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Lucca Comics & Games 2013: che storia!

Creato il 11 novembre 2013 da Temperamente

Lucca Comics_posterIl Lucca Comics & Games è una di quelle esperienze che ogni vero appassionato di fumetti (ma direi più genericamente nerd e geek, per usare delle espressioni ultra abusate, ma quanto mai corrette in questo caso) in Italia dovrebbe fare. È come dire che un lettore dovrebbe visitare almeno una volta nella vita il Salone del Libro di Torino, o la Buchmesse di Francofotre (anche se l’equivalente fumettistico della Fiera tedesca sarebbe il Comc-Con di San Diego). Un pellegrinaggio alla Mecca, ma con i comics e i cosplay.

La netta differenza fra un salone letterario e una fiera del fumetto è difficile descriverla a parole. Sarebbe più semplice esserci, o avere un amico che ci sia stato, per poter leggere nei suoi occhi, nei suoi sorrisi e nei suoi farfugliamenti post-viaggio tutto l’entusiasmo, l’emozione, lo stupore di aver fatto quello che si è fatto. Anche perché esiste una regola non scritta per LA Lucca (come amiamo chiamarla noi aficionados) secondo cui «Quello che succede al Lucca Comics & Games resta nel Lucca Comics & Games».

Le Mura di Lucca – questa splendida cittadina toscana che incredibilmente vive anche prima e dopo l’evento e ogni anno ospita migliaia di pacifici e allegri visitatori (210mila durante questa edizione) – in un certo senso ci proteggono dagli sguardi indiscreti di quei media che tutto sommato snobbano uno dei più importanti eventi del genere in Europa, se non nel mondo. Ci abbracciano con affetto e ci ricordano che qui ci possiamo guardare l’un l’altro negli occhi riconoscendoci come membri di una comunità, di una enorme stramba famiglia che crede ancora nel potere dei sogni.

Perché la caratteristica che distingue La Lucca da ogni altra manifestazione di carattere letterario, editoriale e fumettistico è che essa non è confinata agli spazi di un quartiere fieristico, ma vive in ogni piazza, ogni strada, vicolo, palazzo, negozio della città.

Il Centro storico di Lucca, in pochi giorni, si riempie di padiglioni, stand, gazebo; e i padiglioni si riempiono di editori, autori, venditori, ospiti di ogni genere; e agli stand, a pochi istanti dal ‘via alle danze’, si affacciano centinaia di persone, appassionati, curiosi armati di mappe e programma, compratori, fumettisti emergenti con un portfolio sotto braccio.

Il caos è totale, la Rete Internet impazzisce, diventa difficile se non impossibile anche solo fare una telefonata o inviare un messaggio. E poi a Lucca ogni anno piove, diluvia, ma la folla non si arresta, lo spettacolo continua. Forse qualche fumetto si bagna, qualcuno smadonna, una parata di cosplay salta, ma nulla di irreparabile.

Le strade, come il letto di un fiume, si gonfiano di quegli spettatori che schizzano da un padiglione all’altro, da una conferenza all’altra, o in coda per l’autografo dell’autore preferito (lunghe serpentine di gente di ogni età, con un volume in mano, ordinate, composte, mai stanche).

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E per strada ci si ferma di colpo, inevitabilmente, per fotografare i cosplay più belli, più originali, quelli fatti da professionisti, ma anche quelli realizzati con poca spesa e in pochi giorni che però fanno tornare indietro nel tempo ai cartoni che si guardava da bambini, o permettono un tuffo nel mondo magico dei fumetti e dei o dei film più amati. O magari, all’angolo della strada, ci si può imbattere nelle firme più note del fumettomondo, italiani, inglesi, spagnoli, olandesi, americani, giapponesi… Sono tutti là, anche loro che schizzano da un padiglione all’altro, da una sala conferenze all’altra, ma per stare al di qua della barricata. Però c’è sempre il tempo di uno scatto – che magari verrà sfocato per via della mano tremolante ed emozionata del fotografo – di un autografo al volo, di una pacca sulla spalla, di un furtivo passaggio di bigliettini da visita su cui sopra, prima ancora che un nome e un numero di telefono, c’è stampata la parola ‘Speranza’.

Lucca Comics & Games non è solo un contenitore di emozioni, ma anche una fiera editoriale. Perché non dimentichiamo che il fumetto, oltre che un elaboratore di sogni, è sopratutto un’industria che muove nel nostro Paese e nel mondo milioni di euro e di dollari di fatturato. Basti pensare non solo alle pubblicazioni cartacee ed elettroniche di serie, graphic novels e manga, o ai blockbuster ispirati ai comics (specie di matrice statunitense) con incassi da capogiro, ma anche al più ‘semplice’ merchandising che ruota attorno a personaggi e personalità piccole e notissime, emergenti e affermate, mediocri e geniali.

