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Lost in Yamato – Terza Puntata – 2009 – Kyoto

Creato il 16 marzo 2014 da Egosistema

Lost in Yamato

Parte Terza – 2009 – Kyoto

 

 Terza Puntata con il nostro viaggio del 2009, scopriamo Kyoto!

 

Yamato

sabato 15 agosto 2009

7 – Il Tè e la Reggia

40 minuti passarono dalla chiusura elettronica della mia camera al poggiar del sedere in un bar della Kyoto Station.
In questa enormità di tempo incredibile altro che compiere uno spostamento in metrò e in treno fra due città distanti più di 60 km nel Kansai, a Torino manco arrivavo in centro dall’ufficio con il bus…

Certo che quale esser umano dotato di un minimo di discernimento si munirebbe di un ingombrante, scomodo e costosissimo mezzo di locomozione personale (leggasi automobile) avendo a disposizione una rete così precisa, puntuale, pulita, efficiente, sicura ed economica di trasporti pubbilici? Certo qui nel Kansai non raggiungiamo le cosmiche vette di incredibili soluzioni di logistica raggiunte a Tokyo, dove singole stazioni (Shinjuku) movimentano più di due milioni di persone al giorno, si avete letto bene, al giorno, con una media di qualche centinaia di migliaia di persone presenti contemporaneamente nell’immensa stazione dalle 57 uscite a dai 6 livelli sotto e sopra elevati.
I giapponesi hanno fatto del trasporto pubblico una scienza, esatta, precisa, efficiente, sicura ed economica (per dire, da Osaka a Kyoto, metrò compreso ho speso circa 6 euro, tutto addebitato nella carta ICoca, neppure lo sbattimento di far biglietto…)

Ma basta divagar, parliamo di Kyoto, anche qui la prima impressione non è stata delle migliori, forse domani migliorerà e forse le aspettative erano un pochino alte, ma non mi è sembrata ‘sta gran cosa, un paesottone, una specie di Odawarao Kamakura ingrandite, prive del fascino mistico di Kamakura o della quiete provincialesca e genuina di Odawara.

Ho visitato la parte “laica” dei dieci “must see” consigliati dalla guida, ovvero l’Imperial Palace e il Nijo Castle, niente templi, quelli forse domani.
L’Imperial Palace mi ha subito fatto una pessima impressione, scendo dalla stazione del metro e nessuna indicazione, avevo uno spigolo delle mura e nulla che mi dicesse se andare da una parte o dall’altra, niente e dire che Kamakura, con la sua marginalità nel turismo internazionale accidenti ti accompagnava per mano con indicazioni continue e qui siamo a Kyoto.
Entro infine e scopro che la visita all’Imperial Palace è subordinata ad un permesso da richiedere e solo in tuor guidati! Inaudito! Mai vista una cosa del genere in tre anni in giappolandia! E no, io i tour guidati li odio, io vado in giro per i cavoli miei proprio perchè voglio andare dove mi pare, quando mi pare, perciò addio Imperial Palace.
Uscendo dal complesso becco una piccola ricostruzione di una sala da tè cerimoniale del 1600, ecco bellina, tolte le scarpe la visito tutta, proprio bellina, un tutffo nel passato e uno squarcio di vita di altri tempi

:)

Yamato

Contento per essermi risollevato un po il morale e dopo aver mangiato qualcosa di strano in una ciotola di riso in un ristorante tipico all’interno del complesso imperiale, buona ma niente di che rispetto a quello mangiato nei chioschetto di Osaka ieri, mi dirigo verso il famigerato Nijo Castle, li in zona.

Anche qui ci metto un pò per l’incapacità cronica di dare indicazioni, per la mappa del metrò fornitami dall’ufficio informazioni peggiore del mondo, intricata come non mai, hanno solo due linee e sono riusciti a mapparle così male che quella di Tokyo sembra un monumento di comprensione e semplicità (cosa che in effetti è).

Comunque alla fine arrivo, un pò preoccupato perchè sono le 15 e il sito chiude alle 16… alle 16!? Ad agosto? Durante la settimana di vacanza in giappolandia per via del rituale dei morti? Vabbè spero di farcela in un ora!
Alla fine ci ho messo mezz’ora, ed è stato fin troppo… innanzitutto non è un castello, non ha alcuna valenza militare, non è certo Odawara o Osaka, ma è una reggia per intenderci, ovvero un palazzo cerimoniale costruito dal shogunato dei Tokugawa come rappresentanza del potere politico a Kyoto quand’era la capitale.

