Lucia di Lammermoor è una di quelle poche opere con cui misuro la mia crescita. Neanche il mio amatissimo Britten (tranne, forse, per The Rape of Lucretia), che pure ha segnato un passo fondamentale nel mio approccio all'ascolto della musica, riesce in questa misurazione della temperatura emotiva come questa splendida e tetra opera di Gaetano Donizetti o Il Trovatore di Verdi (che non vedo l'ora di rivedere a ottobre).
Dunque, si capisce quanto forte fosse l'attesa e val la pena subito di dire che non è andata delusa, anzi (a differenza di ciò che capitò qualche mese fa col Barbiere). Se per generazione e sensibilità musicale, la Lucia che mi appartiene - fatta salva l'irraggiungibile Maria Callas - è quella di Mariella Devia (soprattutto quella degli ultimi anni), il ritorno di Desiree Rancatore segna anche un punto di svolta. Va detto che il soprano ha ricevuto un'accoglienza calorosissima dal suo pubblico e una critica un po' più attenta a evidenziarne la non perfetta maturazione del personaggio. Soprattutto in confronto all'indimenticabile debutto della sua Lakmè, questa Lucia presenta dei limiti che saranno senz'altro superati con l'età e con l'esperienza. Detto questo, e spazzato via ogni equivoco, ad avercene, di Lucie del genere, in disco e dal vivo. Solo per fare un esempio, la scansione a mezza voce del passaggio Alfin son tua è prova di una verità sentimentale davvero emozionante e mi ha davvero commosso.
Nel complesso, nonostante l'antipatia istintiva che suscita il ruolo baritonale - il "cattivo" - nell'opera italiana dell'800, mi è piaciuto molto l'Enrico di Nicola Alaimo per la potenza voce e la convincente personalità scenica, anche se non mi hanno convinto certe imprecisioni. Sorvolando sul già ingrato ruolo di Arturo, non ho apprezzato in modo particolare il Raimondo di Deyan Vatchkov, sebbene la sua voce abbia guadagnato col procedere dell'opera, riuscendo alla fine convincente. Il ruolo di Alisa è uno di quelli a cui io faccio particolare attenzione, di quelli che nel teatro di prosa sarebbero di pertinenza di una caratterista e che, a mio avviso, sono un sintomo dell'attenzione rivolta alla qualità d'insieme dello spettacolo: Patrizia Gentile ha cantato in modo corretto e ha sostenuto bene Desiree Rancatore nel suo difficile ruolo.
Sta di fatto che, nell'insieme, questa Lucia ha funzionato e ho capito molto di come sono cresciuto dall'ultimo ascolto e in particolare dalle recite del 2003. Ardan gli incensi!