Magazine Informazione regionale

Luca Ferrari abbatte i compromessi di don Pizzarro: avanti la rivoluzione culturale dal basso, che i borghesi si tengano torroni e violini e manifestazioni esclusive o consumistiche

Creato il 22 settembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Diffido dalle ‘vocazioni’ di un territorio, perché bisognerebbe disporre di elementi per risalire a quando e perché una comunità si dice ‘avocata a’. Nella fattispecie, per rispondere a “don Pizzarro” (ma sarebbe meglio rivelasse la sua identità… o ha qualcosa da perdere?) non è detto che torrone e violini siano così profondamente insiti nel DNA di Cremona.

Torrone Classico

Tipico dolce borghese utilizzato nelle manifestazioni consumistiche che hanno caratterizzato la cultura cremonese negli ultimi anni in particolare

O meglio, se l’indicatore, come mi sembra di intendere, è la “tradizione”, allora il torrone e i violini non sono più rappresentativi della città di quanto non sia la musica popolare (in particolare per i canti del lavoro), la storia cooperativa (le prime cooperative nacquero proprio in quest’area) o, ad esempio, il canottaggio…
La questione a mio parere determinante in fatto di politiche culturali, è che un ente locale dovrebbe promuovere contesti di elaborazione/rielaborazione del patrimonio, fungere appunto da mediatore/facilitatore del processo di partecipazione dei cittadini finalizzato alla costruzione di un nuovo ‘senso culturale’, non ipostatizzare la conservazione di una tradizione culturale perché qualcuno (in genere chi ha interessi da difendere) ha stabilito che va sostenuto, preservata, promossa.
Ma è una tradizione viva? Ha una diffusione nella comunità? I suoi appartenenti si sentono rappresentati?
Si suonano i violini nelle scuole cremonesi di ogni ordine e grado? Esistono luoghi in cui il violino è ‘praticato’ da chi lo desidera, con accessi facilitati, contesti accessibili, libertà di espressione? E la mostarda viene consumata abitualmente dalle famiglie cremonesi?
Una ‘rivoluzione culturale’ per essere veramente tale deve avere come prerogativa il coraggio di guardare la realtà per quello che è… per cambiarla. Rielaborando o addirittura soppiantando ‘tradizioni’ che non sono più radicate (se mai lo sono state) nella comunità ma la rappresentano solo come un emblema vuoto, senza significato.

I tempi sono forse maturi per sfidare la conservazione, l’esistente, e accettare il rischio di concorrere alla fondazione di un ‘anno zero della cultura cremonese’…

Luca Ferrari

 

0.000000 0.000000

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog