Lucca – Targa posta sulla casa dove morì Santa Gemma Galgani
Di sotto l’arco marmoreo, fatto aprire dalla principessa Elisa Baciocchi nelle mura di Lucca, perchè fosse più spedito il transito verso l’ubertosa Val di Nievole, in questi giorni passano, diretti verso Camigliano, – piccolo paesetto coronato di pampini, d’olivi e di ceruli colli, dove nel marzo del 1878, da Enrico ed Aurelia Landi, nacque l’angelica Vergine Gemma Galgani, le cui sacre reliquie in questi giorni sono partite per Roma, dove tra poco, nella Basilica di San Pietro, si svolgerà la solenne beatificazione della venerabile serva di Dio, – pellegrini e «festaioli», i quali si sono già largamente provveduti d’immagini, di «abitini» della Vergine lucchese e di medagliette bianche come margheritine di campo.
Una di queste «storie» dice che non senza particolare disposizione della Provvidenza i genitori della dolce fanciulla di Camigliano, quartogenita di otto figli, la battezzarono Gemma.
Questa cara fanciulla doveva infatti, con la grandezza della sua virtù, rendere un giorno illustre la sua famiglia, e risplendere nella chiesa di Dio siccome fulgidissima gemma preziosa. E certo per tale la riguardavano quei fortunati genitori tutto il tempo che vissero con lei.
La vera effigie della serva di Dio, Gemma Galgani, aperta e serena come una madonnina di Carlo Dolci, – lunghe trecce dei capelli anellati, ben composti sul petto, stupore soave degli occhi castissimi, bianchi e ceruli, bocca rosa sull’ovale del viso di cera, – ha tutti i segni delle predestinate
alla Gloria del cielo: un perfetto modello per un pittore che si dilettasse alle Sacre immagini. Stampe e litografie della Vergine circolano a migliaia per tutta la Lucchesia e luoghi finitimi.
( Lorenzo Viani, tratto da “L’astrografo poeta” dal libro “Il nano e la statua nera” )
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