La Tradotta rullava nella profonda valle della Cisa tra una nuvola di bambagia, l'erbe e l'arie argentate dalla notte, che spolverava d'oro anche il cielo, velavano di spazio il rotolio del treno.
I treni lontani sembravano fumate come si fanno nell'ottobre sull'aie, nelle prime giornate di stridore. I lumi delle stazioni, da anni appannati di celeste, quella notte avevano rimesso in giallo, ma rari come i fiori delle rape in un campo insidrito dal vento di marzo; anche sul mare, cielo capovolto verso l'abisso, le paranze avevano riacceso i fanali in vetta ai bompressi.
I vagoni-bestiame erano stivati di soldati sonnolenti che, burattati dallo sconquassamento, si sentivano colare macinati sulle rotaie; la volontà intorpidita e il cervello sciambrottato rilassavano il senso alle membra pesanti.
Qualcuno s'avvincava sul pancone, s'attortigliava al collo la mantella, sbadigliava, si tirava di peso sul compagno vicino.
Su tutti i volti visibili era pace, anche su quelli incotti di terra e inselvatichiti di pelame. Il lezzo delle vestimenta negli attorcigliamenti risollevava la peste della trincea.
La guerra era finita.
- È finita! - vociava qualcuno sognando.
- È finita! - rispondeva tal'altro.
- Finita, finita!!...
- Finita! - rispondevano dal vagone di coda.
La Tradotta sostava ad ogni lume e quelli arrivati, già attruppati sull'apertura, dicevano:
- Addio, fratelli! - Scendevano sconvolgendo il ghiaino, sparivano sotto l'ombra delle acacie verso il paese nativo.
Villa Argentina di ViareggioIngresso libero.
(Orario dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 18.30.
Chiuso il lunedì e il 25 dic./1 gen.)
dal 6 dicembre 2014 al 1 marzo 2015.
"La Grande Guerra di Lorenzo Viani"
Viareggio - Parigi - Il Carso
Pittura e fotografia della Grande Guerrain Lorenzo Viani e Guido Zappini