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Luz

Da Francibb @francibb

“Luz ritornò a Pordenone per aprirvi un ospedale. Era un posto piovoso e solitario, e c’era un battaglione di arditi acquartierato in città.
Mentre passava l’inverno in quella città fradicia e fangosa …”

Una storia molto breve – Ernest Hemingway – I quarantanove racconti.
Ascoltatela qui.

A Padova, una sera molto calda, lo portarono sul tetto, e lui poté vedere la città dall’alto. Il cielo era pieno di rondoni. Dopo un po’ si fece buio e comparvero i riflettori. Gli altri scesero portandosi dietro le bottiglie. Lui e Luz li potevano sentire, sotto, sul balcone. Luz si sedette sul letto. Era fresca e vivace nella notte calda.

Per tre mesi Luz fece il turno di notte. Glielo lasciavano fare volentieri. Quando lo operarono, lo preparò per il tavolo chirurgico; e fecero un gioco di parole su clistere e bersagliere(1). Lui andò sotto anestesia restando più calmo che poteva, perché non voleva lasciarsi sfuggire qualcosa nella fase in cui si ciancia a vanvera.

Quando cominciò a camminare con le grucce andava lui a misurare le temperature, così Luz non doveva alzarsi dal letto. C’erano solo tre o quattro pazienti, e lo sapevano tutti. Luz riusciva simpatica a tutti. Mentre tornava indietro lungo le corsie lui pensava a Luz che lo aspettava nel suo letto.

Prima che lui tornasse al fronte entrarono nel duomo per pregare. Il duomo era buio e silenzioso, e c’era altra gente che pregava. Volevano sposarsi, ma mancava il tempo per le pubblicazioni, e nessuno dei due aveva l’atto di nascita. Si sentivano come già sposati, ma volevano che tutti lo sapessero, così non avrebbero rischiato di perdere quello che c’era tra loro.

Luz gli scrisse molte lettere che lui ricevette solo dopo l’armistizio. Al fronte ne arrivarono quindici tutte insieme, e lui le mise in ordine di data e le lesse tutte di seguito. Parlavano tutte dell’ospedale, e di quanto lei lo amasse, e come fosse impossibile tirare avanti senza di lui, e come fosse terribile, di notte, la sua mancanza.

Dopo l’armistizio decisero di comune accordo che lui sarebbe tornato a casa a cercarsi un lavoro in modo da potersi sposare. Luz non sarebbe partita finché lui non avesse avuto un buon impiego e non avesse potuto venire a prenderla a New York.

Era inteso che non avrebbe alzato il gomito, e lui non aveva nessuna voglia di vedere i suoi amici o altra gente negli Stati Uniti. Voleva solo trovare un lavoro e sposarsi. Sul treno che li portava da Padova a Milano litigarono perché lei non era disposta ad andare subito in America con lui. Quando dovettero salutarsi, alla stazione di Milano, si salutarono con un bacio, ma non avevano smesso di litigare. Lui rimase molto amareggiato per il fatto che si erano salutati così.

Andò in America su una nave che partiva da Genova. Luz ritornò a Pordenone per aprirvi un ospedale. Era un posto piovoso e solitario, e c’era un battaglione di arditi acquartierato in città.

Mentre passava l’inverno in quella città fradicia e fangosa, il maggiore del battaglione fece l’amore con Luz, e lei che non aveva mai conosciuto degli italiani scrisse infine negli Stati Uniti per dirgli che la loro era stata solo una cosa da ragazzi. Le dispiaceva, e sapeva che probabilmente lui non sarebbe riuscito a capire, ma forse un giorno l’avrebbe perdonata, e le sarebbe stato riconoscente. Prevedeva, del tutto inaspettatamente, di sposarsi in primavera.

Lo amava come sempre, ma ora si rendeva conto che era stato solo un amore da ragazzi. Sperava che lui facesse una grande carriera, e aveva in lui una fiducia incondizionata. Sapeva che era la decisione più assennata.

Il maggiore non la sposò né in primavera né in un’altra stagione dell’anno.

Luz non ricevette mai risposta alla lettera che aveva spedito a Chicago.

Tempo dopo lui si prese lo scolo da una commessa di un grande magazzino del Loop mentre passavano in taxi attraverso il Lincoln Park.

(1) Nell’originale, frìend or enema, amico o clistere, la cui pronuncia è però molto simile a quella di nemico (enemy). (NdT.)

capannoni

Capannoni – Pordenone – Foto di Andrea Gaspardo

TESTO: Una storia molto breve di Ernest Hemingway
MUSICA: Back to Life di Giovanni Allevi
Via PAZOL

addio-alle-armi

Addio alle Armi – pagina 207


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