Il programma della Lucca è difatti serratissimo e visitare la Fiera in un solo giorno è un’impresa disperata e uno spreco di denaro (considerando anche il costo notevole dei biglietti d’ingresso) e di tempo. Più assennata si rivela la scelta di permanere in città (o, meglio, fuori Lucca, dato che ostelli, bed&breakfast, alberghi e case private sono sold-out nel giro di decine di chilometri già mesi prima delle date della manifestazione) per almeno tre giorni sui quattro in calendario. Eppure, nemmeno in questo modo ci si assicura la possibilità di godere a pieno di tutto quello che l’evento offre.

Ad andare in aiuto del visitatore è il proprio gusto personale: si seleziona cosa vedere, in base agli interessi del singolo, agli orari, alle distanze geografiche da ricoprire in breve tempo (folla marciante permettendo), zaino in spalla e scarpe comode ai piedi.

A Lucca, durante il Comics & Games, ce n’è davvero per tutti i palati: mostre, proiezioni cinematografiche (quest’anno l’evento più atteso era l’anteprima nazionale di Thor 2), concerti (uno su tutti, old but gold, quello di Cristina D’Avena), sessioni di autografi, conferenze su ogni argomento immaginabile per appassionati e per addetti ai lavori, presentazioni, contest, trivial, sfilate di cosplay, eventi speciali dedicati alle serie Tv (a farla da padrone, questa volta, sono stati i cinquant’anni di Doctor Who), per non parlare della vastissima area games allestita lungo le Mura. E a sovrastare la città l’imponente Japan Palace, la cui fama precede il nome.

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Soffermarmi su ogni singolo evento, o anche solo su quelli a cui chi scrive ha assistito, sarebbe noioso per il lettore, oltre che complicato da riportare nei contenuti.

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Personalmente ho cercato di vivere La Lucca in ogni aspetto, da quello meramente legato al mio lavoro di cronista e piccolo satellite nel sistema editoriale (anche sul mio biglietto da visita ho stampato quella parola che inizia per ‘S’), al puro divertimento, anche grazie ai miei perfetti compagni di viaggio, Sal e Teo.

Perché per me questa è stata una prima volta, là dove l’aggettivo ‘prima’ implica che ve ne sarà una seconda e una terza… Forse è questo il motivo per cui il mio onirico resoconto – che negli intenti avrebbe voluto essere molto più dettagliato e professionale, per non dire asettico – è imbevuto di emozionalità e imprecisione nel racconto della cronaca dei fatti.

Ho atteso una settimana dopo il mio ritorno prima di scrivere queste righe, per raccogliere le idee, leggere cosa la Rete ha prodotto sull’evento, studiare i comunicati stampa pervenutimi via e-mail dall’organizzazione del Comics & Games, con dati, cifre, nomi. Tutto è visibile sul sito ufficiale delle manifestazione, compresa una splendida fotogallery composta di centinaia di scatti, in qualcuno dei quali, forse, fa capolino un lembo della mia giacca, un mio orecchio, la mia nuca. Poi ho scelto di dare spazio alla componente sentimentale e questo e il risultato; accettabile o pessimo sarete voi a giudicarlo.

Vi lascio con qualche nome, delle persone – alcune delle quali mostri sacri del fumetto internazionale e dell’editoria italiana – incontrate e conosciute fra il 31 ottobre e il 3 novembre (nella foga dello stream of consciousness ho omesso perfino di specificare le date della Fiera) e qualche ringraziamento, a chi ha dato importanza a quel pass di servizio che portavo legato al collo: “Angela Pansini – Stampa”. Non specifico ruoli o qualifiche: alcuni di loro sono talmente celebri che non hanno bisogno di presentazioni, per gli altri… c’è Google!

Inio Asano, Paolo Barbieri, Davide Bonelli, Alfredo Castelli, Daniele Daccò, Daw, Erik Kriek, Luca Enoch, Francesca Follini, Mario Gomboli, David Lloyd, Miguel Ángel Martín, Terry Moore, Leo Ortolani, Lucio Perrimezzi, Pierz, Andrea Plazzi, Roberto Recchioni, Simon Tofield, Cédric Villani, Zerocalcare…

I grazie vanno a BAO Publishing, nella persona di Caterina Marietti, che mi ha concesso un’incursione all’interno dello stand assediato dai fans (esperienza esaltante!) per un’intervista a Zerocalcare, che leggerete a breve su queste pagine virtuali. A Mirko Olivieri per la sua cortesia. A quelli che ormai che ormai mi onoro di definire ‘amici’ della Nicola Pesce Editore, in particolar modo a Valentino Sergi e a Davide La Rosa, che ad ogni fiera mi accolgono sempre con grande affetto e disponibilità.

Ho dimenticato qualcuno? Sì. Ho scordato di raccontare qualcosa? Certamente.

La verità è che l’ho fatto solo per poter tornare al Lucca Comics & Games e redigere, fra dodici mesi, un altro resoconto senza né capo né coda. Ma pieno di cuore. Anzi, di cuori: due, come quelli dei Time Lords.

Angela Pansini


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