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“Il signore onnipotente lo colpì e lo mise nelle mani di una donna”
In novanta minuti Roman Polanski dischiude mondi, tradizioni e ribaltamenti di ruolo, intelaia un film bellissimo e complesso che gioca sulle diverse declinazioni del rapporto di potere.
Con l'ombra di Masoch che aleggia per tutta la durata del film, in un continuo meccanismo di rovesciamenti, Polanski delinea prima il rapporto tra regista e attrice, interpretando la "regia" come desiderio di dominio sulla materia-uomo, desiderio che comprende, al suo interno, la stessa brama di esser dominati; nessuna contraddizione, solo coesistenza di istinti opposti che non possono che abitare la stessa casa: il teatro.
Dal legame fra regista e attrice si passa al rapporto fra i sessi: il dominatore che diviene schiavo, l'umiliazione e il dolore come forma di comunicazione e appagamento.
Tutto questo viene tradotto in un meccanismo di scatole cinesi, in una messa in scena (all'interno del film) che avanza ipertrofica (con)fondendosi con la vita stessa. Più si va avanti più risulta difficile distinguere i livelli: verso il finale qualsiasi dichiarazione "esterna" ai personaggi risulta spiazzante, come se Polanski infrangesse equilibri per poi riunirli, ricodificarli. Tutto ritorna alla danza nebbiosa di quella Venere in Pelliccia che emula la voce della Dietrich mentre finge di bere un caffè.
Ciò che continua a sorprendere in Polanski è il senso innato, vertiginoso di ritmo, la totale padronanza di una messa in scena che si fa squisitamente semplice, acquistando la grandezza dei classici. Due attori meravigliosi (con Amalric dichiarato alter-ego di Polanski), dei dialoghi scritti con un'intelligenza e una raffinatezza impressionanti. E' un piacere vedere come Polanski continui a "giocare", contribuendo ad edificare quella gigantesca cattedrale di maschere, di ruoli, di doppi che pare il suo cinema. Dai travestitismi di "Cul de Sac" e "L'inquilino del terzo piano", alle due coppie in frantumi di "Carnage".
Il suo cinema sta implodendo: ormai gli servono solo un uomo e una donna. Lui e Lei. Restringe il campo, asciuga, svela.
Un (ennesimo) plauso al maestro.
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