Lorenzo Borgogni (Daniele Scudieri/Imagoeconomica)
Per più di dieci anni ha diretto l’ufficio relazioni esterne di Finmeccanica, colosso tricolore di alta tecnologia. Praticamente un ambasciatore senza feluca o immunità. Lorenzo Borgogni, 59 anni, senese puro sangue domenica, a malincuore, si è autosospeso dall’incarico dopo la pubblicazione di un verbale in cui ammetteva di aver ricevuto in dono alcuni milioni di euro da aziende che hanno lavorato per Finmeccanica. La procura di Roma lo ha iscritto sul registro degli indagati per finanziamento illecito del parlamentare Marco Milanese (il gip Anna Maria Fattori ha respinto la richiesta di arresto). A Napoli è testimone chiave nelle indagini sulle presunte mazzette pagate ai politici grazie alle sovraffatturazione degli appalti concessi da Finmeccanica e aziende collegate. Quella che segue è la trascrizione dell’intervista che Panorama.it ha realizzato con Borgogni attraverso il suo difensore, l’avvocato Stefano Bortone. Le risposte sono state date per iscritto.
Borgogni, ci spiega sinteticamente che cosa sia Finmeccanica? Ed è vero che ha sempre suscitato l’appetito della «politica»?
Finmeccanica è il più grande gruppo italiano di alta tecnologia, coinvolge aziende di molte regioni del nostro Paese, opera in settori particolarmente delicati, quali difesa, energia, trasporti. Ha suscitato la necessaria attenzione della politica, sia per la diffusione sul territorio sia in considerazione dell’ambito operativo.
In questi 17 anni quanti politici le hanno chiesto favori?
I rapporti con la politica rappresentano la norma; i singoli politici avevano interesse a mantenere i livelli occupazionali e ad agevolare lo sviluppo della nostra attività. In tale contesto, i rapporti con i vertici della politica erano gestiti direttamente dai vertici dell’azienda.
Da quanto tempo conosce il «consulente globale» Lorenzo Cola e chi lo ha portato dentro Finmeccanica?
Conosco Cola dal 2004-2005, quando si presentò come consulente HP perché intendeva partecipare alla dismissione di una società del gruppo Elsag (del gruppo Finmeccanica ndr). Era conosciuto all’interno del gruppo poiché operava nel settore del traffico aereo con la Società Cogim.
Chi è Lorenzo Cola? Perché ha avuto tanta influenza dentro all’azienda in questi anni?
Fino al 2007 era una figura marginale. Si impose dopo aver condotto con successo l’affare C27J, a fronte del quale la sua immagine fu molto rivalutata ed apprezzata. Parliamo del 2008-2009.
Che rapporti aveva con lui?
Durante la gestione dell’affare DRS (azienda bellica statunitense acquisita da Finmeccanica nel 2008 per 3,4 miliardi di euro, ndr) avevamo rapporti continui perché egli interloquiva con il mio ufficio di Washington. Comunque Cola tendeva ad avere un rapporto diretto con il mio Presidente (Pierfrancesco Guarguaglini, ndr).
È vero che lei sta accusando con i pm Guarguaglini e sua moglie Marina Grossi?
Non ho mai accusato di alcunché il mio Presidente, con il quale lavoro da 23 anni in piena sintonia. Altrettanto dicasi per l’ingegner Grossi.
Chi ha sponsorizzato gli imprenditori Tommaso Di Lernia e Marco Iannilli per la conquista degli gli appalti di Selex sistemi integrati?
Non conosco né Di Lernia né Iannilli e non mi sono mai occupato della gestione commerciale né di Selex né di altre società del gruppo.
In questi giorni, leggendo i giornali, sembra che lei starebbe facendo dichiarazioni clamorose alla procura di Napoli…
Sono stato sentito più volte dalla Procura della Repubblica di Napoli come persona informata sui fatti e come testimone assistito. Ho ritenuto doveroso rispondere alle domande poste, naturalmente nella misura in cui fossi a conoscenza delle circostanze.
In che veste è stato cascoltato? Si riconosce nella definizione di «collaboratore» di giustizia o di «pentito»?
Non mi riconosco nella definizione di collaboratore di giustizia: ritengo semplicemente di essermi sempre informato, come continuerò a fare, a un criterio di massima lealtà processuale.
È vero che ha ammesso di aver preso «tangenti» a Genova, quando era portavoce di Fincantieri, e in Finmeccanica?
Non ho mai preso tangenti, sicchè non avrei mai potuto rendere una simile dichiarazione a chicchessia.
In queste ore sono usciti i nomi di numerosi politici, da Altero Matteoli a Gianni Alemanno, da Pierferdinando Casini a Lorenzo Cesa, da Marco Milanese a Ignazio La Russa. Li ha fatti lei?
Eccezion fatta per Milanese, nessuno mi ha mai posto domande sui politici da lei indicati.
Perché è intervenuto per far acquistare la barca del deputato Marco Milanese?
Non sono affatto intervenuto nell’affare che riguarda la barca dell’onorevole Milanese; si tratta di un’erronea contestazione, nonostante dalle indagini sia già emerso il contrario.
È vero che Milanese influenzava le nomine anche in Finmeccanica?
E’ vero che Milanese si occupava delle nomine in Finmeccanica in quanto era il rappresentante dell’azionista, il Ministero dell’Economia.
Del famoso pizzino con le «raccomandazioni» per le nomine in Finmeccancia che cosa mi può dire?
Credo lei si riferisca all’appunto sequestrato presso il mio ufficio dalla Procura di Napoli. Al riguardo, intendo chiarire che si tratta del riepilogo delle indicazioni politiche sulle nomine in Finmeccanica ricevute dall’azionista.
Che cosa la addolora di più in queste ore?
Mi addolora molto tutto questo clamore sul mio conto, certamente frutto di un’ingiustificata amplificazione del mio ruolo.
Nel vedere crollare le quotazioni di Finmeccanica ha qualche rimorso? Si sente in qualche modo responsabile?
Credo che il crollo del titolo dipenda esclusivamente da ragioni di carattere industriale. Comunque non mi sento in alcun modo responsabile.
La sua azienda ha mai pagato i giornalisti per avere buona stampa?
A lei sembra che Finmeccanica goda di buona stampa? Per rispondere alla sua domanda, direi decisamente di no.
A Napoli le hanno contestato di far parte della P4?
Non sono mai stato annoverato nella cosiddetta P4 e i miei rapporti con Luigi Bisignani (indagato nell’inchiesta napoletana), come ho già chiarito, furono solamente istituzionali.
Perché si è autosospeso dopo la pubblicazione dei suoi verbali di interrogatorio sui giornali? È un’ammissione di colpevolezza?
Mi sono autosospeso solo per senso di servizio verso l’azienda; ma come ho già detto, mi sento fortemente danneggiato.
Con il senno del poi ritiene di aver commesso qualche errore che non ripeterebbe nella sua carriera?
Ho certamente commesso qualche errore di valutazione su alcune persone, che, con il senno di poi, non ripeterei.