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Trama: durante la ricerca di sette cristalli dalle misteriose proprietà Lupin e soci si imbattono in un vecchio e pericoloso nemico...
Il ritorno di Pycal, come dice il titolo, è un brevissimo OAV che rispolvera perlappuntamente quel Pycal già comparso in un episodio della prima serie di Lupin III. Ricordo benissimo la puntata in questione dato che l'avrò vista almeno una ventina di volte e, di conseguenza, rammento anche benissimo l'atmosfera di inquietudine, dubbio e strisciante orrore che permeava quello storico episodio: Lupin e soci, infatti, si trovavano a dover affrontare un uomo apparentemente invulnerabile, in grado di camminare nell'aria, scomparire e sputare fuoco che, ad un certo punto, crocefiggeva Fujiko sul ciglio di una cascata. La risoluzione finale, molto in stile ScoobyDoo, nulla toglieva al fatto che la tensione, per tutto l'episodio, si tagliasse letteralmente col coltello e, indubbiamente, il personaggio Pycal (o Whisky, come veniva chiamato in Italia) era dotato del carisma in grado di consacrarlo a villain storico. Un omaggio era sicuramente dovuto quindi, peccato che Il ritorno di Pycal sia una delle cose più brutte a cui sia mai stato associato il nome Lupin. I realizzatori, infatti, hanno cercato di riproporre l'aura di mistero e malvagità che impregnava quel mitico episodio imbastendo una ridicola e lacunosa storia imperniata sulla ricerca di sette cristalli in terra greca e su una melodia in grado di controllare la mente ed il corpo degli esseri viventi, un canovaccio esilissimo che viene dilatato aggiungendo un paio di inseguimenti e un'orrenda ambientazione che ricorda anche troppo il luogo dove andavano ad allenarsi i Cavalieri dello zodiaco.
Se i primi dieci minuti dell'OAV, ambientati durante una fiera di paese zeppa di giocolieri, animali esotici, fiaccole e quant'altro, risultano effettivamente efficaci per animazioni ed atmosfere, il resto dell'anime è un'incredibile fuffa quasi interamente realizzata con l'ausilio di una computer graphic a dir poco orrenda, che crea inguardabili sfondi nei quali i personaggi realizzati con l'animazione tradizionale sembrano appiccicati con la colla: l'odissea all'interno del rifugio di Pycal credo sia uno dei punti più bassi mai toccati dall'animazione nipponica moderna ma la cosa peggiore è il "duello" finale a base di schitarrate dove, in teoria, la musica dovrebbe farla da padrone mentre, in pratica, lo score creato per l'occasione renderebbe un capolavoro qualsiasi vomitevole composizione futurista. Imbarazzante anche il lavoro fatto sui personaggi, tra i quali si salva giusto una Fujiko sexy ed infida come ai bei tempi della prima serie, mentre il povero Zenigata compare giusto per una manciata di minuti prima di lasciare spazio al villain che da il titolo all'OAV. In pratica, Il ritorno di Pycal è una schifezza di rara fattura e non mi spiego come abbiano osato realizzare una rumenta simile per festeggiare i 35 anni di Lupin, né riesco ad immaginare la reazione dei fan davanti ad un tale scempio. Personalmente, mi auguro di non rivederlo mai più, neanche per sbaglio o di sfuggita!!
Mamoru Hamatsu è il regista della pellicola. Giapponese, ha diretto episodi delle serie Lamù e B'T X Cavalieri alati. E' anche animatore e sceneggiatore.
Se Lupin III: Il ritorno di Pycal vi fosse piaciuto o se volete capirci qualcosa recuperate l'episodio della prima serie dal titolo La barriera invisibile (io ricordo questo ma so che è stato anche reintitolato Poteri magici), altrimenti passate ad altro con serenità. ENJOY!
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