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Luino, la IMF ha ospitato il workshop “L’Officina del Jazz”. I partecipanti: “Un’emozione incredibile”

Creato il 27 luglio 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

E’ stato un successo, ieri, il workshop organizzato all’interno dell’azienda luinese, IMF, vero e proprio fiore all’occhiello di archeologia industriale a livello mondiale. Il festival “Jazz in Maggiore” ha fatto tappa proprio all’interno dell’azienda, dando la possibilità ad una trentina circa di partecipanti di poter ascoltare ed amare la musica jazz grazie a quattro dei musicisti più importanti nel panorama italiano ed internazionale. Parliamo del pianista Dado Moroni, del contrabbassista Paolino Dalla Porta, del batterista Stefano Bagnoli e del chitarrista Bebo Ferra, che hanno dato la possibilità ai partecipanti di interagire con loro, di “insegnargli” l’improvvisazione e, soprattutto, di provare a trasmettergli ulteriormente l’amore per il jazz. Per i partecipanti è stata una grandissima esperienza.

Da sinistra: la direttrice artistica del

Da sinistra: la direttrice artistica del “Jazz in Maggiore”, Francesca Galante, il batterista Stefano Bagnoli, il pianista Dodo Moroni, il contrabbassista Paolino Dalla Porta, il chitarrista Bebo Ferra ed il vice-presidente IMF, Ciro Radice

Il Workshop “L’Officina del Jazz”. E’ stata una prima volta quella per il pianista Dado Moroni, il contrabbassista Paolino Dalla Porta, il batteria Stefano Bagnoli ed il chitarrista Bebo Ferra: partecipare ad un workshop all’interno di un’azienda. Finora, infatti, era capitato loro di suonare all’interno di una ditta, solo in Austria, mai in Italia. Questo è avvenuto grazie al connubio fondamentale che garantisce da anni la IMF, ossia il lavoro e la cultura, in questo caso la musica jazz. Così facendo l’organizzatrice e la direttrice artistica del “Jazz in Maggiore”, Francesca Galante, e Ciro Radice, vice-presidente della IMF, sono riusciti ad offrire a tutti i partecipanti appassionati di jazz un’occasione unica: quella di poter parlare, ascoltare, imparare e provare insieme ad eccellenti musicisti jazz di fama mondiale.

La passione per la musica jazz. E’ pura passione quella che ha portato decine di persone provenienti da Torino, Milano, Varese, Gallarate, Bellinzona e Lugano a decidere di partecipare al workshop “L’Officina del Jazz”, la stessa passione che nutrono da sempre gli esperti del settore, come i docenti presenti ieri alla IMF che hanno tenuto le lezioni: Dado Moroni è docente di pianoforte al Conservatorio di Torino, Bebo Ferra insegna chitarra Jazz al Conservatorio di Milano e all’Accademia del Suono di Milano, Paolino Dalla Porta è professore di contrabbasso Jazz (biennio) al Conservatorio di Piacenza e ai seminari Jazz di Siena, mentre Stefano Bagnoli è docente di batteria Jazz ai Conservatori di Milano e Piacenza. Questi quattro musicisti suonano da sempre insieme, fissi in una band o in altri progetti musicali. La loro musica che gli ha permesso diventare così seguiti nel mondo è quella che hanno cercato di trasmettere a tutti i partecipanti del workshop “L’Officina del Jazz”. Impresa riuscita, a pieni voti.

Il gran successo riscontrato da parte dell’organizzazione. “Con musicisti di prim’ordine ci aspettavamo questo successo – spiega la direttrice artistica del “Jazz in Maggiore”, Francesca Galante -. Oltre 30 i partecipanti iscritti, provenienti dalla Svizzera e da tutto il Nord Italia. Per Luino credo che questa sia stata un’ottima iniziativa, come accade spesso in Sardegna, Toscana o Sicilia, dove il jazz ha più spazio negli eventi culturali. Noi cercheremo ogni anno di fare del nostro meglio, per appassionare quanta più gente possibile a questa musica.”

