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Lontano...ma non dal cuore!

Creato il 28 febbraio 2011 da Carrie

Lontano...ma non dal cuore!
Rieccomi qui. Oggi sono iperfelice, un 30 ad anatomia patologica era quello che mi serviva dopo questi mesi di duro studio. Non è un 30 come gli altri perché l’anatomia patologica è uno di quegli esami che possono non farti mai laureare in Medicina viste le 2.000 pagine del libro e vista la difficoltà del suo contenuto. In ogni caso è andato tutto più che bene e sono felice. Sto ancora un po’ stordita e con la testa che non vorrebbe fare nulla per la stanchezza accumulata,ma la voglia di scrivervi è così tanta che non ho ceduto. Nel precedente post parlavo del mio desiderio di partire, allontanarmi per iniziare la mia vita…bene, mentre io ancora sogno e progetto il mio futuro, c’è invece chi il suo sogno sta quasi per realizzarlo. Sto parlando di S. e della sua partenza ormai imminente per l’Afghanistan., quattro mesi (ma potrebbero anche raddoppiarsi!) in cui sarà a quasi 5.000 km da me. Potete immaginare come mi sento. Vivo con la paura che quel giorno arrivi sul serio,quando sarò costretta ad abbracciarlo per l’ultima volta e a sperare di poterlo ancora fare al suo ritorno.  Lontano...ma non dal cuore!La prima volta che mi ha parlato di questo suo desiderio era all’incirca ottobre 2009, eravamo nella mia macchina una domenica pomeriggio ed io ero sulla luna come sempre, ogni volta che mi tiene tra le sue braccia. S. era da poco tornato da una vacanza-esercitazione a Las Vegas ed io tra una coccola e l’altra gli rubacchiavo notizie sulla sua esperienza americana, per saziare la mia incolmabile curiosità. Se c’è una cosa che dalla mia piccola esperienza con gli uomini ho imparato è che bisogna saperli ascoltare. Perché quando non c’è dialogo e un uomo non ha più voglia di  raccontarsi alla propria donna, quella è la fine di una relazione. Io ho saputo ascoltarlo e continuo tuttora a farlo e penso non smetterò mai di farlo con nessuno degli uomini che avrò al mio fianco. Quel pomeriggio ascoltai S. e vidi nei suoi occhi e nel suo modo di esprimersi la stessa voglia e lo stesso desiderio che è proprio di un bambino , quando brama un giocattolo che ancora non gli è stato regalato. Vidi in lui il desiderio di partire, di portare la sua competenza in un paese pieno di difficoltà, mettendo in gioco la sua stessa vita. Dopo quasi un anno e mezzo in cui non ha mai smesso di credere in questo obiettivo, S. a breve avrà il suo giocattolo, sebbene non si possa parlare di giocattolo in questo caso. La mia prima reazione a quelle sue parole fu il panico più totale, panico e paura, paura per una missione, quella in Afghanistan, che continua a fare migliaia di morti tra i nostri soldati. E non è un caso se sono qui a parlarne proprio oggi che l’Italia piange un altro militare,un altro uomo che ha creduto nella sua patria e per essa ha perso la sua stessa vita. Mi arrabbio quando ci ricordiamo dei militari e di quello che fanno solo quando muoiono, siamo così indifferenti a quello che ci succede intorno che non apprezziamo il lavoro di donne e uomini lontani dalla loro terra se non quando ci abbiano rimesso la loro stessa pelle.  A primo impatto quel desiderio di S. fu per me motivo di preoccupazione, non so perché ma vedevo tutto nero e credevo che l’S. che mi stava parlando non era l’uomo che avevo conosciuto ma un folle che senza un valido motivo andava a mettere a rischio la sua vita. È passato del tempo da quel giorno in cui per la prima volta ne abbiamo parlato e dopo quella chiacchierata ce ne sono state molte altre in cui ho capito che le mie paure erano anche le sue, ma che il suo desiderio era così forte da superare le paure stesse. Ogni giorno per tutto questo tempo S. non ha fatto altro che guadagnarsi la sua partenza e ora che quel giorno è quasi arrivato le stesse paure sono riaffiorate in entrambi, anzi forse oggi sono io quella più forte,quella che ha captato il senso di questa missione e il significato che ha per lui e giorno dopo giorno non smetto di dargli forza e coraggio. Oggi credo che questa sarà per lui una grande esperienza di vita, da cui imparare e crescere e certo non saranno mesi facili per me ma soprattutto per lui, non saranno mesi facili per noi che siamo abituati a raccontarci qualsiasi cosa ci succeda,però supereremo anche questo. Io ho fiducia in lui e in quello che fa e credo nella promessa che mi ha fatto, che qualsiasi cosa accada la sua salute verrà prima di tutto. Ed io lo accompagnerò e sosterrò in questa scelta, come ho sempre fatto,perché amare significa anche questo,condividere e comprendere i bisogni dell’altro, e mi mancherà un sacco il suo sorriso, quello che mi ha fatto innamorare dall’inizio e già sogno ad occhi aperti il giorno in cui al suo arrivo lo stringerò di nuovo a me.


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