a cura di Ninnj Di Stefano Busà
LORENZO SPURIO è nato a Jesi (AN) nel 1985. Laureato in Lingue e Letterature Straniere, è scrittore e critico letterario con all’attivo una serie di saggi pubblicati online, in rivista, in antologia e in volume unico, prevalentemente su autori anglosassoni.
Per la narrativa ha pubblicato le raccolte di racconti “La cucina arancione” (2013) e “Ritorn ad Ancona e altre storie” (2012 – coautrice Sandra Carresi).
Direttore della rivista di letteratura “Euterpe” fondata nel 2011, ha organizzato una serie di reading poetici e incontri tematici sul “Disagio psichico e sociale” che hanno toccato varie città per i quali ha poi curato le relative antologie dell’evento in collaborazione con la Associazione Culturale TraccePerLaMeta della quale è socio fondatore.
E’ stato ed è membro di giuria in vari concorsi letterari; è Presidente del Premio Letterario Nazionale di Poesia “L’arte in versi” e Presidente di Giuria del Premio di Letteratura “Ponte Vecchio” (Firenze) e del Premio “Città di Porto Recanati”.
La sua prima silloge poetica è “Neoplasie civili” (2014) una raccolta di liriche civili che si apre con la prefazione di Ninnj Di Stefano Busà.
L’AIUTO NON DATO (MAIDAN)
Rivoluzioni di provincia,
neglette reclusioni in
domini di regimi canaglia,
come sempre intimidiscono le stelle.
I comunitari se ne fregavano
beffando se stessi
in pensieri di fiamma,
spenti ed evacuati.
Cocci taglienti e scarpe spaccate
nella piazza centrale, assedio
contro un capo-cecchino
schifoso, come tutti i capi in guerra.
Del fuoco e dei vetri di piazza,
una neve non più bianca,
ma grigia di noia,
nera d’affanno
e prossima al rosso.
La battaglia si vince solo intentandola.
La vittoria è un tramestio di nuvole
e lacrime spente
mentre il giallo-blu del vessillo
si scioglie
in un verde opprimente
che fa sognare nei prati
di qualche fiaba tremenda.
NON PIU’ FAVOLE
Non era tempo per favole
e idiote freddure, quello.
Il sole riscaldava l’erba,
l’aria e il cemento,
ma non me.
Me ne andavo solo
riflettendo beota
mentre incespicavo
ai bordi di un marciapiede
spaccato.
Un gatto senza coda
correva baldanzoso
zampettando felice
in un prato
poco distante da me.
IL LAIDO TIMONIERE
(SEWOL INFILAZTO)
L’avventata decisione di solco
imprevedibile avvento di derelizione portò
nei mari avulsi da umana presenza
e regno dei flutti e scoramenti.
L’istruzione zuppa d’acqua,
incinta di un sale pungente
sdoganò la ratio
e l’oceano si mangiò se stesso.
Il fetido navigatore chinò il piglio.
Mi domandai se quei capelli fossero tinti.
Strozzai un bicchier d’acqua
e mi commossi.
Il comandante oceanico
rabbuiato per la sua colpa
accoltellava l’umanità di angoscia
con il traghetto-catafalco
esacerbando ferite profonde
fino all’osso.