Magazine I nostri amici animali
Tutela: La lontra europea è tutelata dalle seguenti convenzioni internazionali:* Delibera del Consiglio Europeo 82/72, 3/12/1981 relativa alla Convenzione sulla Conservazione della Fauna Europea e degli habitat naturali (Convenzione di Berna), Appendice II.* Direttiva CEE 92/43 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (Direttiva "Habitat"), Ministero dell'Ambiente.* CITES (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora). Appendice I.* Regolamento CEE 338/97, relativo alla protezione di talune specie della flora e della fauna selvatiche mediante il controllo del loro commercio (recepimento del CITES a livello europeo), Allegato A.
Da: Prigioni, in Mitchell-Jones et al. The atlas of European mammals. London: T&AD Poyser, 1999
Pericoli per la sopravvivenza della specieCollocandosi ai vertici della catena alimentare, la Lontra è particolarmente esposta agli effetti prodotti dalle alterazioni del suo ambiente di vita. Il declino delle popolazioni, sia a livello europeo sia italiano, è attribuibile all'azione combinata di più fattori, tra i quali i principali sono: l'inquinamento delle acque, la distruzione dell'habitat, la caccia condotta indiscriminatamente e il disturbo antropico. Ad essi va aggiunto, almeno per alcuni Paesi, il traffico stradale.
Inquinamento dell'acquaGli effetti prodotti dall'inquinamento idrico sulla Lontra possono essere distinti in due grandi categorie: quelli indiretti, identificabili con la compromissione delle sue risorse alimentari o più in generale dell'ambiente, e quelli diretti, dovuti al bioaccumulo di sostanze tossiche (tra cui i piombini delle cartucce durante la caccia e gli ami abbandonati dai pescatori).
Compromissione dell'ambiente naturaleGli ambienti acquatici sono in genere i più facilmente soggetti a degradazione a causa della loro intrinseca fragilità; qui, dunque, le modificazioni ambientali agiscono con effetti amplificati. La Lontra è una delle principali componenti faunistiche ad aver risentito della compromissione degli habitat naturali avvenuta soprattutto negli ultimi decenni. La situazione dei fiumi italiani dal punto di vista degli interventi di regimazione (come arginatura, canalizzazione, deviazione o rettificazione del corso, ecc.) è drammatica. Tali interventi comportano modificazioni dirette dell’ambiente, innanzi tutto la distruzione della vegetazione riparia e, secondariamente, variazioni chimico-fisiche delle acque. La rimozione della vegetazione ripariale ha profonde ripercussioni negative sull'intero ecosistema acquatico fluviale.
La persecuzioneLa caccia ha una grande responsabilità nel declino della specie in diversi paesi europei. Sebbene i dati desumibili da varie fonti storiche siano molto frammentari, è stato stimato che durante il secolo scorso siano state uccise oltre 541.000 lontre, pari ad una media annua di circa 5.700 esemplari. Questi dati sono senz'altro in difetto, considerato che per diversi paesi non si dispone di notizie storiche. Considerata un flagello per il patrimonio ittico, oltre che preda ambita per la sua pelliccia, la Lontra ha subito una spietata persecuzione che, molto spesso, veniva incentivata con taglie e premi anche elevati. La caccia era praticata (e in parte lo è ancora) sia con tagliole, lacci e trappole di vario tipo, sia con mute di cani appositamente addestrati. Anche in Italia, dove questo Mustelide è stato considerato "nocivo" fino al 1971 e cacciabile fino al 1977, la persecuzione ha fatto numerosissime vittime; una stima complessiva delle lontre abbattute è riportata per il decennio 1963-73, periodo in cui sarebbero stati uccisi non meno di 660 esemplari (Cagnolaro et al., 1975). Questo dato è una chiara testimonianza che circa trent’anni fa la specie era ancora abbastanza diffusa e abbondante.La lontra ormai è giunta sull'orlo dell'estinzione a causa dell'azione devastante dell'uomo che, cacciando, cementificando ed inquinando i fiumi, costruendovi ponti, case, strade e ferrovie ha ridotto drasticamente il suo habitat. Inoltre, a causa dei danni che provoca alla fauna ittica, in quanto ottima pescatrice, è stata sempre perseguitata dall'uomo e anticamente venivano offerte ricompense ai cacciatori semplicemente per il suo abbattimento. Oggi è molto ricercata la sua pelliccia, usata per preparare vari capi di vestiario, mentre con i peli della coda si fanno pennelli e con la parte lanosa del pellame si confezionano copricapo.
