La settimana che sta per concludersi è stata un rollercoaster di emozioni, in particolari per i diversamente eterosessuali e per le ragazzine (due categorie che ben rappresentano gran parte della redazione di Signorponza.com). La notizia bomba è stata senza dubbio l’abbandono ufficiale di Zayn Malik, che ha rischiato di mettere in ombra un’altra news shock per i giovani d’oggi: HBO ha deciso di non rinnovare per una terza stagione Looking, la serie tv con protagonista Jonathan Groff incentrata sulla vita di un gruppo di gay antipatici.
La serie puzzava già di morto, visto che negli ultimi tempi gli spettatori erano molti meno dei visitatori di questo sito. La HBO ha deciso comunque di darci un contentino e produrrà un film per la tv conclusivo.
In ogni caso, Looking non era un capolavoro, ma nemmeno un brutto telefilm (=nessuno si straccerà le vesti per questa cancellazione). Tuttavia c’erano aspetti positivi (che ci mancheranno) e aspetti negativi (che invece non ci mancheranno per niente). Eccoli.
Le cose che mi mancheranno di Looking
Doris
È la migliore amica di Dom (nonché ex fidanzata), ma è in realtà l’amica frociarola che tutti vorremmo (o vorremmo essere). È la più ragionevole di tutto il gruppo, non che ci voglia molto, ma sarebbe l’unica tra tutti i personaggi da cui accetterei un consiglio.
Il lato B (ma anche il lato A) di Kevin (Russel Tovey)
Sui difetti di Russel Tovey, che nella serie interpreta il ruolo di Kevin, ci tornerò. È indubbio però che dalla sua abbia un fisico che capisco perché gli sceneggiatori l’abbiano fatto spogliare una puntata sì e l’altra pure. Russel, il numero del tuo personal trainer? Grazie.
Augustine della seconda stagione
Augustine parte nella prima stagione come uno dei peggiori personaggi della storia delle serie televisive. Nella seconda stagione, però, cambia completamente. Questo perché chiusa una porta (la relazione con l’ex fidanzato persona orrenda, nonché artista) si spalanca un portone e sappiamo tutti che l’amore (al secondo posto dopo i soldi) è la cosa più in grado di farci cambiare. Per lui l’amore porta il nome di Eddie.
Eddie
Eddie è la vera rivelazione della seconda stagione: un bear simpatico che riesce a stupire (e cambiare) Augustine, ma riesce allo stesso tempo a stupire il pubblico dei più attenti che in lui ha riconosciuto lo stesso Daniel Franzese che interpretava nel 2004 Damien di Mean Girls.
San Francisco
Premetto che ho un debole per gli Stati Uniti tutti, ma San Francisco è una delle città di maggiore carattere e fascino (se si esclude New York che vabbè è la città della vita). Looking, che sembra perennemente girato con un filtro di Instagram, riesce a mettere in luce tutto ciò che di bello riesce ad offrire questa città che, in fondo, è la quarta protagonista del telefilm.
La colonna sonora
Ci sono alcune serie tv (un saluto a The O.C. che sicuramente ci sta leggendo) nelle quali la colonna sonora è artefice di buona parte del successo: Looking è uno di questi casi. Una selezione musicale mai banale e scontata, sempre a cavallo tra vecchi pezzi iconici, piccole chicche più o meno contemporanee e brani d’avanguardia. La playlist della prima stagione la potete trovare su Spotify a questo link, mentre quella della seconda stagione ve la embeddo direttamente di seguito, ché è troppo bella.
Le cose che NON mi mancheranno di Looking
Le orecchie a sventola di Kevin (Russel Tovey)
Molti le trovano affascinanti. Io mi dico: boh, si vede che da piccoli avete visto troppe volte Dumbo. Io posso capire che uno che abbia un fisico del genere (e l’accento inglese che tanto affascina) vi possa far sbavare. Ma le orecchie proprio no. Senza dimenticarci che anche lui dimostra di essere un personaggio davvero brutto brutto.
Quel orrendo cippettone di Richie
Patrick, il (quasi unico) protagonista, è stato sempre combattuto tra due amori: Kevin, del quale abbiamo già abbondantemente parlato soffermandoci su tutte le sue caratteristiche fisiche distintive e il sudamericans Richie. Se Kevin mi faceva storcere il naso per le orecchie, Richie me lo fa storcere per tutto il resto. Roba che ad ogni puntata mi veniva voglia di chiamare le Forze dell’Ordine per fargli controllare il permesso di soggiorno. Di mestiere fa la parrucchiera, un lavoro a cui tiene molto e per il quale uno si aspetta che sia anche bravissimo. Poi nell’ultima puntata scopriamo che è in grado solo di usare la macchinetta per rasare i capelli.
Le mille seghe mentali di Patrick
Patrick mi ha consentito ad ogni puntata di rispolverare su Twitter l’hashtag #pesante. La quantità di pare/seghe/menate mentali che riesce a farsi ogni 10 minuti è davvero impareggiabile e meriterebbe una pagina sul Guinness World Record, con tanto di ospitata su Canale 5 nella trasmissione di Gerry Scotti. Un uomo, una lamentela.
Dom e i suoi baffi orrendi
Dom è il vecchio del gruppo, ma il suo problema non è l’età anagrafica ma la pesantezza legata al suo personaggio che lo rende molto più anziano di quanto sia in realtà. Per altro inizia una storia con un uomo ancor più anziano di lui, nella quale la pesantezza di Dom riesce comunque a prevalere. E poi quei baffi. Ma dove siamo? In un porno anni ’70? Dai.
E a voi Looking mancherà o, come dicono gli inglesi, fottesega?
<a href="http://polldaddy.com/poll/8759853">Take Our Poll</a>Thanks for all the love, Looking fans. pic.twitter.com/V9Hupcih23
— Looking (@LookingHBO) March 25, 2015