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Lucia Rossini, 1927

Da Guchippai
Lucia Rossini, 1927
ogni tanto vado a pasticciare nella scatola dove conservo le cartoline vintage e le vecchie fotografie che compro ai mercatini. mi piace tenerle fra le mani, riguardarmele, leggere le dediche e le didascalie, sentire l'odore particolare delle cose ingiallite. e poi penso a quelle persone lì ritratte, persone che non ci sono più da chissà quanto tempo, e mi chiedo come siano state le loro vite. questa ragazzina qui per esempio mi fa tenerezza; la vedo così fiera nel suo vestito della domenica, con la borsetta e il cappellino che l'avranno fatta sentire una vera signorina quando avrà avuto sì e no dodici anni. me la vedo, mentre si mette in posa, si atteggia e sorride, e immagino anche la curiosità con cui si sarà riguardata, perchè una volta non si era sottoposti all'overdose di immagini di adesso e una fotografia era sempre qualcosa di speciale. questa ragazzina mi ricorda me stessa in una foto che feci in quinta elementare, alla cresima di una mia compagna di classe; col cappotto nuovo e gli occhiali da sole, anche a causa della mia altezza superiore alla media, sembravo una signorina, e avevo solo dieci anni. chissà che cosa diavolo mi passava per la testa in quel momento; sorridevamo tutte, io e le mie compagne, e ci stava che lo facessimo: avevamo dieci anni ed era una cresima. e poi a dieci anni non hai ancora la minima idea di quanto possa fare schifo la vita, se hai la fortuna di essere cresciuto negli agi relativi di una normale famiglia italiana borghese degli anni sessanta. te ne stai lì e ridi perchè qualcuno ti punta addosso una macchina fotografica, e in seguito ti riguardi e cerchi di decidere se sei venuta più o meno bene, e poi il tempo passa e non ti ricordi più se quel giorno eri davvero felice. mi chiedo se fra cinquant'anni qualcuno guarderà quella mia foto e si domanderà queste cose. in realtà non è così importante che succeda, è solo un pensiero così, perchè alla fine quello che resta di noi è giusto una manciata di fotografie.

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