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Lucca Comics & Games 2013: incontro sul rinnovamento di Dylan Dog

Creato il 03 dicembre 2013 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Che con la testata di si sia intrapreso un percorso di rinnovamento ed evoluzione ormai è stato detto e ridetto in varie occasioni nei mesi precedenti. Ma l’attesa e la curiosità dei fan dell’Old Boy ancora non si è smorzata e a sottolinearlo è la numerosa schiera dei presenti, per lo più giovanissimi, che il 2 novembre hanno assistito all’incontro sull’argomento tenutosi nella Sala Fanucchi della Camera di Commercio durante Lucca Comics & Games 2013. Lucca Comics & Games 2013: incontro sul rinnovamento di Dylan Dog Sergio Bonelli Editore Roberto Recchioni Paola Barbato Mauro Marcheselli In Evidenza Gigi Simeoni Franco Busatta Dylan Dog Carlo Ambrosini Angelo Stano La presentazione editoriale “I tempi cambiano, Dylan Dog!” presieduta dai curatori e Franco Busatta, insieme al direttore editoriale Bonelli Mauro Marcheselli, agli sceneggiatori Paola Barbato e Gigi Simeoni, al disegnatore Carlo Ambrosini e, a sorpresa, al copertinista della testata Angelo Stano, non ha deluso, riservandoci qualche sorpresa e molte succulente anticipazioni.

A dare fiato alle trombe è Roberto Recchioni, che incomincia facendo il punto della situazione:

Dylan Dog è in un periodo di transizione; si è infatti deciso, su spinta di Tiziano Sclavi, di tentare di riportare il personaggio ai livelli dell’originale, di cercare di fare quello che in informatica si chiama downgrade, un ritorno al sistema operativo precedente. Si vuole cioè tornare a raccontare un personaggio un po’ più dinamico, un po’ più sorprendente, un po’ più inquietante rispetto a quello degli ultimi anni, non perché quest’ultimo fosse una visione sbagliata, ma più che altro perché il personaggio si era un po’ allontanato dalla matrice originale. Quindi quello che abbiamo pensato con Tiziano è stato di cercare di raccontare un Dylan un po’ più “presente nel presente” e ancora in grado di sorprendere i lettori.”.

Il curatore si ripropone di sorprendere in positivo e certe volte di irritare il lettore con proposte di disegno e storie più graffianti, più spiazzanti in modo da avvicinarsi alla corrente innovativa legata all’originale idea di Dylan e alle sperimentazioni correlate alla fase iniziale. Sensazioni di disagio e incomprensione vissute sulla propria pelle con la lettura del numero 2 di Dylan Dog; sensazioni che solo con il tempo si sono stabilizzate, permettendo a Recchioni di apprezzare i disegni dell’albo sopraccitato, così come quelli di Attilio Micheluzzi e di Ferdinando Tacconi, tra i meno apprezzati dai fan. E continua:

“La cosa interessante di Dylan Dog è che presentava talenti che venivano dal fumetto autoriale e riusciva a conciliarli con il fumetto popolare. Tiziano e Mauro hanno fatto un lavoro fantastico nell’educare il pubblico a un gusto diverso. Diventa storico il periodo in cui Dylan diviene un fenomeno talmente grande da far credere al pubblico di avere la proprietà del personaggio, tanto da plasmarsi la visione del “lo state cambiando”. Ma Dylan cambia sempre e in quest’ottica abbiamo deciso di lavorare sulle storie che avevamo già in cantiere, rivedendole alla luce dei ragionamenti che abbiamo fatto con Tiziano.”.

Lucca Comics & Games 2013: incontro sul rinnovamento di Dylan Dog Sergio Bonelli Editore Roberto Recchioni Paola Barbato Mauro Marcheselli In Evidenza Gigi Simeoni Franco Busatta Dylan Dog Carlo Ambrosini Angelo Stano

Viene nuovamente spiegato quindi il modello di lavoro che è stato adottato e che si suddivide in due fasi: la prima, della durata di un anno, in cui le storie di Dylan Dog verranno “tirate a lucido” dallo stesso Recchioni, da Marcheselli e da Sclavi; la seconda, in cui verranno proposte le storie ora in fase di elaborazione, pensate espressamente per il nuovo corso. Recchioni poi concentra il discorso su queste ultime elencando in ordine autori, caratteristiche e argomenti e soffermandosi prepotentemente sul pensionamento di Bloch, che ha generato le prime critiche e notevole scompiglio tra i fan.

