Partiamo dal parcheggio della scuola materna, siamo io e Alberto di domenica mattina e fa già caldo. Certo siamo a luglio.
Ho voglia di sentire Lorenzo Monguzzi con il suo nuovo progetto musicale e poi c’è anche Marco Paolini.
Finalmente arriviamo, saliamo facendo il primo tratto in cabino-via, poi su a piedi, fino alla conchetta del concerto.
Sole è allo zenith, picchia giù bene, siamo a quasi duemila metri.
Siamo già in molti e mentre ci sediamo sull’erba altra gente continua ad arrivare.
Leggerò giorni dopo che eravamo in duemila persone per Monguzzi e Paolini in Val di Pejo (TN).
Poco prima delle 14 si inizia. Lorenzo è accompagnato dalla Piccola Orchestra Variabile. Marco Paolini prende la parola dicendo: “Ho intuito che avrei creato un bel rapporto con Lorenzo, quando ho capito che lui parlava della Lombardia come io del Veneto.”
Lorenzo è riuscito a mettere in atto uno spettacolo d’impegno civile, accompagnato da una ironia intelligente. Non poteva mancare una riflessione sui tempi d’oggi e con una speranza di cambiamento, migliore.
Lo spettacolo è una sorta di botta e risposta fra Lorenzo e Paolini, talvolta coinvolgendo i musicisti. A farla da padrone sono le nuove canzoni del cantautore: Portavèrta, Pezzi Di Cielo, Bolle o L’Autobus.
Il pezzo che però è diventato mio è La Tempesta. Una sorta di rinascita in solitaria e aiutata dalle cose vere e naturali che sono attorno a noi: il sole, il mare e il vento.
Lorenzo con la Piccola Orchestra Variabile lo rivedrò altre due volte quest’estate, ad Illasi a Villa Trabucchi (VR) e al Teatro Romano di Verona con Marco Paolini.
Le canzoni dello spettacolo fanno parte del nuovo album di Lorenzo Monguzzi Portavèrta, uscito ad ottobre di quest’anno.