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LOST IN MY TOWN Le solite vasche

Creato il 31 maggio 2012 da Vivianamusumeciblog @VivianaMusumeci

Una mia carissima amica il lunedì sera va a in palestra; il mercoledì, invece, fa acqua gym; il sabato mattina fa jogging e la domenica va in bicicletta oppure a camminare in montagna. Il fiato non le manca, la gamba pure. Quando, però, le chiedo di passare a trovarmi a casa per un té, la sua risposta di solito è: “Fino a Pescarenico? Ma lo sai che faccio una fatica folle a trovare il parcheggio?”. La mia amica abita in centro Lecco ed è affetta dal male tipico del lecchese medio: il centro storico è sacro e i rioni rimangono delle entità marginali. Questo mi fa sovvenire un aforisma di Dorothy Parker – da adattare ai nostri costumi, ça va sans dire -: “Los Angeles: 72 sobborghi in cerca di una città”. Per Lecco si parla di rioni – 13 per l’esattezza -, eppure, a volte, sembra che la città viva solo in quei pochi metri quadri che vanno da Piazza Cermenati a Piazza Manzoni, passando per via Roma, via Cavour, la parte bassa di via Carlo Cattaneo – quella alta, con via Cairoli, la parte di via Mascari che conduce alla Basilica di San Nicolò, per qualcuno, sono già da considerare periferia, per cui non sorprende che i nove minuti a piedi da piazza Garibaldi a Pescarenico, siano privi di appeal e inconcepibili da praticare, per chi, come la mia amatissima amica preferisce usare il suo fiato per lo spinning, ma non per godersi, ad esempio, l’Isola di Pescarenico o l’Adda  -. Se dal centro mi incammino di buon passo in direzione Rivabella, dopo venti minuti circa, supero il confine con Chiuso e in altri dieci minuti giungo a Calolzio. Ergo: cambio città. Se lo faccio a Milano, al massimo cambio quartiere. E’ una questione di proporzioni e misure che si riflettono sulle nostre abitudini e sulla visione delle distanze. Il lecchese tipo vive il centro storico come se un misterioso magnete lo irretisse, imprigionandolo, in quella zona di mezzo che ricorda un po’ l’Isola metafisica di Lost: tutti sempre insieme nello stesso posto, ogni tanto i protagonisti provano ad abbandonarlo, ma per motivi misteriosi che sfuggono alle nostre menti, non ce la fanno mai a scappare.


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