“Ecco cosa mi porterò dentro di Luino”, l’opinione del musicista Bebo Ferra. “La risposta di Luino è stata ottimale – spiega Bebo Ferra -. C’è stata partecipazione, entusiasmo, si è parlato di musica, di approccio alla musica, di come costruirla, di come trovare la propria identità. In particolar modo mi ha colpito l’entusiasmo di una signora di 65 anni (ndr una cantante che è stata affiancata durante la “lezione”), che aveva questo pallino della musica da sempre e si è rimessa in gioco a 60 anni. L’ho trovata una cosa fantastica, di una bellezza veramente straordinaria. Le ho detto: ‘Hai fatto benissimo, nella vita bisogna mettersi in gioco sempre’. Nei seminari mi è capitato raramente che trovassi persone di sessant’anni. La cosa che mi porterò dentro di Luino sarà proprio questa cosa qua, che mi ha veramente colpito. Ho trovato molto bella, infine, l’idea di usare uno spazio (ndr la IMF), che serve per creare delle cose totalmente pragmatiche, per sviluppare tematiche artistiche-culturali, come è successo oggi con ‘L’Officina del Jazz’. Non è tipico dell’Italia.”

L’opinione di Carlo Maragni, che ha seguito il corso del pianista Dodo Moroni. “Mi è piaciuta tantissimo la lezione tenuta dal docente Dodo Moroni – spiega Carlo Maragni -, è stato molto immediato e con un’ottima capacità comunicativa, anche capace di sminuzzare i concetti per i meno esperti come me. Sono molto contento. Non è il primo workshop che seguo, questo è il quarto, e due di questi mi hanno dato strumenti concreti per la composizione e l’arrangiamento. Oggi per esempio ho potuto cogliere molti spunti per come suonare il pianoforte, per come arrangiare i pezzi, per come studiare l’improvvisazione. Tutto questo mi permetterà nei prossimi giorni di mettermi lì a provare.”

Il giudizio del torinese Lorenzo Attanasio, sul corso di batteria di Stefano Bagnoli, e di Sergio Salazzari sul corso di chitarra di Bebo Ferra. “Io ho seguito il corso di batteria, con Stefano Bagnoli – spiega il torinese Lorenzo Attanasio -. Credo che lui dal punto di vista dello spazio e del Jazz in Italia sia uno dei migliori. E’ stato molto d’ispirazione, ha detto delle cose interessanti a partire dagli esercizi di base a quelli più complessi, ci ha spiegato un po’ di storia del jazz e che dire? Mi è piaciuto un sacco.” “Io ho seguito il corso di chitarra con Bebo Ferra – dice Sergio Salazzari – e con lui c’erano anche le cantanti. (Mila Catteneo, Giusy Consoli e Lilly Gregori, che ha aperto il “Jazz in Maggiore” giovedì sera scorso). Questo ci ha permesso di fare un lavoro sulla chitarra che accompagna la voce, prendendo vari standard: abbiamo visto come accompagnare dal punto di vista del tempo, abbiamo scomposto il basso dalla linea melodica che fa la chitarra sulla linea melodica della voce e poi abbiamo fatto un piccolo corso di improvvisazione. Facevamo un giro a testa di vari brani. Mi è piaciuto moltissimo, è stato molto interessante.”

Il “Jazz in Maggiore” continua nei prossimi giorni, fino al 5 agosto. 

Questa sera sarà la volta dei classici del rock con il “Bearzatti’s Tinissima Quartet” al Parco a Lago di Luino. Molto atteso il “Bearzatti’s Tinissima Quartet”, con  “Monk’n’Roll”, progetto di grande energia firmato dal sassofonista di punta del jazz italiano Francesco Bearzatti. I più famosi brani del rock (Led Zeppelin, Pink Floyd, Lou Reed, Michael Jackson) si intersecano con i temi più famosi dello straordinario Thelonius Monk. Con Bearzatti i migliori talenti del jazz nostrano, il trombettista Giovanni Falzone, Danilo Gallo al contrabbasso e basso elettrico e Zeno De Rossi alla batteria. Martedì 29 luglio, invece, sempre a Luino, nel cortile di Casa Rossi, sarà la volta di Tiziana Ghiglioni accompagnata dal pianista Carlo Morena. Un altro angolo suggestivo di Luino, il Cortile di Casa Rossi, di fronte all’Imbarcadero, sarà teatro dell’esibizione della grande Tiziana Ghiglioni, la più storica delle voci del jazz italiano, con Carlo Morena nel classico e creativo connubio cantante e pianista.


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