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L'uomo sul cornicione – Cosa si č disposti a fare per provare la propria innocenza?

Creato il 13 febbraio 2012 da Michele88mvp @micheleponte

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L’uomo sul cornicione – Cosa si č disposti a fare per provare la propria innocenza?
Intrattenere lo spettatore per piů di un’ora sull’orlo di un cornicione non deve essere facile,  ma se si ha alle spalle una buona storia adornata da un’ottima recitazione ecco che il risultato diviene piů semplice, quasi fosse normale routine quotidiana. Senza contare che il regista, Asger Leth, č un autore di documentari molto apprezzati, e proprio grazie a questo suo talento potrebbe esser riuscito a rendere questo film ancora piů vivo, quasi fosse una storia vera.

Ci troviamo a New York, probabilmente in una zona non troppo distante dal cuore di Manhattan. Un uomo entra in un lussuoso hotel, prende una camera con vista e celebra una sorta di “ultima cena”. Dopodiché, un piede dopo l’altro, scavalca la finestra e si ritrova su un cornicione a ventuno piani da terra. Subito il panico si scatena in strada, i mezzi di soccorso arrivano, la folla si accumula trepidante, i giornalisti si lanciano all’assalto; insomma, lo spettacolo ha inizio!

Chi č l’uomo sul cornicione? Perché si vuole buttare? Questi sono i primi pensieri che vengono in mente, perň dopo un po’, come dice il protagonista della pellicola, Sam Worthington, la domanda che gli spettatori si pongono passerŕ da “Si butterŕ o non si butterŕ?” a “Riuscirŕ a provare la sua innocenza? Lui č davvero innocente?” Perché quella alla quale assistiamo č la storia di uomo che sull’orlo di un baratro si dichiara innocente di un crimine che lo ha condannato a 25 anni di prigione, rubare un diamante di 40 carati dal valore di quasi altrettanti milioni a un milionario che, udite udite, tiene i suoi gioielli proprio nel grattacielo affianco a quello dell’hotel dove l’uomo si vuole buttare. Una strana coincidenza.

40 carati č un thriller particolare, fresco, con una sceneggiatura originale sulla spina dorsale  e con due volti noti, Sam Worthington e Elizabeth Banks, che accorpati insieme centrano come i cavoli a merenda e invece riescono in duetto fatto e solidificato da una fiducia che mano a mano cresce, l’uno nei confronti dell’altra. Č davvero incredibile che un attore specializzato in film d’azione, un’attrice specializzata in film comici e un regista specializzato in documentari, siano riusciti a creare un ottimo thriller: colpi di scena ben congeniati fanno in modo di cambiare il punto di vista dello spettatore proprio nel momento in cui credeva d’aver trovato una soluzione alla sfortunatissima vicenda del protagonista, e momenti di tensioni continui rotti da pause brevi con frasi mai banali o da flashback che mostrano cosa sia davvero successo nel passato di quell’uomo sul cornicione.

40 carati perň non č un capolavoro, né punta ad esserlo. L’idea č quella di intrattenere lo spettatore, punto, e ci riesce benissimo. Negli anni troverŕ la sua collocazione e probabilmente diventarŕ un classico trasmesso almeno una volta l’anno in prima serata.

40 carati
Man on a Ledge
Regia: Asger Leth
Sceneggiatura: Pablo F. Fenjves
Interpreti: Sam Worthington, Elizabeth Banks, Jamie Bell, Anthony Mackie, Edward Burns, Ed Harris, Kyra Sedgwick, Génesis Rodríguez, William Sadler, Titus Welliver
Durata: 102′
Paese: USA, 2010
Distribuzione: Eagle Pictures, 10 febbraio 2012


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