Lucca Comics & Games 2013: incontro sul rinnovamento di Dylan Dog Sergio Bonelli Editore Roberto Recchioni Paola Barbato Mauro Marcheselli In Evidenza Gigi Simeoni Franco Busatta Dylan Dog Carlo Ambrosini Angelo Stano Ci attendono perciò di seguito un prologo di Recchioni e Nicola Mari a colori, il primo numero del nuovo corso, di ben 110 pagine, – in cui si parla appunto della scelta di Bloch – di Barbato e Bruno Brindisi il secondo di Simeoni e Giampiero Casertano in cui verranno introdotti il nuovo ispettore Carpenter e la sua assistente Ranya (che si tratti della donna musulmana di cui si parlava nell’intervista fatta a Recchioni dal Dr. Manhattan?), il terzo numero di Michele Medda e Gian Marco Nizzoli, che ci permetterà poi di capire dove andrà a vivere l’ormai pensionato Bloch. La testata continuerà così accostando le nuove leve a colonne portanti della serie.

Sull’ormai “quasi” ex-ispettore, Recchioni ribadisce:

“Sì, mandiamo in pensione Bloch, ma non lo facciamo uscire dalla serie, al contrario lo poniamo di nuovo al centro delle storie. Con Tiziano abbiamo riflettuto sul fatto che l’ispettore Bloch in questo momento sia un po’ costretto in un ruolo di puro strumento narrativo, dato che fa sempre le stesse cose e dà a Dylan sempre gli stessi tipi di agganci, di sostegno. Nell’ottica di rialzare il livello di minaccia per Dylan, di destabilizzare un po’ la sua vita e di rivitalizzare Bloch, abbiamo deciso di mandare quest’ultimo in pensione. E ciò porterà l’arrivo di un nuovo ispettore che poi avrà un ruolo diverso e molto più attivo e partecipe nelle storie. Quindi non vi preoccupate, Bloch sarà personaggio ancora più presente di prima nella testata.”.

Viene lasciata la parola a Franco Busatta, che racconta come si volge il suo lavoro, quali sono i suoi compiti e si sofferma sulla prima fase e sui primi numeri usciti sotto la loro cura.Lucca Comics & Games 2013: incontro sul rinnovamento di Dylan Dog Sergio Bonelli Editore Roberto Recchioni Paola Barbato Mauro Marcheselli In Evidenza Gigi Simeoni Franco Busatta Dylan Dog Carlo Ambrosini Angelo Stano

“In realtà non faccio altro che dare retta a tutte le idee di Roberto, visto che ogni mezz’ora ne arriva una buona; quindi io e Mauro dobbiamo solo dire quali ci convincono e quali no. Insomma tirare un po’ i fili di tutto quanto, tenendo conto che abbiamo a che fare con gente brava, di grande talento. Infatti anche le storie che abbiamo in cantiere per quest’anno, prima che parta il ciclo nuovo, sono storie di grande qualità. Ad esempio siamo partiti da Un’altra vita, scritta e disegnata da Carlo (Ambrosini, N.d.R.), una storia di un grande autore che la maggior parte dei disegnatori che cominciano a fare Dylan non a caso prende a modello. Per non dire dell’albo che è in edicola adesso e che è disegnato da un disegnatore che io e Roberto adoriamo, Dall’Agnol e scritto da Enna. E poi avremo in seguito altri nomi storici come Dell’Uomo subito dopo, Mari, Mignacco e così via. Quindi la qualità è molto alta…”

Un anno in cui l’equipe prenderà il meglio delle storie in magazzino e proporrà ai lettori del materiale di qualità con l’intento di non rendere questa fase un’attesa insopportabile.
Busatta e Recchioni focalizzano poi il dibattito sulle novità relative all’organizzazione delle testate parallele di Dylan Dog, che diventeranno una sorta di “appuntamenti tematici”, di universi alternativi diversi da quello regolare.