Le cause che hanno portato le popolazioni, sia italiane e sia europee, sull’orlo dell’estinzione, sono attribuibili ad una serie di fattori concomitanti, tra cui i più importanti sono:• Inquinamento delle acque con sostanze tossiche o eutrofizzanti;• Alterazione dell’habitat con il prosciugamento delle aree umide, la captazione delle acque per scopi irrigui o idroelettrici, l’arginatura artificiale di canali e fiumi;• Caccia e bracconaggio;• Disturbo antropico dovuto soprattutto alle attività “ricreative”, come per esempio la pesca.
Molte sono le analogie che accomunano dal punto di vista della sopravvivenza la lontra con la nutria (castorino).
LONTRA:
- Cacciata per la pelliccia
- Considerata nociva (in realtà non lo è)
- Può scavare tane negli argini ma occupa spesso tane già esistenti
- Si ciba di pesce e i “pescatori” si lamentano
- Mercato nero per la pelliccia attualmente attivo
NUTRIA:
- Cacciata per la pelliccia
- Considerata nociva (in realtà non lo è)
- Può scavare tane negli argini ma occupa spesso tane già esistenti
- Si ciba di vegetazione e i “contadini” si lamentano
- Mercato nero per la pelliccia (e la carne) attualmente attivo
FIG. 2 - Coypu o Nutria (Myocastor coypus)
E’ importante che la nutria non faccia la stessa fine della lontra ma che anzi venga valorizzata per quello che è veramente, un castoro di palude che grazie alla sua presenza mantiene vivi gli ecosistemi della Pianura Padana e non solo. La persecuzione verso la lontra e la nutria oltre ad essere estremamente antiscientifica è anche biologicamente, ecologicamente, eticamente e moralmente inaccettabile. Non è giusto che a causa dei soliti interessi economici di poche lobbies (venatorie in primis) sia sempre l’ambiente a pagarne le conseguenze. E’ fondamentale che le Amministrazioni pongano fine ai rapporti con il mondo venatorio e che instaurino una miglior sinergia con le persone e le organizzazioni preposte ad una vera, corretta e più scientifica gestione faunistica.
Potrebbero interessarti anche :
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Con il gruppo sanguigno 0 un minor rischio di Alzheimer
Quanti di voi conoscono il proprio gruppo sanguigno? Il gruppo sanguigno è qualcosa di estremamente personale, è determinato geneticamente alla nostra nascita,... Leggere il seguito
Da Laricercascientifica
RICERCA, SCIENZE -
La città perduta di Monterano
Una “città perduta” è un agglomerato urbano che è stato dimenticato per secoli e che risulta essere in rovina e completamente ricoperto da una foresta... Leggere il seguito
Da Aeon
SCIENZE -
Le comete assomigliano ad una paperella di gomma? Ecco perché
Diverse simulazioni al computer hanno ricostruito quelle dolci collisioni e fusioni che intervengono nelle fasi di formazione di un nucleo cometario, generando... Leggere il seguito
Da Aliveuniverseimages
ASTRONOMIA, RICERCA, SCIENZE -
Un aiuto al cervello dei più anziani arriva dal succo d’arancia
Un cervello più “smart”, ecco quale potrebbe essere, forse, uno dei desideri inconfessati delle persone più anziane. La possibilità di poter tornare indietro ne... Leggere il seguito
Da Laricercascientifica
RICERCA, SCIENZE -
Trivelle d'Abruzzo
Abruzzo addio: petrolio, pozzi e trivelle su oltre due mila chilometri quadrati. E' quanto emerge dal rapporto "La costa delle Trivelle. Leggere il seguito
Da Salvaleforeste
ECOLOGIA E AMBIENTE, SCIENZE -
Un esopianeta dall’atmosfera infernale
Rappresentazione artistica dell’esopianeta HD189733b Dal bel colore blu con cui è raffigurato non sembrerebbe, ma l’esopianeta HD189733b è davvero un pianeta... Leggere il seguito
Da Media Inaf
ASTRONOMIA, RICERCA, SCIENZE