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Ludopatia pilotata e impoverimento delle classi medie

Creato il 07 gennaio 2013 da Laperonza

 

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Una volta qualcuno disse che ripristinare le case chiuse sarebbe stato immorale in quanto lo Stato sarebbe andato a lucrare su un’attività, appunto, immorale. Cosa dire allora del proliferare del gioco d’azzardo, benedetto dallo Stato che ne ricava, per le concessioni per le varie slot machines e affini, per esempio, 800 milioni di Euro e, come imposte sui ricavi, al netto delle vincite, circa 4 miliardi? Gli effetti sociali della diffusione di questi marchingegni sono noti e assodati tanto che la cosiddetta ludopatia è stata inserita dal decreto Balduzzi nella lista dei Lea (livelli essenziali di assistenza) e quindi il Servizio Sanitario Nazionale, naturalmente a spese di tutti i contribuenti, ora deve garantire assistenza alle persone colpite da questa nuova malattia generata o favorita dallo Stato stesso che poi la va a curare. La logica evidentemente sfugge: non sarebbe più lineare che lo Stato impedisca il diffondersi delle macchinette mangiasoldi piuttosto che spendere denaro pubblico per rimediare ai loro effetti nefasti?

Perché questo comportamento schizofrenico? La ludopatia ha effetti sociali devastanti, rovina le famiglie, riduce le persone sul lastrico. Andrebbe combattuta e prevenuta e per far questo andrebbe smantellata tutta la rete concessionari, locali, sale giochi che diffondono la malattia (perché di malattia si tratta). Perché invece lo Stato preferisce sperperare soldi pubblici per curarla senza muovere un dito per prevenirla? Il sospetto, che è lo stesso che sorge osservando le politiche degli ultimi governi, a partire da quello di Berlusconi per finire con Monti: c’è una volontà politica precisa volta all’impoverimento delle classi medio basse a favore di quelle alte. È evidente che le macchinette mangiasoldi svolgono perfettamente questo tipo di ruolo, in barba al Servizio Sanitario Nazionale.

Luca Craia


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