Ergastolo, con le aggravanti prevalenti e l’isolamento diurno per Renzo Dekleva. E’ questa la richiesta dell’accusa, nei confronti del marito, presunto assassino, di Lucia Manca, la bancaria di Marcon (Venezia), scomparsa il 7 luglio 2011 e i cui resti furono trovati alcuni mesi dopo sotto un ponte nel vicentino.
In aula era presente l’imputato, come pure cinque degli otto parenti della vittima che si sono costituiti parte civile e per cui gli avvocati hanno chiesto un risarcimento di 900mila euro. Il pubblico ministero ha fatto la sua arringa partendo dal reato di soppressione di cadavere per poi arrivare all’accusa più grave, quella di omicidio.
Renzo Dekleva, che negli interrogatori di garanzia ha sempre preferito il silenzio, in passato si è sempre dichiarato innocente. L’informatore farmaceutico rischia l’ergastolo nonostante il rito abbreviato consenta lo sconto di un terzo della pena.
Della bancaria era stata data la notizia della sparizione ai Carabinieri dallo stesso marito, che aveva detto che la donna una volta andata al lavoro non aveva fatto più ritorno a casa. I militari dell’Arma erano riusciti a ricostruire che la donna non era si era allontanata da casa volontariamente e poi, alcuni mesi dopo, quando sono stati ritrovati dei resti umani a Cogollo Del Cengio, poi risultati essere di Lucia Manca, sono riusciti ad accertare, attraverso anche intercettazioni, gli spostamenti dell’uomo in un’area compatibile con il ritrovamento.
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