Yamato

La visita è una lunga, lenta, noiosissima passeggiata all’interno con vista di stanze le cui spiegazioni sono solo in giapponese! Ma come!? Un patrimonio dell’Unesco e non ha neppure le spiegazioni in inglese!? Le uniche cose in doppia lingua erano i 16mila divieti che avevi, tra un po manco respirare potevi, certo non sarebbe stato noioso se avessi potuto capire che cavolo di funzione avevano le stanze che vedevo.
Alla fine guardavo solo avanti e non vedevo l’ora di uscire… che tristezza, mi sentivo defraudato della mia curiosità di tutto ciò che è Giappone medievale, samurai, shogun ecc… mi sentivo derubato di qualcosa che mi sarebbe potuto molto interessare se solo fossero stati meno sciatti ed imprecisi.
Ecco a Kyoto ho trovato imprecisione e sciatteria nella valorizzazione dei siti turistici, una cosa mai vista, mai provata da quando sono in Giappone, pure lo sconosciuto castello di Odawara aveva il suo bel museo con tutte le teche in doppia lingua, per non parlare di quello di Osaka, straripante di indicazioni, addirittura sottotitoli in inglese per i supporti audio visivi.

Spero tanto che la situazione cambi nei templi, ma se tanto mi da tanto… che peccato… uffa!

Ritorno ad Osaka vagamente stancuccio, e cercando la metro dopo esser uscito dal gate della stazione dei treni, tutto nel sottosuolo, passi dai treni alla metrò senza veder la luce del sole se vuoi e io invece decido di veder la luce del sole

;)

Non proprio sole, ma le mille luci del quartiere Umeda di Osaka, la Shinjuku locale, ovvero il quartiere dei grattacieli e mega centri commerciali, fra cui Yodobashi Camera di Osaka.
Ecco immaginate 3/4 di gru, estendetelo per 8 piani, riempitelo di tutto quello che l’umanità ha prodotto di tecnologico e affini ed avrete una vaga idea. Ho visto prodotti italiani (porta macchine foto) che non avevo mai visto neppure in Italia!
Certo a Tokyo c’è Yodobashi a Akihabara che è una volta e mezza le gru, sempre per 8 piani, ma fa comunque sempre impressione, dentro c’è un rumore pazzesco, anzi, non rumore, ma suoni dei commessi che ti uralano qualcosa, dell’ipnotico jingle di “yodobashi camera, na ra na ra…” che si pianta nel cervello e non esce più e un overload di input visivi da svenire.
Per esempio, volete qualcosa che pulisca le lenti della macchina foto? In Italia forse trovate uno o due prodotti, qui trovate uno o due scaffali enormi, pieni fino al soffitto di prodotti diversi, puoi passare un pomeriggio solo a scegliere che accidenti di prodotto è meglio per la tua preziosa lente!

Torno infine alla mia Shinsaibashi e mi immergo nel casino della sera e faccio amicizia

:)

Good night! Domani ci riprovo con Kyoto

:)

 

domenica 16 agosto 2009

8 – The Path in Southern Higashiyama

Se in quel momento fosse passato un corvo e se quel corvo fosse stato in verità l’incarnazione della divinità dei corvi e fosse quindi dotata di intelletto e sopratutto di senso dell’umorismo avrebbe visto uno straniero arrampicarsi sul fianco della “Collina dell’eterno Oblio” (© Gabriel Voyager) grondante di sudore con un’espressione particolarmente ebete stampata sul viso, persino più ebete del solito!

Yamato

Allora questa divinità corvo si sarebbe appollaiata su un’alto ramo per farsi due risate e passare così la giornata a veder vagare come un inebetito tontolone questo straniero che scuoteva il capo di fronte ai nomi dei siti in kanji e tentava in tutti i modi di capire dov’era e sopratutto “ma perchè!”

Si dal caso che questo straniero stamane si fosse alzato particolarmente combattivo poichè non si spiegava come mai, dopo aver piegato alle proprie brame turistiche posti sperduti del Giappone di appena qualche riga risicata sulle corpose guide, non riusciva ad apprezzare la città che sulla carta era LA metà turistica in Giappone.
Decide allora questo straniero di affidarsi alla guida che le suggerisce un percorso lungo tutto il Southern Higashiyama beccando posti da tripla stella come Kiyomizu-dera.

