Di quella merda di Masterpiece, alla sua uscita, non ho parlato. Un po' perché mi ripugnava soltanto l'idea, un po' perché ero già un bel po' assente dal blog. Mi trovo però a parlarne adesso, che il programma è... Boh? Morto? Andato avanti? In ogni caso, qualsiasi fine abbia fatto (o stia ancora facendo), è comunque al di fuori dell'attenzione generale. E della mia, naturalmente. Mi trovo a parlarne adesso, dicevo, perché ho scoperto che, da qualche altra parte, si sono inventati una cosa simile, che però è una figata.
Ma andiamo con ordine. Intanto, per chi non conosce ciò di cui stiamo parlando, due parole su Masterpiece: è un reality show, in onda su Rai3 in seconda serata, in cui alcuni fenomeni da baraccone* fingono di essere (o forse sono? Mah) degli aspiranti scrittori, e quindi si "sfidano"** per vedere chi alla fine sarà eliminato e chi invece vincerà un contratto di pubblicazione da 100.000 copie con Bompiani.Il programma è indegno, una cosa da non guardare assolutamente, neanche per poterla prendere in giro. Delle prime puntate hanno parlato il Buta, Hell, Davide Mana... Li trovate tutti linkati in un esauriente post di Alex Girola.C'è poco altro da dire: è un programma in cui si "vende" l'autore e non l'opera. Si punta tutto sul "personaggio": il carcerato col sogno della Kultura, il ragazzo problematico che scrive "per esorcizzare i suoi demoni", la ragazza che si vorrebbe emancipare scrivendo un romanzo su una ragazza che si vorrebbe emancipare... Robaccia. Ché si sa che le cose funzionano così, da anni, da sempre. Forse qualcuno di voi ricorderà il grande talento di Amanda, sul blog di Angra. E, se non sapete di cosa parlo, leggete, che è tutta cultura.
Insomma,
Un programma televisivo, una moltitudine di aspiranti scrittori, delle prove da affrontare, una giuria, e alla fine il vincitore si aggiudica un contratto con una grossa casa editrice.Dice "ma allora che c'è di diverso da Mastershit?"Tutto, rispondo io.Innanzitutto, visto che il punto di partenza è la lucha libre sudamericana, i concorrenti indosseranno, per tutta la durata degli incontri, una maschera da wrestler, e scriveranno sotto pseudonimo. Questo, unito al fatto che l'unica parte "visibile" è la sfida di scrittura, elimina di fatto la componente "personaggio". Gli scrittori sono anonimi, irriconoscibili e, soprattutto, nessuno sa niente di loro. Fine. C'è un "incontro" di improvvisazione letteraria, chi vince resta, chi perde, come nella lotta libera, si toglie la maschera e va via. Niente casi umani, niente retroscena, niente foto dell'infanzia con musica neomelodica di sottofondo. Solo la scrittura.
Eccone uno, tanto per gradire...
________________________________________* Sì, sono fenomeni da baraccone. Aspiranti scrittori una sega. C'è l'erotomane convinto, c'è l'ex-galeotto innocente, c'è l'emo maschio col nome da femmina. Tutta gente "coi proBBlemi".** Sì, perché scrivere un racconto breve a tema "Massimo Troisi" è una sfida...*** No, di per sé non è un merito, ma l'età media dei concorrenti di Mastershit era imbarazzante.