“In realtà l’idea in sé è quella di ristrutturare la famiglia delle serie di Dylan Dog in quattro grandi correnti: una è l’inedito regolare, che rimarrà lo stesso, ma con le idee del nuovo ciclo, la seconda è il Maxi, che dovrebbe diventare il Maxi Dylan Dog Old Boy. In essa invece troverete in ogni volume tre storie inedite del Dylan Dog classico, cioè del Dylan Dog che avete sempre conosciuto, ambientate nell’universo di Dylan Dog cristallizzato da Tiziano Sclavi di modo da accontentare i lettori nostalgici, che non perderanno mai il vecchio multiverso dylandogghiano. Poi vogliamo rendere fisso e annuale l’appuntamento con Il pianeta dei morti di Bilotta, che diventerà grosso modo un universo narrativo, il terzo, quello in cui Dylan è invecchiato ed è diventato ispettore della polizia in un mondo in cui gli zombie hanno vinto, in cui c’è stata l’apocalisse dei non morti. Ultime sono le storie dell’Almanacco, che saranno scritte interamente da Michele Medda e che prenderanno in esame esclusivamente le avventure di Bloch nel paese in cui andrà a vivere. In queste, Dylan ci sarà, però il centro sarà Bloch, che risulta quindi meno pensionato di prima, ottenendo una testata tutta sua.”

Lucca Comics & Games 2013: incontro sul rinnovamento di Dylan Dog Sergio Bonelli Editore Roberto Recchioni Paola Barbato Mauro Marcheselli In Evidenza Gigi Simeoni Franco Busatta Dylan Dog Carlo Ambrosini Angelo Stano Sono invece ancora ignoti i piani editoriali per il Gigante e per lo Special, testate che necessitano entrambe di un ripensamento.

Poi prende parola Paola Barbato, appena insignita del premio Gran Guinigi, esponendo il suo rapporto con la figura di Bloch e narrando alcuni particolari sulla realizzazione dell’albo che vede il pensionamento dell’ispettore come evento principale.

“Bloch è un personaggio fondamentale ed è molto difficile immaginare Dylan senza di lui. Pensare al suo vero pensionamento dopo anni in cui andava avanti il tormentone che vedeva lo stesso ispettore desideroso di andare in pensione era difficile, poiché potevamo incappare nella realizzazione di qualcosa di molto banale. Quindi Bloch vuole andare in pensione e ci va. La cosa più difficile è stato proprio il farlo passare dall’ispettore Bloch al diventare il non più ispettore Bloch. In realtà tutta la storia compie un arco prevalentemente emotivo, che noi ci siamo giocati in maniera divertente. L’idea di questa storia è di Roberto, poi ne abbiamo parlato. Io ero partita con dei toni cupissimi e invece giustamente Roberto mi ha indirizzato verso il mantenimento di toni più leggeri, di modo da raccontare la cosa in maniera più divertente e divertita. L’evento è infatti già di per sé drammatico, in quanto si tratta di narrare una frattura, è un rompere col passato e il ritrovarsi a un nuovo presente e quindi a un futuro diverso. Ora, si sa che io non brillo per la mia allegria, però credo di esserci abbastanza riuscita. […] Un punto su cui ci si è battuti principalmente era quello di non raccontate una sola storia per albo; va bene che ci sia una storia principale, ma è necessario che di pari passo vengano raccontate anche altre due o tre storie, incrociandole. E chi è che invitano a nozze se dicono così? Invitano a nozze me! In questo albo ho per l’appunto inserito due o tre storie estremamente laterali, divertendomi poi a incrociarle in modo che sostenessero la questione della pensione di Bloch come argomento portante, ma che non la rendessero un macigno. L’ispettore ne esce bene e rafforzato come personaggio, levandosi di dosso la patina del povero uomo che deve lavorare e non ne ha più l’entusiasmo, non è più motivato e ormai va in giro lamentandosi. Ok, eliminiamo la tua pena e vediamo cosa succede ora che sei libero. Questo è pressappoco il principio. Ne esce molto bene il nostro ispettore e credo che sarà per lui un trampolino bellissimo perché è un personaggio fantastico con delle potenzialità che non poteva esprimere e secondo me esprimerà completamente nel momento in cui potrà continuare a essere ispettore diciamo nel cuore però non nei fatti. Perché in queste cose la gente non cambia.”

La seconda storia del nuovo corso è sceneggiata da Gigi Simeoni e in essa vediamo comparire per la prima volta l’ispettore Carpenter. Lo sceneggiatore parla in particolar modo del rapporto che si creerà tra quest’ultimo e l’Indagatore dell’incubo.

“Con Carpenter, Dylan è alle prese con una sorta di muro su cui continuerà a sbattere perché è veramente uno che arrabbia con niente. Mi è stato chiesto da Roberto di introdurre io il personaggio e, pur essendo una grande responsabilità, ho accettato poiché amo le sfide. Mi è stato chiesto di introdurre i personaggi di Ranya, l’assistente di Carpenter, e Carpenter stesso in modo molto naturale e molto fluido, permettendo ai due di subentrare in modo molto realistico, com’è realistico l’avvicinamento alla direzione di un qualsiasi reparto di polizia. Rispetto al rapporto con l’ispettore Bloch, amico e sostanzialmente padre di Dylan, il rapporto tra Carpenter e Dylan è molto diverso. Qui Dylan avrà a che fare con qualcuno che continuerà sempre a mettergli i bastoni tra le ruote, uno che non accetterà mai neanche davanti all’evidenza l’esistenza del sovrannaturale.”

