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Luoghi in cui l’amore è volatile

Creato il 10 giugno 2020 da Annalife @Annalisa
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Ancora sotto l’influenza della lettura di “Paradiso e Inferno“, ho iniziato “La volatilità dell’amore“, di Uwe Timm, trasferendomi idealmente di nuovo al nord estremo dell’Europa, complice un’ambientazione iniziale piena di freddo, pioggia, acqua gelata, desolazione e solitudine. Poi, incuriosita da un incipit in cui c’è un’isola che invece di starsene tranquilla al suo posto “si muove lenta verso levante”, sono andata a cercarne il motivo.

Il motivo preciso non sono sicura di averlo trovato, o di saperlo spiegare in modo adeguato, ma ho comunque trovato una storia nella storia: intanto, siamo davanti alla foce dell’Elba, in una zona che appartiene alla città di Amburgo. A nord, dunque, ma non così come pensavo. C’è un’isola, testimone di una breve avventura giovanile del protagonista, che si chiama Scharhörn, ed è a circa 6 km dalla vicina isola di Neuwerk. Scharhörn è un’isola disabitata, passata di mano in mano fino a tornare ad Amburgo, che nel 1969 ha messo nel suo piano regolatore la costruzione di un porto tra le due isolette. Il piano prevedeva la costruzione di un cumulo di terreno, costruito con sabbia dragata, che doveva essere al sicuro dalle inondazioni del Mare del Nord e doveva essere collegato alla terraferma attraverso una strada rialzata da Scharhörn a Neuwerk a Cuxhaven. Cuxhaven, a proposito, è una città della Bassa Sassonia, sta anche lei sulla foce dell’Elba, e rispetto alle due isolette si trova verso sud-est.

Ma torniamo alle isole: la costruzione del porto non è andata a buon fine (anche se pare che Amburgo se lo tenga ancora nel piano regolatore) sia per i costi elevati, sia per le proteste e il basso sostegno della gente, ma, forse, anche perché le due isole (Scharhörn e Neuwerk) sono soggette a erosione. Scharhörn, in particolare, è generalmente sicura per le inondazioni, ma le sponde dell’isola, alte 6 metri, non sono protette, quindi l’isola deve affrontare la perdita permanente di terra sul lato occidentale, poiché le tempeste spostano gradualmente il banco di sabbia verso est.
Immagino che terra che viene erosa su un lato e ricompare sull’altro possa dare l’impressione che l’isola si stia spostando.

In ogni modo, nel 1989, per compensare la perdita di terreno che comunque si stava verificando nella vicina Scharhörn e che minacciava di privare gli uccelli della costa di importanti zone di riproduzione, si è costruita un’isola artificiale poco più sotto, sul banco di sabbia che sosteneva le isole di cui stiamo parlando, sono stati depositati altri circa 1,2 milioni di metri cubi di sabbia per creare il nucleo della nuova isola. Per catturare e trattenere la sabbia, sono state disposte barriere di sterpaglia in un doppio cerchio intorno al nucleo, con “raggi” che si estendono verso l’esterno dei cerchi. Tracce di questi modelli sono ancora oggi visibili nelle fotografie aeree dell’isola, anche se ormai sono ormai deteriorate dalle intemperie, coperte di sabbia e (nella parte occidentale dell’isola) di nuovo erose. Appena costruita, questa nuovo isola (Nigehörn) misurava 30 ettari di superficie totale ma quando la flora ha iniziato a colonizzare l’isola, aiutando le strutture preesistenti a trattenere i sedimenti, Nigehörn ha iniziato a crescere naturalmente anche nelle pianure fangose circostanti. In questo modo, la superficie dell’isola è aumentata nel tempo fino a circa 50 ettari. Il tutto, in una zona che oggi è il parco nazionale del Wattenmeer di Amburgo, che comprende dunque  l’isola verde di Neuwerk con circa 40 abitanti, Scharhörn, famosa per le sue dune, e l’isola artificiale di “Nigehörn”. Una zona di cui si consiglia ancora oggi la visita, per passeggiate ed escursioni in quel Watt che nel libro è, semplicemente, il watt.

Il banco di sabbia su cui si trovano Scharhörn e Nigehörn è infatti oggi una riserva ornitologica curata dal gruppo ambientalista Verein Jordsand. L’area è conosciuta come Scharhörnplate, è lunga circa 2,8 km e larga 1,5 km con una superficie di circa 500 ettari. A differenza di Scharhörn, dove i visitatori possono ottenere il permesso ufficiale di visita, l’accesso pubblico a Nigehörn è severamente vietato (ma questo lo si può scoprire anche leggendo il libro).


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