Lupus in fabula

Lezioni condivise 83 – Pietre come semi

Credete in qualcosa? Almeno in lupus in fabula dovete credere! Pinuccio Sciola è uno scultore sardo geniale, apprezzato a livello internazionale. Il suo nome ha cominciato a risuonarmi intorno quando, ancora adolescente, attraversai per la prima volta San Sperate e potei vedere i famosi murales di cui avevo sentito tanto parlare e dei quali Sciola fu il principale artefice e difensore, quando cominciarono a soffiare alcuni venti oscurantisti, magari solo venticelli enfatizzati da una percezione ancora candida. Fin da allora Sciola era celebrato, artista movimentista, incrociato nuovamente con il mio avvicinamento concreto al movimento per il bilinguismo in Sardegna. Dello stesso periodo è il ricordo del primo incontro personale con l’artista, in occasione di uno dei tanti momenti celebrativi in onore di Antonio Gramsci, quando tenne contemporaneamente una mostra e un laboratorio attivo in piazza. Forse già allora scrissi qualcosa, dovrei fare una ricerca.
Potrei continuare a raschiare il barile dei ricordi e degli echi, ma il 7 marzo di qualche lustro fa, venerdì, entrato nella gloriosa aula 3 della Facoltà di lettere (la mia facoltà ha tante aule gloriose), alle nove, da poco passate, per assistere alla lezione di Storia del teatro e dello spettacolo, con prof. Bullegas c’è un ospite ed è proprio Pinuccio Sciola.
Di questa lezione devo scrivere, ho raccolto materiale per ampliare appunti scarni e soprattutto ho speso qualche ora a cercare l’introvabile. Ma ieri mattina, sarà il potere delle stelle, di Atlantide, degli UFO o quello che volete voi, l’artista si è palesato, mi è stato presentato e ho avuto a disposizione la fonte diretta delle mie ricerche per chiarire alcuni punti insoluti.
Questo è l’avvenirismo 2.0, altro che google! Come fare una ricerca sulla Rivoluzione francese e ritrovarsi accanto Danton, Marat, Robespierre e Sanjust insieme. Sono piccole cose, ma entusiasmanti.
SEGUE…
(Storia del teatro e dello spettacolo – 7.3.1997) MP

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