Il nuovo personaggio in antitesi a Dylan Dog non è crudele, al contrario, è uno dei buoni, che però non accetta il modo in cui Dylan si guadagna da vivere, ritenendolo un cialtrone e un poco di buono, capace solo di sfruttare la gente.

“Diciamo che la reazione di Carpenter nei confronti di Dylan è quella che ha Striscia la Notizia nei confronti di Vanna Marchi. Stessa cosa! Egli vede Dylan come una specie di buffone che deve essere distrutto anche a colpi di articoli sui giornali, perché Carpenter ha potere, è uno molto dentro i gangli della politica, delle funzionalità sociali e quindi sa benissimo con chi parlare, che cosa dire, in qual momento dirlo, ecc. Invece Dylan lo conosciamo tutti: è un ragazzone per sua fortuna distaccato dalla tecnologia e anche da tante altre cose… È una persona che vive alla giornata.”.

Interviene poi Luca Valtorta, direttore di XL, che ha avuto modo di intervistare Tiziano Sclavi in ben due occasioni e che ne approfitta per raccontare la sua esperienza e le rivelazioni che gli sono state fatte sul nuovo Dylan Dog e sul ruolo di Roberto Recchioni, che da sceneggiatore molto amato da Tiziano per il suo Mater Morbi è diventato ora editor artistico della serie.

Un ruolo fondamentale in questo processo di rinnovamento lo ha anche il Dylan Dog Color Fest, che dovrebbe di fatto essere il centro delle massime sperimentazioni della serie (si veda a questo proposito l’intervento di Busatta al festival del fumetto di Cosenza in cui è stato rivelato un probabile coinvolgimento di Gipi su Dylan Dog e l’ufficializzazione della collaborazione con Ausonia e Akab avvenuta direttamente sui social) e che, come dice Recchioni, uscirà a breve con un primo numero totalmente dedicato ai crossover.

“La mia idea riguardo il Color Fest è quella di riportarlo agli inizi, al modo in cui lo aveva concepito Mauro, cercando di portare quanti più autori possibili al suo interno. Stiamo contattando un po’ tutti, anche gente molto inusuale per Dylan Dog. Intanto però il prossimo Color Fest sarà incentrato sui crossover, dove Dylan incontrerà altri personaggi dell’ universo bonelliano.”

Il suddetto numero conterrà una nuova avventura con Martin Mystère (Luigi Mignacco, Luigi Piccatto) e gli incontri inediti tra l’Indagatore dell’Incubo e Napoleone (Paolo Bacillieri, Carlo Ambrosini), Mister No (Michele Masiero, Fabio Civitelli) e Nathan Never (Davide Rigamonti, Ivan Calcaterra). Ambrosini a questo punto prende parola e spiega agli astanti il suo contributo.

“In effetti è la prima volta che mi è capitato di far incontrare due personaggi di questa caratura. Di fatto esiste una storia di Napoleone in cui i due si incontrano, ma era una storia normale in cui tra l’altro Dylan non esisteva, in quanto prodotto fantastico di un bambino che riceveva in abbonamento in Inghilterra un numero di Dylan Dog. In questo caso la cosa è stata più complicata. Ne sono uscito, ma un po’ acciaccato. La cosa divertente è che qui invece Napoleone è ospite di Dylan Dog in una storia breve di trentadue pagine a colori. La sfida è stata riuscire a trovare qualche cosa che avesse un ritmo differente, in quanto entrano in gioco due mondi ben costruiti, ben strutturati e che devono avere lo stesso tipo di peso. È stata una sfida divertente e un esercizio di sintesi molto interessante e utile perché quando sei organizzato su un percorso tuo mentale di sviluppo di concetti e di strutture che sono parte della tua creatività, doverle in qualche modo contenere all’interno di strutture differenziate ti obbliga a essere elastico e trovare proprio una struttura linguistica, narrativa nuova da utilizzare. Poi ovviamente io spero che piaccia e che non sia solo una mia illusione. È una cosa divertente, l’ho fatta molto volentieri.”

