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L'esordio narrativo di Gemma Weekes
Eden è una ragazza di 25 anni, è londinese di origini caraibiche e non è che sia poi molto soddisfatta della sua vita. Già, perché Eden è malata, malata d’amore e vive la realtà di una ragazza inglese di oggi che non avverte come un peso il colore ambrato della sua pelle. Conduce un’esistenza che si divide tra la moderna cultura anglosassone (quella di Londra) e quella newyorkese, seconda patria di molti caraibici di Santa Lucia, l’isola dei suoi avi. Eden ha un lavoro e delle amicizie piuttosto normali, ma è l’incontro con Zed, un rapper di New York che conoscerà durante la prima visita alla famiglia della madre a Brooklyn, che le sconvolgerà la vita. Love me, romanzo d’esordio della scrittrice Gemma Weekes, è un bel libro dallo stile fluido e avvolgente, dal ritmo serrato e dallo stile moderno ed essenziale. Il linguaggio dei nostri tempi cambia in continuazione, sia dal punto di vista strettamente linguistico che da quello legato alle mutazioni sociali e culturali. Esistono dinamiche che rivelano la necessità di trasformazioni strutturali – nonché lessicali – che riflettano lo specchio dei tempi. Love me segue queste dinamiche nello svolgimento del soggetto così come nell’utilizzo del registro linguistico utilizzato. L’arte letteraria è da sempre soggetta all’influenza continua di scambi e convergenze con il mondo reale, e l’interazione in questo senso ha spesso condotto a risultati compiuti e maturi. Definito dal Guardian un brillante romanzo d’esordio, con personaggi indimenticabili e splendidamente tratteggiati, ambientazione perfetta e un linguaggio veloce a accattivante, Love me è un romanzo moderno e attuale che vede la cantante e poetessa londinese Gemma Weekes cimentarsi nella narrativa con un romanzo al femminile, che potremmo definire di formazione. La Weekes è molto seguita in Olanda, oltre che in UK, e questo di certo, oltre allo stile interessante e al linguaggio veloce e accattivante, anche grazie all’aver saputo reinventare il romanzo d’amore trasformandolo in uno scritto più fresco e vibrante. Love me è ritmato come una canzone, pieno di slang e infarcito di “colloquialismi”, elementi che lo rendono vicinissimo alla musica. Nel libro si parte dall’analisi di una complicata storia d’amore per arrivare al tentativo della protagonista di comprendere e ricercare un’identità personale. La protagonista si scoprirà interessata a indagare le proprie origini etniche e culturali e a rapportarsi con i momenti più difficili della vita di ogni donna, dal rapporto col proprio corpo a quello con la madre, dal senso di insoddisfazione all’analisi della propria capacità di seduzione e di vivere i rapporti affettivi. Eden, in fondo, non è contenta di come procede la sua vita: ha un lavoro che non le piace, poche amicizie e un padre in procinto di sposarsi con una donna che non le piace. Le cose sembrano cambiare solo quando riappare nella sua vita Zed, un rapper newyorkese, grande amore adolescenziale mai dimenticato, il quale, però, sembra non corrisponderla perché invaghito di un’aspirante fotomodella. Eden deciderà allora di rifugiarsi a New York dalla zia Katherine per alleviare il dolore, ma sarà proprio in quel momento, e in quel contesto, che ritroverà la strada per affrontare i fantasmi che le tormentano la vita. Gemma Weekes è nata a Londra nel 1978, nell’East End, ha vissuto tra Inghilterra e Santa Lucia e ha cominciato la sua carriera artistica come poetessa e musicista. Love me è il suo romanzo d’esordio, splendidamente tradotto in italiano da Sebastiano Pezzani dopo la pubblicazione, oltre che nel Regno Unito, in Olanda, Francia e Germania. È un romanzo, questo, che offre un buon esempio di letteratura hip hop, con uno stile e un linguaggio – oltre che una scelta strutturale, come quella dei capitoli superbrevi – molto rapidi e, forse per questo, efficaci e diretti. I luoghi, come la vecchia Brooklyn con le sue decrepite case di pietra, o la Londra (più volte definita schifosa) con i marciapiedi pieni di buchi, il cielo opaco e le pozzanghere vengono raccontati dalla Weekes con il ritmo della musica hip-hop racchiuso nella sua anima poetica. Tema centrale del romanzo è l’amore, che viene indagato in ogni sua forma: quello fra uomo e donna, fra genitori e figlie, fra nipote e zia, fra amici, fra bianchi e neri. Anche se, poi, in fondo, è quello fra uomo e donna a regolarne l’ossatura, come si deduce dal passaggio che segue: Ecco una importante lezione di vita, tesoro: non soffrire e non chiedere scusa. Le donne hanno in mano la chiave dell’anima degli uomini. Gli uomini conoscono se stessi solo grazie a noi. Farebbero qualunque cosa pur di nasconderlo, ma è la verità. Un capitolo a parte merita la musica. Funk, hip hop, soul, rock e R&B si mescolano per diventare colonna sonora della storia che si impreziosisce, inoltre, di indicazioni di grandi artisti come Bob Marley, Prince e Marvin Gaye. Gemma Weekes osserva il declino del vero hip-hop, che si trasforma da espressione della vita di strada a fenomeno di moda privato del valore originario e si configura come un’autrice che ha voglia di mettersi in gioco, di analizzare, di capire fino in fondo cosa voglia dire il confronto (con se stessi e con gli altri) e la difficoltà di individuare i veri punti di riferimento della vita. Love me è, così, un romanzo d’amore con momenti autobiografici molto evidenti. L’autrice e la protagonista hanno parecchio in comune, dal luogo di nascita (l’isola caraibica di Santa Lucia) alla collocazione personale fra due culture diverse. Gemma Weekes cambia approccio nei confronti del romanzo d'amore, staccandolo dal genere e dislocandolo nella narrativa più pura, rendendo Love me un romanzo giocato su più piani e incentrato sull’intreccio di tematiche differenti, oltre che sulla difficoltà di piacersi e di commisurarsi con gli altri intorno a noi. E punto centrale è, ovviamente, l’amore. Sentiamo cosa dice la Weekes quando le si chiede una battuta su questo sentimento così grande, eppure così problematico.
Cosa significa chiedere amore?
L'amore è il sentimento primario per qualsiasi essere umano. Questo è il mio primo romanzo, e dovendo pormi un quesito fondamentale, ho deciso di partire da questo vuoto che cerchiamo costantemente di colmare.
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