Nel pamphlet Gli antichi ci riguardano (il Mulino ed.), il filologo classico Luciano Canfora ci rivela verità preziose. Egli, ad esempio, confuta la convinzione diffusa, dunque consueta e retorica, che gli autori greci e latini siano indispensabili nello studio per i valori fondanti contenuti nelle loro opere: poiché essi avevano una diversa visione del mondo, non è possibile trarre dal loro pensiero indicazioni univoche. Questa la grande intuizione a cui giunge Canfora.
Mi consentirà Canfora di dissentire pacatamente da questa sua asserzione: premesso che la ricetta di una verità univoca nessuno l’ha prescritta, il fatto che i classici dell’antichità non andassero d’accordo tra loro, rappresenta un valore aggiunto: la loro ricchezza sta proprio nella diversità di pensiero e ognuno da essi può ricavarne degli insegnamenti utili.
Ma un altro assioma ci consegna Luciano Canfora, al quale dobbiamo arrenderci per l’assoluto messaggio che ha inteso elargirci. I classici dell’antichità sono attuali proprio per il loro fallimento epocale: non hanno trovato soluzioni ai problemi del loro tempo, per ciò che riguarda l’individuazione della migliore forma di governo e tantomeno per le diseguaglianze sociali tra gli uomini e l’attuale crisi delle democrazie rappresentative smentisce l’idea che le nostre società avessero adottato l’unico modello economico possibile, panacea di tutti i mali.
Mi chiedo: solo ora Canfora arriva a tale verità? Che il modello socio-economico adottato dalle democrazie occidentali fosse fallimentare è una verità tristemente nota da tempo, agli albori della rivoluzione industriale.
Diversi autori del Settecento e Ottocento vivevano con gravità e inquietudine l’atteggiamento miope e distruttivo dei propri conterranei che vedevano la natura unicamente con occhio cinico e utilitaristico. Penso a Rousseau e in particolare a Thoreau che si dimostrò straordinariamente profetico, per la capacità di scorgere i segnali di decadimento che inevitabilmente si accompagnavano alla nascente società industriale americana.
Riccardo Ianniciello scrittore