Recchioni accenna poi all’incontro con Dampyr, che avverrà in maniera molto particolare, interessando entrambe le testate regolari, operazione di marketing questa molto diffusa nei comics americani.

“Dampyr avrà un crossover anche lui, ma sarà sulla serie regolare di Dylan Dog e di Dampyr, una storia che inizierà su Dylan e che terminerà su Dampyr, rimanendo comunque autoconclusiva. Anche se leggerete solo la storia di Dylan la storia è fruibile, però se leggerete la storia di Dylan e di Dampyr , esse risulteranno un’unica storia lunga. La prima parte la scrivo io, la seconda Boselli.”

Una novità già presente nella prima fase e anch’essa sulla bocca di tutti è l’energica virata artistica delle copertine, che da estremamente pittoriche e “poco originali” appaiono ora in pieno stile Pop art (con vistosi retinati) e pensate allo scopo di stupire e rapire il nuovo lettore, con un forte impatto grafico. Il copertinista di Dylan Angelo Stano spiega dettagliatamente il nuovo metodo di lavoro da lui adottato e si esprime divertito dalla nuova piega che sta prendendo la realizzazione delle illustrazioni.

“Quello che è cambiato, innanzitutto da un punto di vista dell’impatto visivo, è che le copertine precedenti erano a mezza tinta e avevano un taglio pittorico. Adesso stiamo puntando su un taglio molto più grafico, in maniera che l’impatto visivo alla prima sia già accattivante per la forza del bianco e nero e del colore che ha un ruolo diverso da prima. Si cerca di strizzare un po’ l’occhio all’arte pop secondo suggerimento di Tiziano, che voleva rapportarsi alla tradizione pop delle copertine classiche Bonelli. Poi abbiamo anche aggiunto del nostro, svincolando il livello di creatività da questo bisogno. Per ogni copertina ci consultiamo; l’apporto di Roberto è determinante perché lui conosce la storia e va oltre la storia, cioè si preoccupa di trovare un’idea che gli piaccia molto, proprio per dare impatto alla copertina e renderla più spiazzante. Il suggerimento, per quanto riguarda l’esecuzione del colore inteso come retinato a mo’ di riferimento ai quadri di Lichtenstein, è proprio su precisa indicazione di Tiziano Sclavi. Quindi anche se qualcuno è un po’ scettico su questo tipo di strizzatina d’occhio, di ammiccamento all’arte moderna, per noi è un gioco, nel senso che ci divertiamo proprio a spiazzare i lettori. Le nostre copertine, queste che stanno comparendo adesso, sono ognuna diversa dalle altre e non hanno necessariamente il collegamento con un episodio della storia, non sono frutto del recupero di una scena clou riproposta in veste nuova.”

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Si cambia argomento e si esamina il ruolo del comprimario di Dylan, Groucho e il modo in cui verrà sfruttato dagli autori nelle nuove storie. Recchioni esprime la sua idea a riguardo:

Gigi Simeoni ribadisce l’importanza di trattare il personaggio con la dignità che merita contestualizzando la sua ironia all’interno delle storie e rendendolo personaggio sempre più attivo.

“Per me ogni autore deve trovare il modo di interpretarlo e dargli il valore che ritiene lui. Quello che vogliamo è che quando ci sia, sia rilevante, interessante, divertente; se l’autore non ha idee può anche toglierlo, anche se sono tutti invitati a usarlo. Personalmente io ritengo Groucho un demone che infesta la vita di Dylan e lo terrorizza, perciò, quando lo uso, lo faccio quasi sempre in maniera inquietante. Secondo me è il corrispettivo di Joker con Batman, ha quella valenza, è una scheggia di follia che puoi interpretare in maniera molto differente e chiaramente questo ne fa un patrimonio per Dylan Dog.”.

“Groucho non sarà più un mero barzellettiere, cercheremo di togliergli l’effetto Pierino e di far sì che tutte le cose che dirà siano contestualizzate, ad hoc e sul pezzo. Si cercherà di eliminare le battute che portano l’attenzione verso un punto focale esterno nel tempo perché riteniamo rendere il personaggio più presente e non più così stralunato; intendiamo dargli l’importanza che merita a livello di narrazione e di svolgimento dei fatti. Groucho non è soltanto una figurina che arriva, dice la barzelletta e poi scompare. Senza considerare che sarà lui a detenere il potere tecnologico in casa, mentre Dylan continuerà a non usarlo…”

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Si passa poi alle domande che investono le tematiche più disparate. In primo luogo viene chiesto al curatore che ne sarà degli altri personaggi di cui non si è già parlato, ottenendo la seguente risposta:

