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Lotta biologica ai lepidotteri con il Bacillus thuringiensis

Da Gianni

Lotta biologica ai lepidotteri con il Bacillus thuringiensis
Quei maledetti lepidotteri che tanto amano banchettare con le nostre piante possono essere combattuti con ottimi risultati e senza l’uso di veleni chimici grazie a un metodo di lotta biologica efficace e al contempo innocuo per la stragrande maggioranza degli animali (compresi i cosiddetti insetti utili, api in primis) basato sul Bacillus thuringiensis.

Il B. thuringiensis non è nuovo su queste pagine: lo abbiamo incontrato come metodo di lotta alla processionaria e soprattutto per contrastare quell’insopportabile insetto chiamato comunemente zanzara, ancora più fastidioso da quando alle specie tipiche delle nostre latitudini si è affiancata la famigerata tigre.

Il B. thuringiensis è un batterio del suolo sporigeno che durante la fase di sporulazione produce un cristallo proteico che in un ambiente a pH altamente basico innesca un meccanismo capace di produrre un’endotossina paralizzante dell’apparato digerente dell’ospite con conseguente, rapida morte. Detto in parole povere l’insetto fitofago si nutre di una pianta infettata dal B, quest’ultimo produce la tossina che blocca l’intestino dell’insetto e che lo porta velocemente alla morte. Le condizioni ideali perché questo accada le si trovano solo negli organismi che possiedono un apparato digerente con pH superiore a 9 che si riscontra solo in specifici gruppi di animali come zanzare, larve di lepidotteri e poco altro e che esclude tutti  i mammiferi (uomini, cani e gatti compresi…), i pesci, gli uccelli e, come detto, praticamente tutti gli insetti utili, compresi i predatori naturali.

Attenzione però, non tutte le varietà di B. thuringiensis in commercio sono efficaci allo stesso modo e per tutti gli insetti dannosi: se per combattere le zanzare serve il B. thuringiensis var. Issraelensis (Bti), per la lotta ai lepidotteri dobbiamo usare le varietà Tenebrionsis, Aizawai e soprattutto Kurstaki. Quest’ultima è quella che ci interessa di più per la sua efficacia verso molti lepidotteri. Il B. thuringiensis var. Kurstaki infatti risulta attivo contro nottuidi, processionaria, mamestre, cavolaia, Heliothis, tignole, Phthorimaea, piralidi, Prays citri, Anarsia, Grapholita, cheimatobia ecc. Va applicato per irrorazione lo stesso giorno nel quale viene preparato il prodotto e va somministrato preferibilmente alla sera, la sua azione dura circa sette giorni e in caso di pioggia va ripetuto il trattamento; sembra che la sua efficacia aumenti se nella prepazione viene aggiunto dello zucchero. Di questa varietà esistono in commercio diversi ceppi dei quali EG 2348 ed EG 2371 sono quelli più diffusi, se si hanno esigenze specifiche però è bene leggere attentamente le indicazioni riportate nelle confezioni o farsi consigliare da personale qualificato.

La varietà detta Aizawai è più specifica per i nottuidi mentre se avete a che fare con l’azione della dorifora su melanzana, pomodoro e patata dovete usare la varietà Tenebrionsis. Anche per queste due varietà valgono le stesse regole d’applicazione del Kurstaki: somministrazione nello stesso giorno della preparazione del prodotto da effettuarsi nel tardo pomeriggio o alla sera e da ripetersi in caso di pioggia e abbassamento di temperatura. In generale e per tutte le varietà di B un paio di trattamenti effettuati con una settimana di distanza l’uno dall’altro risolvono la stragrande maggioranza di attacchi di un alto numero di specie di lepidotteri. L’unica accortezza da prendere è quella di fare attenzione quando si distribuisce il prodotto perché, anche se innocuo, può essere irritante per le vie respiratorie.

Foto di nabo

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