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Lorenzo Viani, Viareggio – Torre Matilde

Da Paolorossi

Viareggio - Ponte di Pisa - Foto tratta da Nuova Viareggio Ieri N.15-settembre 1995

Viareggio – Ponte di Pisa – Foto tratta da Nuova Viareggio Ieri N.15-settembre 1995

Il paese era ancora deserto, le case si schiarivano dei primi riflessi del cielo, sui tetti pigolavano grimi gli uccelli.

Quanto l’ardito fu sull’arcate del ponte gli si presentò davanti la darsena: vele gialle si aprivano tra i cordami e gli alberi dei bastimenti ormeggiati, qualche paranza si metteva alla vela portata dalla corrente alla marina.

La prigione del paese: una torre di pietrame bigio tagliata a pentagono col tetto rosso, acceso dalle prime saette del sole; occupava buona parte del cielo. Le immagini che erano al pilastro della porta — Cristo trafitto sulla Croce, intriso di sangue e aureolato d’oro; la Vergine celeste ritta sul mondo, col serpe verde a cercine sotto i piedi rosa — erano ancora velate d’ombra.

Gli uccelli ciuciurlavano tra i merli fioriti di semprevivi; la Torre cantava come un paretaio gigantesco; sul cornicione più alto un uccello bianco pareva battesse le ali sopra una graticola. L’ardito si fermò stupito, scrutò attento, sorrise, alzò una mano. Era un fazzoletto agitato da un detenuto che dalle celle, per le fessure della bussola, avendo scorto un soldato, lo salutava fremente.

Dalla parte del fosso una donna scarnita a capo in su affissava una grata alta.

Viareggio - Torre Matilde - Foto Archivio e Centro Documentario Storico di Viareggio

Viareggio – Torre Matilde – Foto Archivio e Centro Documentario Storico di Viareggio

[…]

A cento braccia dal casone c’era la prigione, un torrione largo, alto, nero, che subito dopo mezzogiorno parava il sole al casamento. La prigione era l’orologio dei poveri. Un disco bianco calcina con due seste lunghe, nere, puntute.

Visto di dentro, l’orologio pareva un girarrosto gigantesco. Su quel rotone stampato di lettere romane il tempo perdeva la vertigine e andava lento e a salti con quelle due gambe di ferro. Un pendolo sosteneva una luna eclissata che diceva eternamente no. La prigione era nuda, sulle muraglie tragittavano tarantole e talpe, tra erba scianguinella e sempreverdi.

Le celle erano al piano di sotto; pertugi, graticolati, gattaiole con feritoia a tassello, casse mortuarie di pietra, pile, lavatoi, tutte trasudavano acqua diaccia. L’aria la davano di sull’altana, vi si accedeva per delle scalette rampicate sulle fiancate, simili a quelle dei campanili, il vuoto dava la vertigine e il capogatto. Di lassù i detenuti dominavano il paese e il paese era sopraffatto dal mare che pareva dovesse inondarlo, sommergerlo.

Il mare era palpitante di vele, i penecchi di fumo delle ciminiere dei vapori pennellavano il cielo di nero, l’isole sembravano enormi scafi dipinti di celeste dati fondo al largo.

( Lorenzo Viani, Ritorno alla Patria, 1929 )

Viareggio - Torre Matilde oggi

Viareggio – Torre Matilde oggi

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