“I personaggi che sono nella serie rimangono nella serie. Dylan e i suoi personaggi sono un binomio indissolubile: puoi cambiare il modo di utilizzare Dylan o Groucho, ma l’idea rimane quella. Arriveranno nuovi personaggi e sto spingendo tutti gli autori della squadra a portare personaggi loro, in modo da crearne una nuova galleria perché a me dispiace un po’ sopravvivere sulle spalle del lavoro di Tiziano, nel senso che se sbagliamo, vogliamo sbagliare con idee nostre, sul nuovo. È brutto andare a ritoccare personaggi che magari non ci appartengono e che fanno parte di un’esperienza diversa e stravolgerli. Io preferirei cercare di santificare quello che è stato fatto e rischiare sulla nostra pelle.”.

E sull’avvento di nuovi “supercattivi”:

“Sì, arrivano almeno un paio di nuove minacce, di cui una maggiore. Con il fatto che Xabaras “è stato pensionato da Tiziano” che non vuole rivederlo tornare in scena, secondo me si è fatta forte l’evidenza di creare una nuova figura di spessore e “di potere” nell’universo di Dylan.”.

“Ogni albo sarà autonomo, le storie sono autoconclusive e del tutto fruibili, ma le potrai prendere in blocco e leggere tutta una parte tematica che racconta un corso di Dylan Dog. Ogni anno mi piacerebbe avere questo miniciclo all’interno di Dylan, grossomodo con una narrazione alla Dr. House. Nelle stagioni di Dr. House infatti chiunque poteva entrare e vedere un singolo episodio oppure vedere la serie per intero e osservare lo svilupparsi di una continuity in sottofondo.”.

Si passa poi a specificare qual è il significato di presentare storie cicliche e cosa comporterà tale scelta:

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Prende ancora spazio il discorso sulla tecnologia, altro tema caro agli appassionati, che non vorrebbero vedere un Dylan artificioso alle prese con un cellulare di ultima generazione. E se l’equipe da un lato ha bisogno di inserire cellulari, computer e altro materiale hi-tech nella vita di Dylan per ovviare a problematiche puramente narrative, dall’altro cerca in ogni modo di evitare che il contatto sia diretto. Recchioni si sofferma in particolar modo sul concetto di rendere realistico lo sfondo in cui si svolgono le vicende a cui prenderà parte Dylan Dog mediante la caratterizzazione di una Londra più vicina a quella del presente e mediante l’utilizzo più frequente di tecnologie.

“Noi vogliamo portare Dylan nel mondo presente e per questo in primo luogo abbiamo lavorato su Londra. Londra, quando la raccontava Tiziano, era un posto esotico dove pochi italiani erano andati. Oggi ogni ragazzino con trenta euro in tasca può fare questo viaggio, tornare, guardare la Londra di Dylan Dog e osservare che è un posto che non esiste. Il lettore tradizionale la ritroverà sulla collana Old Boy, mentre sulla collana Dylan Dog mensile normale Londra diventerà la Londra reale, quindi con le sue comunità, i suoi negozi e con le persone che la popolano.
Idem con la tecnologia, nel senso che si sente forte il problema che Dylan per una ricerca debba ancora andare al catasto. Io per primo non pagherei mai un detective che non sa accedere a Google. Quindi Dylan continuerà a non saper accedere a Google, ma Groucho avrà uno strumento, che sarà uno smartphone. Esso sarà un oggetto divertente perché come gli attuali smartphone avrà una propria intelligenza artificiale che parlerà con Groucho, mentre odierà Dylan. E questo permetterà a Dylan di ottenere informazioni su Google o su wiki. Magari non si perderà più così spesso se Groucho gli aprirà Google Maps! Di certo continuerà a dire al proprio assistente: “ Tu e quella dannata diavoleria!”, però quella diavoleria sarà presente nel flusso narrativo. Mentre, per esempio, non c’è nessun bisogno di pensionare penna e calamaio; è bello visivamente e quindi non c’è bisogno di cambiarlo.”

Ce ne sarebbero altre di domande, ma il tempo concesso è terminato e la conferenza si chiude, lasciando alla platea molto su cui discutere e rivelazioni che incuriosiscono e stuzzicano il lettore più scettico. Non rimane che sperare che la squadra di autori vecchi e nuovi sappia fare davvero una magia e riesca a ricostruire un universo dylandogghiano reale e credibile riportando il personaggio ai fasti degli anni Ottanta.

 

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