La Purulla è raffreddata, il cielo è grigio il mondo è blu, a un certo punto ha anche iniziato a piovere. Non era proprio il caso di uscire.
Mi sono ritrovata a pensare a un anno fa, quando la bimba era con noi da appena dieci giorni e la allattavo ogni ora e mezza. Per me, come scrivevo oggi in un commento al mio post di ieri, l'allattamento è stato, ed è ancora, un'iniezione di autostima. Io do a lei, ma anche a me stessa, perchè ce l'ho fatta, perchè è faticoso da morire, perchè le mie tette erano state curate solo a scopo ludico, perchè in fondo io sono cresciuta benissimo (e fin troppo) col LA. Ero (e a un anno di distanza, sono molto di più) stremata, ma posso dire di avercela fatta.
Perchè mi sono intestardita così tanto, non lo so. Non mi so dare una sola risposta.
Forse è la scarsa autostima che mi porto dietro dalle medie, come uno zainetto pieno di sterco, che mi fa, mentalmente, camminare gobba anche se ho il portamento da ballerina e so camminare sui tacchi.
Forse è l'aspetto che ho, che non corrisponde al mio caratter(accio). Sono incazzosa, irruente, determinata e invece ho l'aspetto morbido e arrendevole, gli occhioni da cerbiatto cretino. Mi ci sarebbe voluta la mascella volitiva, altrochè. Allora sì che sarei stata rispettata. Forse.
Invece no, ho ascoltato la miriade di consigli dati da quelli che benpensano, magari inconsciamente ma li ho ascoltati. Ho visto le mamme che mi dicevano "ma che brava, a me il latte è andato via/non mi è venuto" etc etc e sono stata zitta, senza sciorinare le norme del tettalebanesimo, secondo le quali no, tutte le mamme hanno il latte, basta farglielo venire, e no, il latte non va via, siamo esattamente come le mucche, finchè qualcuno munge o ciuccia il latte c'è.
Non so perchè sto scrivendo questo post, so che è stata una bellissima giornata, anche se grigia fuori è stata luminosissima in casa nostra, tra balli, bacini e risate. Sono riuscita anche a registrare la risata della Purulla mentre si sganasciava. E' meravigliosa.
Le piacciono tantissimo La notte dei desideri di Jovanotti e Someone like you di Adele. Quest'ultima mi fa piangere ogni volta che la sento, come la Callas in Madama Butterfly.
Ci sono corde dell'anima che vengono toccate da particolari melodie o situazioni. Il grigio di novembre per me è illuminante.
Scusate per questo post sconclusionato. Mi sento spesso un'ingrata, penso a certe situazioni vicine (ciao, M.) e lontane (Genova) e i miei dubbi di tetta o non tetta svaniscono, in prospettiva.
Un anno fa ero alla finestra del salotto a guardare fuori il risultato dell'alluvione, con la Purulla che pesava meno di quattro chili.
Tra un anno, chissà.