Viareggio – Il vecchio faro sul molo – Foto del Centro Documentario e Storico di Viareggio
Durante le vacanze estive le lezioni di psicologia sperimentale continuavano sul pietrato del molo di Viareggio: la famosa Università degli apuani, di cui era magnifico rettore il poeta Ceccardo Roccatagliata Ceccardi. Allo sperone del sole d’agosto, su quelle pietre infuocate della Gonfolina, resistevano soltanto i peripatetici psicologi, i pescatori di traina e i «consumatori d’ossigeno»: chiamavano così nel paese una congrega di signori ben portanti, in su con l’età, puliti e garbati, sempre insieme e d’accordo come i maiali di macchia, i quali, per la corporatura ragguardevole, sembravano tante antiche bombole d’ossigeno ripiene. I «consumatori d’ossigeno» si sedevano, uno tocca l’altro, sul muricciuolo della diga sotto il fanale rosso; il primo ossigeno, il più puro, il più fresco e compatto era di loro. Dal viso dei «consumatori d’ossigeno» si arguiva che la loro vita era trascorsa in archivi, anagrafe e tra inserti logori dal tempo, perchè la loro pelle aveva preso della pergamena.
Vicino ai «consumatori d’ossigeno», sempre misurati, sobri, con un tiraggio di fiato medesimo, c’erano gli sperperatori d’ossigeno, gli psicologi i quali nell’enfasi della discussione talvolta aprivano bocca e lasciavano parlare lo spirito.
I pescatori di traina, con tutta l’anima agganciata all’amo aescato di baccalà molle, denominati per ispregio «governatori di pesci», stizziti dal cicaleggio psicologico proverbiavano, da vecchi marinari ridottisi in terra ferma: – Quel fiato asserbatevelo per quando sarete ridotti al pan bianco, che sarebbe l’ultimo viatico, – ma gli psicologi parlavano, parlavano, parlavano.
(Lorenzo Viani, Il nano e la statua nera – Sperperatori e consumatori d’ossigeno - Vallecchi, 1943)
Viareggio – Il molo – 2013
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