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Lost in my town: caffe’ e brioche

Creato il 23 luglio 2012 da Vivianamusumeciblog @VivianaMusumeci

Qualche giorno fa sono andata a trovare la mia amica Antonia a Milano. Non la vedevo da mesi e l’occasione è stata l’inaugurazione di una linea di borse a cui sono stata invitata come madrina. Evento mondano a parte, la mia amica mi ha invitato a metà mattina di un sabato di aprile, a fare una sorta di colazione in un bar e per l’occasione mi ha condotta in un caffé che realizza specialità siciliane. Il locale alle 11 del mattino, alla faccia della crisi, era pieno. La gente si accalcava al banco dei dolci per acquistare cassatine, cannoli, paste di mandorla e ogni ben di Dio a base di zucchero. Al tavolo, oltre alle classiche brioche sicule, ci siamo fatte servire una  granita al caffé con panna. Non c’è bisogno di dire quanto fossero buone. E così ho pensato a un locale simile nella mia città. Un posto che non venda brioche surgelate e riscaldate dai baristi prima di essere inserite in qualche apposito contenitore per dolci dove, i croissant si omologano uno all’altro diventando anonimi. Ho pensato alla calca che ci sarebbe in un bar simile alla domenica mattina per mangiare qualcosa di diverso rispetto ai soliti bigné o cannoncini alla crema tutti uguali uno all’altro. Un bar dove con tre euro, da seduti, si possano gustare sapori diversi eppure ugualmente intriganti rispetto ai soliti sapori plastificati di sempre, perché a parte alcune eccezioni, dove però la pasticceria si paga cara, consumare un caffé e una brioche in uno dei nostri bar del centro è un’abitudine che sa di plastica. E se il bar è all’aperto, anche un po’ di piccione. Cambia solo la vista del lato della strada


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