCarthy (1908-1957) nel 1954. Seconda immagine, copertina di un fumetto di propaganda americano titolante: È questo il domani? L’America sotto il Comunismo!