Lorenzo Caprile: da Letizia Ortiz all'Infanta Cristina, ecco come vesto la donna spagnola

Creato il 20 ottobre 2013 da Rottasudovest
Lorenzo Caprile ha raggiunto la notorietà internazionale alle nozze di Frederick e Mary di Danimarca, grazie ai due magnifici vestiti creati per Letizia Ortiz, allora fidanzata con il Principe Felipe; due settimane dopo avrebbe confermato la bella impressione con l'elegante vestito grigio perla disegnato ancora per Letizia, per la cena di gala che ha preceduto le sue nozze. Poi c'è stato lo spettacolare vestito fucsia realizzato per l'Infanta Elena alle nozze di Victoria di Svezia e ispirato da Francisco Goya (bello anche il vestito verde di Elena alla cena di gala delle stesse nozze svedesi). In precedenza c'era stato il vestito da sposa realizzato per l'Infanta Cristina. Ultimamente i legami con la Famiglia Reale si sono un po' allentati, ma Lorenzo Caprile continua a essere uno dei sarti più apprezzati dalle dame dell'alta società spagnola ed è uno dei migliori stilisti del Paese. Non c'è nessun sarto spagnolo migliore di lui per la notte e sono dell'idea che nessuno come lui sappia interpretare l'essenza e la femminilità delle donne che veste. Un peccato che la Principessa delle Asturie, con il suo fisico esile e slanciato, non ricorra più alla sua arte, ma, come spiega Caprile in un'intervista rilasciata oggi a ABC, "bisognerebbe chiedere a lei" perché non la veste più, "probabilmente è uno di quei privilegi che capitano una volta nella vita". Di origine italiana per parte di madre, con lunghi studi italiani tra la Toscana, Milano e Torino, per approfondire la sua passione per la sartoria, di lui ricordo anche una bella intervista a due voci, con la madre, per La otra crónica di El Mundo. A volte, al leggere interviste di questo tipo, si capisce molto meglio il perché di certe scelte che si fanno da figli. Caprile lo ribadisce a ABC: sul suo interesse per la moda "deve aver influito l'aver avuto una madre e una nonna molto eleganti". I suoi genitori sono stati anche i primi a sostenerlo, quando, "30 anni fa, in un intorno conservatore, ho detto che volevo essere modista. Mi hanno detto che se lo facevo dovevo impegnarmi a fondo, perché questa professione è difficile". E infatti oggi, Caprile sostiene che "la cosa difficile non è iniziare, perché ci sono molti mezzi di comunicazione, i blogs, le sfilate... la cosa complicata è mantenersi". Lui, per continuare a essere uno degli stilisti più credibili di Spagna, ha scelto di non presentarsi alle sfilate della Settimana della Moda di Madrid e di concentrarsi soprattutto sui vestiti da sposa e da cerimonia. "I giovani danno un'importanza eccessiva alla sfilata e spendono i risparmi della loro famiglia per non arrivare a niente. Devono credere che il giorno dopo sono come Marc Jacobs. Una sfilata è l'inizio di una campagna, non la sua fine. A chi vuole avere un marchio commerciale, per vendere quaderni o profumi, servirà. A me no. In Spagna hanno fatto una specie di cocktail Molotov in cui mescolano la moda con la politica e le sovvenzioni. Sono passati 30 anni dalla prima edizione di Cibeles e non c'è nessuno che abbia superato i Pirenei seriamente. La moda è un affare che dovrebbe dipendere dal Ministero dell'Industria, non da quello della Cultura". Dunque, meglio concentrarsi sul proprio lavoro e sul rapporto che si instaura con le clienti. E' infatti la donna che ha davanti a ispirare Caprile: "Mi ispira sottolineare i suoi pregi e che sia spettacolare il giorno del suo matrimonio. Mi piace vedere come un oggetto che non esiste, il vestito, prenda mano a mano forma. E il contatto con le persone in un momento in cui sono molto sensibili. I matrimoni sono come i red carpets delle famiglie: in quattro ore si mettono in gioco molte cose". Ma non è tutto così idilliaco: a volte costa lavoro che le donne "si rendano conto della loro realtà, del loro fisico o del tipo di cerimonia". Il consiglio è che non ci si mascheri e si sia il più possibile se stesse, anche e soprattutto in un giorno speciale come quello del matrimonio: "Che la sposa si goda la giornata e che il vestito non sia un dramma. Quel giorno non è necessario essere la più originale, basta essere spettacolare e atemporale". Poi, tra tante idee e frasi che svelano il suo universo estetico ed etico, una piccola rivelazione, che potrebbe diventare un appuntamento imprescindibile per chi visiterà in futuro Madrid: "Il mio progetto più prezioso è completare la mia collezione di moda vintage in un minimuseo al Rastro".

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