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Lucy di Luc Besson, la post-recensione

Creato il 20 ottobre 2014 da Postscriptum

A volte ci si lamenta di un film perché anche se la storia è interessante, la sceneggiatura che gli viene costruita intorno fa acqua da tutte le parti: conta l’idea, sostengono i più ma, se anche fosse geniale l’idea quanto vale un film che la sviluppa malissimo?

E che dire allora di Lucy, il nuovo lavoro di Luc Besson, che monta un’idea vecchia come il cucco con una sceneggiaura crimininosa…

Gli esseri umani utilizzano solo il 10% del proprio cervello come gran parte degli animali presenti sul pianeta Terra, tranne i delfini che arrivano al 19%. Per capire quanto questo film sia costruito male basta anche un essere che usi l’1% delle sua facoltà mentali.

Ma il film non è solo brutto, è il male vero e proprio perchè anche quando si evince una ideuzza buona, arriva la mannaia della monnezza a soffocarla sotto una marea di cretinaggini. In gergo tecnico, nel mondo delle telecomunicazioni, si dice Troppa informazione = Nessuna informazione e questo film fa proprio questo: vi inocula tante di quelle teorie scientifiche, tante di quelle spiegazioni, tante di quelle idee che alla fine non vi arriva proprio niente. E dire che almeno un paio di spunti positivi ci sono pure.

La trama è molto semplice. Una giovane ragazza di nome Lucy e dalle fattezze di Scarlett Johansson viene casualmente coinvolta nello smercio di una nuova droga ma qualcosa va ancora peggio del previsto e la nostra protagonista assume una dose eccessiva della sostanza. Da quel momento in poi le sue facoltà intellettive cominceranno ad aumentare ora dopo ora. Tutto qui.

[PERICOLO SPOILER] Io vi ho avvisati…..

Personalmente di Besson ho apprezzato molto Il Quinto Elemento, un film di fantascienza fatto bene con una buona trama e un ritmo molto coinvolgente quindi, quando ho letto la trama di Lucy mi sono incuriosito assai anche se l’idea di fondo circa l’aumento delle facoltà mentali in seguito all’assunzione di droghe mi ricordava moltissimo un altro film che mi era piaciuto tanto: Limitless di Neil Burger con un bravo Bradley Cooper e un ottimo Robert De Niro. Quest’ultimo era tratto da un romanzo, quindi magari dopo aver letto il romanzo lo odierò ma, Lucy no, Lucy è nato dalla mente di Besson prima dell’uscita di Limitless tre anni or sono. Ma questo lo dice lui per difendersi dalle calunnie.

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Non è tanto l’idea poco originale, o copiata se volete, ma quanto il fatto di creare delle aspettative nei primi minuti e deluderle puntualmente in seguito. Ad un certo punto partono dei noiosissimi spiegoni scientifici sull’utilizzo del cervello alternate con sequenze da action movie degne del peggior (o miglior, dipende) film con Van Damme. Se togliamo questo malloppo nauseabondo di schifezze rimane un film di meno di mezz’ora. E considerate che il film dura solo 89 minuti. Una cacchio di ora più 29 minuti. Un lasso di tempo che avrei potuto trascorrere facendo attività più redditizie, culturalmente parlando, come giocare a nascondino con le zanzare romane o anche sbattere continuativamente la testa contro il muro. Ma io no, sono dovuto andare al cinema.

1) Le aspettative, dicevo prima. Se mi fai un film di fantascienza di questo tipo e mi fai capire che entro la fine del film Lucy raggiungerà il 100% dell’utilizzo del suo cervello, io mi aspetto che man mano  che questa percentuale aumenti succedano sempre più cose interessanti e inerenti a questa cosa qui, non sparatorie, esplosioni e botte. Come cavolo si fa a collegare l’aumento dell’uso del cervello con la bravura a menare le mani? Ma fammi vedere come altera la realtà, come modifica la materia, come controlla la mente altrui, come percepisce la realtà a un livello superiore. Tutte cose che vengono promesse nei primi minuti ma che non vedremo mai.

2) Non scordiamoci delle scene d’azione. A che cacchio servivano? Lucy ha un cervello che è svariate volte più attivo di quello di Einstein o di qualsiasi altro scienziato mai apparso sulla faccia della Terra e che fa? Spara, tira coltellate, uccide chi le ha fatto questo. Ma poi che cavolo fa questa droga? Come agisce sul cervello?

Il film non spiega assolutamente nulla. Sembra quasi una di quelle idee che scriviamo su un fogliettino per non dimenticarle, poi Besson ci ha messo scene riempitive qua e la ed ecco un bel film nuovo di pacca. Peccato faccia schifo.

3) La credibilità. Il Quinto Elemento era un film di fantascienza ambientato nel futuro con molti elementi di pura fantasia quindi nessuna soluzione narrativa usata appariva fuori contesto. La storia di Lucy è ambientata ai giorni nostri quindi molte delle scene sono insensate. Lei che entra in un ospedale con una pistola in mano e nessuno se ne accorge, un poliziotto che riceve una telefonata da una sconosciuta e combina una caccia all’uomo in tre nazioni, un esercito di gangster cinesi che si arma davanti a un commisariato di polizia senza che alcun poliziotto si insospettisca. Questi sono errori grossissimi per un regista del calibro di Besson. Non si può costruire un film in questo modo, la mente si fissa intorno a queste cose e tutto il resto diventa sbiadito.

4) Il finale di merda. Che cosa succede a una persona che accede al 100% delle proprie facoltà mentali? Diventa fortissima, legge il futuro, piega la realtà ai propri voleri? Niente di tutto ciò: diventa una chiavetta USB sbrilluccicante.

Ora, un regista furbo che avesse capito che razza di immondizia ha girato, cercherebbe di dare un senso alla storia magari mettendoci qualche scena di sesso o qualche immagine di nudo della Johansson che amle non fa mai, Invece niente: il nulla cosmico senza tette. E non aggiungo altro.


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