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Luigi Mancini: la scrittura che sanguina, di Dario Stefano Villasanta

Creato il 21 aprile 2015 da Babetteleggepervoi
Il primo approccio con la letteratura mi è stato donato da una persona incantevole: la prof. Albina Arpaia. Lei mi ha davvero salvato, e lo ha fatto con un libro di poesie che mi regalò in un passato ormai remoto. Ho iniziato a scrivere per esorcizzare certi momenti, quelli durante i quali non sai cosa accade, ma ti senti infilzato da un pugnale freddo e dolcissimo allo stesso tempo. Penso che scrivere sia come affrontarsi; senza la sfida con me stesso, non scriverei nemmeno il mio nome dove occorre scriverlo.Luigi Mancini: la scrittura che sanguina, di Dario Stefano VillasantaLa prima cosa che mi ha colpito di Luigi Mancini è stato scoprire che la poesia lui l’ha letta (e la legge) per davvero, al punto da pagare a volte cifre notevoli per ottenere dei volumi che non si trovano più tanto facilmente: è raro di questi tempi trovare chi la poesia la legge invece di scriverla. Per il resto, la sua prosa lo presenta meglio di come forse lui stesso vorrebbe, defilato e poco incline a esporsi ai riflettori.Carattere introverso, schietto sino a fare male quando scrive, forse a volte più a se stesso che al lettore, Luigi Mancini è un emergente di sicuro talento e uomo che non nasconde nulla di sé pur schermendosi. Forse in modo involontario, è lui stesso un libro aperto e fa della sua arte un’introspezione crudele tanto che arriva da lontano, come ricorda lui con queste sue parole: “Il primo approccio con la letteratura mi è stato donato da una persona incantevole: la prof. Albina Arpaia. Lei mi ha davvero salvato e lo ha fatto con un libro di poesie che mi regalò in un passato ormai remoto. Ho iniziato a scrivere per esorcizzare certi momenti, quelli durante i quali non sai cosa accade, ma ti senti infilzato da un pugnale freddo e dolcissimo allo stesso tempo. Penso che scrivere sia come affrontarsi, senza la sfida con me stesso, non scriverei nemmeno il mio nome dove occorre scriverlo.”Luigi, ma come si sente quando ci si affronta scrivendo? Ci si sente fragili e forti nel contempo, senza veli e, soprattutto, senza maschere. Scrivere, per quanto mi riguarda, che ci si immedesimi in un amante o in un assassino, deve esporre l'anima dell'autore, la scrittura deve sanguinare, lo scrittore deve sentirsi ferito.Ti vuoi più bene quando scrivi? Beh, dipende: a volte mi amo, ma mi amo di più quando mi odio.È più quello che prendi dalle tue opere o è più quello che senti di dare? So quello che prendo, quello che riesce a darmi un testo finito, scritto da me con personaggi creati dalla mia follia, ma non ho la presunzione di "dare" qualcosa a qualcuno. Spero di suscitare una qualche emozione, di risvegliare qualche cuore, questo sì.‘Il punto esatto di due anime’, tua opera prima: a tratti lirico, a tratti intriso di violenta emotività, altre volte di stampo quasi cronachistico. Come lo riscriveresti se potessi? Forse, ma solo forse, lo renderei più accessibile, ma anche no se ci penso troppo. Non ho rimpianti per come è scritto, lo volevo così, lo volevo diverso. Non è un romanzo per tutti, questo è certo. Ma se all'epoca fossi stato uno scrittore famoso...Perché sentire il bisogno di raccontarsi nei libri, in genere? Perché scrivere è un continuo affrontarsi, un mettersi di fronte a se stessi. Se non hai un cazzo di demone da esorcizzare, che tu parli di fiori o ferraglia arrugginita, la scrittura è nulla.Luigi e il sesso, Luigi e le donne: argomenti che ricorrono nei tuoi scritti. Che rapporto pensi abbiano loro con te? Un rapporto paranormale, così come paranormali sono le donne di cui scrivo.Il sesso? Gran bell'invenzione.Emotività: un dono o una condanna? Beh, vedere amici e conoscenti passare sopra l'accaduto, mentre tu, nascondendo lo squarcio, ci rimani per ore a pensarci, può fartela "sentire" come una condanna, ma in certi momenti, sotto certe lune, nella magia perversa di certi luoghi, l'emotività ti esagera la vita nel petto. È un tragico dono, mettiamola così.Fai una promessa epocale ai tuoi lettori (ad es. cose che non faresti mai, o che faresti sempre, ecc. nda). Sarò sempre me stesso, non mi venderò alla massa e non metterò mai un fiore sul tavolo dei più. Continuerò a mostrarmi nudo come un verme. Non ragionerò mai la mia follia!Promessa di riserva nel caso non tu non mantenga la precedente? Prometto di togliermi dalle palle, lasciando spazio a chi davvero ha qualcosa da dire, una fottuta storia da raccontare.

Luigi Mancini nasce a Napoli il 5/09/1980 e vive a Reggio Emilia.Scrive fin da giovanissimo, soprattutto poesie. Ama la musica e scrive canzoni. Il romance “Il punto esatto di due anime” è il suo romanzo d’esordio. "L'eternità rubata", erotico pubblicato su Amazon, è il suo secondo romanzo.

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