Yamato

Tutto è pronto, guida (che ahimè si rivela ben misera, fosse per me la Lonely fallirebbe, impiega più pagine a descrivere dove comprare il miglior maledetto bicchierino di sakè in terracotta che a descrivere i siti turistici…) macchina foto ecc…
Lo straniero si presenta fiero alla fermata del bus e BUM in sequenza due mazzate, la prima è il nome delle fermate tutte in kanji, manco un romanji a pagarlo oro colato e bum la seconda si becca un sarariman (salary man secondo una crasi tipica giapponese, “vagamente” dispregiativa che descrive i lavoratori a salario, gli impiegati per intenderci) che sbraita all’autista qualcosa del tipo: “OHHH guido, se non muovi ‘sta carretta vengo li e ti mischio le falangi degli alluci!”.

L’atto di palese, manifesta, inequivocabile maleducazione crea un certo shock nello straniero che in tre anni non ha mai assistito in Giappone a scene del genere (a casa sua invece, normale normalità) e così fra i suoi pensieri, occupati finora dal panico di non aver preso il bus giusto, si sostituisce la considerazione che Kyoto gli ha sottratto un’altro pezzettino del Giappone che amava… sigh…Il resto della giornata il corvo lo passa ad osservar divertito lo spirito battagliero dello straniero disintegrarsi di fronte ad un muro di incomprensione (manco i nomi dei siti in romanji, non dico tanto, ma almeno i stracavolo di nomi dei siti!!!!) e per dargli il colpo di grazia decide di scatenargli addosso il suo esercito di demoni peggiori: i Tremendi Vecchietti di Kyoto!
I TVK sono una schiera dannata espulsa dall’inferno più nero per infestare i poveri stranieri che osano deambular nella sacra Kyoto, spingono, urtano, passano davanti nelle code e ne combinano di tutti i colori pur di infastidire all’eccesso il povero straniero.

Yamato

A questo punto il corvo si sta sganasciando dalle risate, non ne può più, tra un pò soffoca e decide allora di far prendere un attimo di pausa al povero straniero, così lo spedisce nel Labirinto del Turista Fesso.
Il LTF è una lungua e tortuosa stradina dove ci sono tante casettine tipiche della Kyoto medivale, ma è solo una facciata, in verità sono tremende trappole divora soldi per i poveri stranieri! I ristorantini tutti bellini e tipici invero servono pizza, i negozietti vendono Katane di plastica made in china e magliette che manco il capo tamarro di curva Scirea si oserebbe indossare.
Ovviamente lo straniero non può che percorrerla tutta poichè appena tenta di orientarsi con i nomi dei templi che li appaiono ai lati non riesce a confrontarli con i nomi dei templi della guida per la semplice legge dell’incompatibilità dei caratteri che qui a Kyoto sembrano non aver compreso molto bene (oppure hanno compreso benissimo e se ne fregano).

Per fortuna che forze angeliche giungono di tanto in tanto a salvar il povero straniero perso nei meandri infernali dell’LTF, una ragazza che gli indica la via, una barista che gli offre un’oasi di pace e serenità, un gelato e un’ambiente veramente carino, ma sono appunto oasi in mezzo all’LTF che per fortuna ha fine.

Ovviamente sarebbe dovuto sbucare in una via e invece sbuca in un’altra, ovviamente qui le vie non hanno nomi, ovviamente beccare qualcuno che sappia dov’è la metro non è cosa, l’ultimo scherzo del corvo che ancora sghigniazzante decide di mollar la presa per andare a cenare.
Così al povero straniero non resta che affidarsi all’unico faro di conoscenza presente in questa città, decide di sfoderare IL NOME, pronunciare le fatidiche parole di salvezza e redenzione: “Kyoto Station“!
Viene così catapultato in un bus, oramai è troppo stanco per pensare che forse lo sta portando ad Okinawa e si affida totalmente al potere delle Parole Salvifiche.
E le Parole lo salvano davvero, si ritrova i fronte al Cancello d’Argento, il cancello il cui varcar con apposita card lo conduce alla sua casina, alla sua Shinbashi di Osaka.
Qui si nutre di qualcosa che sa di pollo con anacardi e riso bianco e una specie di insalata di cose bianche, non sa esattamente dove si sia seduto, ne cosa stia mangiando (gli piaceva tanto la “figu” sul menù), ma il cibo è buono, anzi buonissimo, la musica è deliziosa (si fa dare il nome della cantante) e termina infine la serata in un bar con un caffè Illy e musica Trip Hop nelle orecchie.

Oramai l’influsso del corvo era svanito, domani dovrebbe esser una giornata splendida, perciò vado ad Himeji!

Good Night to all and leave the crow alone! ;-D

 

Fine Terza Puntata, alla prossima per visitar il maestoso castello di Himeji e la prima capitale del Giappone: Nara!

つづく

 


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